John Marston, The Malcontent

Il malcontento





Texto utilizado para esta edición digital:
Marston, John. Il Malcontento. Tradotto da Silvia Semplice per la collezione EMOTHE. Valencia: ARTELOPE Universitat de València, 2019.
Adaptación digital para EMOTHE:
  • Tronch Pérez, Jesus

Nota a questa edizione digitale

La realizzazione di questa traduzione ha beneficiato della "Borsa di studio finalizzata alla ricerca UOB21, area di ricerca e sviluppo- formazione per la ricerca", concessa dall'Università degli studi di Palermo, dal 15 settembre 2017 al 15 marzo 2018, a Silvia Semplice. La biblioteca digitale EMOTHE ringrazia il professor Fernando Cioni, dell'Università di Firenze, per il suo contributo come revisiore della suddetta traduzione.


IL MALCONTENTO


BENIAMINO IONSONIO, POETAE ELEGANTISSIMO, GRAVISSIMO,
AMICO SVO, CANDIDO ET CORDATO, IOHANNES MARTSON, MVSARVM ALVMNVS,
ASPERA HANC SUAM THALIAM D.D.


AL LETTORE


Sono un cattivo oratore; e, a onor del vero, abituato a scrivere con maggior onestà che eloquenza, poiché è mia abitudine parlare come penso, e scrivere come parlo.
Con franchezza ammetto, quindi, di essermi sbagliato di proposito in alcune cose, come ipotizzare l’esistenza di un Duca di Genova e adottare nomi diversi da quelli delle famiglie della città, motivo per il quale qualcuno potrebbe abilmente accusarmi; la mia difesa, però, sarà tanto onesta quanto maligne sono state le critiche a me rivolte: poiché, e lo dichiaro solennemente, è stata mia premura scrivere evitando ragionevoli offese, tanto che persino gli stranieri nel cui stato ho ambientato la mia opera non potrebbero infamare nessuno, morto o vivo che sia. Eppure, nonostante i miei sforzi, capisco che qualcuno con furbizia e imprudenza mi abbia frainteso e che, con astuzia più profonda che mai, abbia diffuso pettegolezzi screditanti, che potrebbero ritorcersi pesantemente contro gli stessi che li hanno diffusi. Indubbiamente desidero soddisfare tutti quegli animi risoluti che in ogni loro azione si propongono fini non diversi da quelli di Dio e della virtù, le cui intenzioni sono sempre sincere; così dichiaro coscientemente di non aver alluso alla disgrazia di nessuno se non di coloro i cui irrequieti studi si affaticano per ottenere il disordine, il rifiuto della santa politica, della veneranda superiorità e dell’unità stabilita. Per la mia restante e supposta acredine non temo nulla, ma suppongo che verrà accettata da qualsiasi mente di valore come un’onesta generalizzazione, così come dovrebbe, senza pretese, grazie alla libertà della satira.
Smetterei volentieri di scrivere; solo una cosa mi preoccupa, cioè pensare che le scene inventate per essere recitate debbano essere forzatamente pubblicate per esser lette, e che il minor danno che possa subire sia di far torto a me stesso. Ma, dato che altrimenti sarebbero altri a causarmene di maggiori, quest’inconveniente di minore importanza va accettato. Sono io stesso dunque a pubblicare la mia Commedia; e in tali circostanze la mia forzata assenza deve fare affidamento alla discrezione dello stampatore; perciò vi prego di passar sopra eventuali piccoli errori d’ortografia senza fare storie, e che la brutta forma che questa operetta presenta alla lettura possa essere perdonata per il piacere che vi procurava quando veniva rappresentata sulla scena.
Sine aliqua dementia nullus Phoebus
J.M.


PERSONAGGI DELLA COMMEDIA

GIOVANNI ALTOFRONTO, nei panni di MALEVOLE un tempo Duca di Genova
PIETRO JACOMO Duca di Genova
MENDOZA un favorito della Duchessa di Pietro Jacomo
CELSO un amico di Altofronto
BILIOSO un vecchio e iracondo cortigiano
PREPASSO un usciere-gentiluomo
FERNEZE un giovane cortigiano innamorato della Duchessa
FERRARDO un favorito del Duca Pietro Jacomo
EQUATO un cortigiano
GUERRINO un cortigiano
PASSARELLO giullare di Bilioso
AURELIA Duchessa, moglie del Duca Pietro Jacomo
MARIA Duchessa, moglie del Duca Altofronto
EMILIA dama di compagnia di Aurelia
BIANCA dama di compagnia di Aurelia
MAQUERELLE una vecchia ruffiana
IL CAPITANO della cittadella di Genova
MERCURIO presentatore del ballo in maschera
Presentatore del Prologo
Presentatore dell’Epilogo
Paggi, una guardia, quattro alabardieri, un valletto con profumo, servitori, ecc.
Membri della compagnia dei King’s Men che compaiono nell’Introduzione:
WILLIAM SLY
RICHARD BURBAGE
JOHN LOWIN
JOHN SINKLO
HENRY CONDELL
Un trovarobe

PROLOGO A “IL MALCONTENTO”

1E LE AGGIUNTE REALIZZATE DALLA COMPAGNIA DEI KING’S MEN.
2Scritta da John Webster
Entra W. SLY seguito da un trovarobe con uno sgabello.

Trovarobe
1Signore, il pubblico si arrabbierà se vi sedete qui.

Sly
2Perché? Ci è permesso sedere sul palcoscenico nei teatri privati. Non mi avrai scambiato per un fessacchiotto di campagna, vero? Credi che tema i fischi? Potrei scommetterci la vita che mi hai scambiato per uno degli attori.

Trovarobe
3No, signore.

Sly
4Per Dio, se l’avessi fatto, ti avrei dato sei pence per il tuo sgabello. Lasciamo che chi porta abiti fuori moda sieda in galleria. A me i fischi! Chi è buttato fuori da una taverna o da un’osteria, fra le risate, raramente mangia bene o si ubriacherà in buona compagnia. Dove sono Harry Condell, Dick Burbage e Will Sly? Fammi parlare con qualcuno di loro.

[Si siede]

Trovarobe
5Se entrate, signore, potete parlarci.

Sly
6Ti ho detto di no. Sono tra quelli che hanno visto spesso questa rappresentazione e posso dar loro delle dritte sulla recitazione: ho molte battute, qui nel mio taccuino.

Entra SINKLO.

Sinklo
7Salve, compare!

Sly
8Oh, compare! Vieni, siedi qui, tra le mie gambe.

Sinklo
9No, compare; il pubblico mi scambierebbe per una viola da gamba e penserebbe che mi stai suonando.

Sly
10No, a meno che non te le suoniTi riempia di botte, compare!

Sinklo
11Ieri ti aspettavamo per cena a casa del compare Honeymoon, il mercante di lana. Dopo cena, ci siamo giocati una ventina di albicocche con le pagliuzze, la più lunga ne vinceva una. È Miss Frances Honeymoon la fortunata, quella che, lo giuro, si becca sempre la più lunga. Io prendevo le misure alle donne. – Chi son costoro, compare?

Entrano D. BURBAGE, H. CONDELL, e J. LOWIN.

Sly
12Gli attori! Che Dio vi salvi!

[Si alza e si inchina]

Burbage
13Siate il benvenuto!

Sly
14Vi presento questo gentiluomo, mio compare. È il figlio di Mastro Doomsday, l’usuraio.

Condell
15La prego, si rimetta il cappello.

Sly
16No, in buona fede, è un piacere; guardate, il mio cappello è il manico di questo ventaglio. Diamine, che animale sono stato a non lasciare la piuma a casa! Ma ora ti sistemo io.

Mette la piuma in tasca.

Burbage
17Perché nascondete la piuma, signore?

Sly
18Perché? Credete che voglia esser preso in giro e deriso durante lo spettacolo? Questa commedia ha defraudato tutti i galantuomini delle loro piume; il Blackfriars ha quasi mandato in rovina la produzione di piume del quartiere.

Sinklo
19Diamine, avevo pensato fosse per qualche motivo che le signore a casa m’avevano consigliato di indossare la piuma a teatro. Ma temo di rovinarla.

Sly
20Perché, compare?

Sinklo
21Perché l’ho presa ad un torneo. Un araldo mi ha spaccato la testa perché l’avevo raccolta; ma poi l’ho indossata facendo su e giù per Strand, l’ho incontrato quaranta volte da allora e non ha osato sfidarmi.

Sly
22Avete sentito, signori? Questa commedia è stata definita pungente.

Condell
23Perché, signore, se non c’è né satira né moralismo, ma soltanto una mera sequenza di eventi; un gruppo di individui insoddisfatti che provano un’invidia inoffensiva verso altri individui più grandi, mentre questi ultimi distorcono le azioni di ogni uomo per il proprio vile e malvagio tornaconto; però se tali interpretazioni fossero messe alla prova, si rimangerebbero tutto, come le scimmie.

Sly
24Non voglio arrivare a questo punto; però dico, chiunque abbia un cervello può criticare – se siede nel posto da dodici pence – e lo ripeto, la commedia è pungente.

Burbage
25Signore, assomigliate ad un mecenate che concedendo ad un povero letterato dei benefici, lo esorta a non criticare nulla che stia all’interno del raggio della propria follia. Perché non dovremmo godere dell’antica libertà della poesia? Ci lamentiamo forse con le donne perché truccandosi si trasformano in angeli? O con i giovani galantuomini perché le spese nei bordelli causano loro cattiva fama? Nossignore, dal momento che per tali vizi non si risponde davanti alla legge, andrebbero trattati come si fa con eruzioni cutanee, lanciandoci sopra dell’inchiostro. C’è qualcos’altro in cui possiamo aiutarla, signore?

Sly
26Sì, c’è, in verità; mi piacerebbe sapere come vi siete procurati questa commedia.

Condell
27In fede, signore, avevano perso il copione. E siccome era un peccato che una commedia così buona andasse perduta l’abbiamo trovata e la recitiamo.

Sly
28Mi stupisce che la recitiate voi: un’altra compagnia ne aveva i diritti.

Condell
29Perché non un Malevole in folio per noi, come il Geronimo in sedicesimo per loro? Ci hanno dato un nome per la nostra rappresentazione: la chiameremo L’uno per l’altro.

Sly
30Che cosa avete aggiunto?

Burbage
31In verità non ce n’è stato un gran bisogno; soltanto qualcosina, come l’insalata ad un banchetto, per intrattenere un po’ più a lungo, e per limitare l’abitudine non ben accettata della musica nel nostro teatro. La devo lasciare, signore.

[Esce]

Sinklo
32È lui che recita la parte del Malcontento?

Condell
33Sissignore.

Sinklo
34Scommetterei quattro orecchie che la rappresentazione non è recitata bene come lo è stata in passato.

Condell
35Oh, no, signore, “nulla ad Parmenonis suem”.

Lowin
36Avete perso l’udito, che siete così generoso da scommetterci le orecchie?

Sinklo
37Perché me lo chiedete, amico?

Lowin
38In verità, signore, perché ho sentito di un tipo che si era offerto di scommettere cento sterline, ma non aveva che pochi spiccioli; e allo stesso modo potreste scommetterci i vostri quattro gomiti; ma che Dio vi aiuti con una giacca simile!

Sinklo
39Bah, sul serio, non sono un gran critico; eppure avrei potuto essere un membro del Collegio dei Critici, un tempo. Il mio compare, qui, ha un’ottima memoria, invece.

Sly
40Chi, io? Vi dico una cosa strana su di me; e vi dirò di più, per chi non ha mai studiato trucchi di memoria è molto strano ugualmente.

Condell
41Cosa, signore?

Sly
42Beh, scommetterei cento sterline che potrei passare una sola volta per Goldsmith’s Row a Cheapside, prendere nota delle insegne e riferirvele tutte ad un fiato.

Lowin
43È molto strano.

Sly
44Iniziano com’è iniziato il mondo, con Adamo ed Eva. Ce ne sono cinquantacinque. Sono solito meditare molto anche quando vengo a teatro. Cosa pensate possa passare per la testa ad un uomo guardando il pubblico?

Condell
45Non lo so, signore.

Sly
46Ho un’ottima pensata: se cinquanta dei Greci che si erano nascosti nella pancia del cavallo di Troia avessero mangiato aglio, non pensate che i Troiani ne avrebbero fiutato la furfanteria?

Condell
47Molto probabilmente.

Sly
48Per Dio, vorrei l’avessero fatto, perché ammiro moltissimo Ettore.

Sinklo
49Oh, ma compare, compare. “Alessandro Magno, quando venne alla tomba di Achille, disse ad alta voce, O tu, tre volte benedetto e felice!”.

Sly
50Alessandro era uno stupido a parlare così bene di un uomo così sporco e vile.

Lowin
51Mio buon signore, lasciate il palcoscenico? Vi aiuterò a trovare un palco privato.

Sly
52Venite, compare, andiamo a prendere un po’ di tabacco. Avete già un prologo?

Lowin
53Non ancora, signore.

Sly
54Lasciatemi pensare, ne farò uno estemporaneo; avvicinatevi al pubblico, e facendo un gran inchino, parlate chiaro: “Gentiluomini, vorrei sperare, per amor delle donne, che abbiate tutti dei cuscini comodi; e nobildonne, per amore dei suddetti gentiluomini, che abbiate tutte più comode posizioni”. Che cosa potrebbero desiderare di più adesso dello spettacolo? Ed è quello che avranno, immediatamente.

[Escono]

IL MALCONTENTO

Vexat censura columbas.
Un’ode imperfetta, costituita da una sola stanza, recitata dal

PROLOGO
55
È abitudine scellerata dell’Impudenza, priva di modi,
stravolgere ogni innocuo pensiero in un attacco personale:
la censura smodata cresce selvaggia, invadendo tutto.
L’Innocenza, che non è mai stata tanto casta,
viene macchiata all’ultimo momento
da una troppo astuta e fastidiosa scaltrezza.
Oh, voi, anime più giuste,
controllate con fermezza questo danno;
e una volta per tutte insegnate ad ognuno l’antica libertà della penna,
che continua a scrivere dei folli, mentre scrive degli uomini.


[I.i]

Si ascolta una musica sgradevole e stonata, entrano BILIOSO e PREPASSO.

Bilioso
56 [Gridando verso la galleria del palcoscenico] Che succede? Sei impazzito? O ubriaco? O entrambi? O cosa?

Prepasso
57Stai ergendo la torre di Babele laggiù?

Bilioso
58Quanto rumore a corte! Credi forse di essere in una taverna?

Prepasso
59Credi di essere in un bordello? – Questa stanza ha un pessimo odore. Entra un valletto con profumo. Ecco, profumo, profumo; un po’ a me, per favore. – Sta per entrare il Duca; fate largo!

[Esce il valletto col profumo]

[I.ii]

Entrano il Duca PIETRO, FERRARDO, il conte EQUATO, il conte CELSO prima, e GUERRINO.

Pietro
60Da dove viene questa musica?

Bilioso
61La disarmonia, più che musica, proviene dalla stanza del malcontento, Malevole.

Ferrardo
62 [Gridando] Malevole!

Malevole
63 (Uscendo dalla sua stanza) Ehi, buon uomo, che ci fai qui? Oh Ganimede del Duca, Giunone è gelosa delle tue calze lunghe! Non sei nemmeno l’ombra di una donnaEffemminato! Che vuoi, donnola viscido? Agnellino di corte, per cosa belate? Ah, catamite efebo dal mento imberbe!

Pietro
64Scendi, bastardo cencioso, e ringhia quaggiù. Do totale libertà alla tua accanita scontrosità; trotta fin qui e sputa addosso a chi vuoi.

Malevole
65Vengo, vengo tra voi, lascivi vecchi bacucchi, come resina in mezzo al taffetà, a rodervi, a rodervi. Cadrò come una spugna nell’acqua, risucchiando tutto attorno. – Ulula ancora! – Vado in chiesa e vi raggiungo.

[Esce da sopra]

Pietro
66Questo Malevole è uno dei più mostruosi temperamenti mai nati, un uomo o forse un mostro, più insoddisfatto di Lucifero quando è stato cacciato dalla presenza divina; la sua bramosia è insaziabile come la tomba, tanto lontano da qualsiasi soddisfazione come dai Cieli. Il suo maggior piacere è provocare l’irritazione altrui, e così crede davvero di servire i Cieli; da qui la sua affermazione, che chiunque in questo mondo sia soddisfatto è uno schiavo ed è dannato. Per questo tortura tutti con quello che più li può far soffrire. Gli elementi lottano in lui; persino la sua anima è in disaccordo con se stessa; i suoi discorsi meriterebbero l’impiccagione. Ma mi piace, in realtà; mi dà buone informazioni, mi fa rendere conto di quelle debolezze che le lusinghe d’altri mitigano. – Ascoltate! Cantano.

[I.iii]

Una canzone.
Entra MALEVOLE dopo la canzone.

Pietro
67Eccolo che arriva. Adesso ascolterete gli eccessi di un malcontento: è libero come l’aria, travolge chiunque. – E, signore, da dove vieni adesso?

Malevole
68Dal luogo pubblico della falsità per eccellenza, la chiesa.

Pietro
69Che hai fatto lì?

Malevole
70Parlato con l’Usuraio, accordandoci sugli interessi.

Pietro
71Mi chiedo di che religione tu sia.

Malevole
72Di quella dei soldati.

Pietro
73E cosa ritieni crei più infedeli adesso?

Malevole
74Le sette, le sette. Ho visto una finta Pietà cambiare d’abito tanto spesso che nessuno, se non un arcidiavolo, è in grado di cucirle una sottana.

Pietro
75Oh, una politica religiosa.

Malevole
76Ma al diavolo la religione politica! Sono stufo; vorrei essere uno dei segugi del Duca adesso!

Pietro
77Che consuete nuove mi porti da là fuori, Malevole? Continua con il tuo cinico chiacchiericcio.

Malevole
78Consuete nuove? Beh, le solite parole “che Dio ti salvi, stammi bene”; le solite azioni, lusinghe e tradimento; e le solite cose, donne e cornuti. – E come sta il mio piccolo Ferrardo? Ah, tu lussuriosa canaglia! – Oh piccolo furetto, che si insinua subdolo, su e giù per il palazzo, nei nidi di qualsiasi pollastra, come una donnola. – E a che cosa dedichi il tuo tempo adesso, se non a quelle vecchie sgualdrine truccate, ricercate sempre da tutti i cortigiani, Lusinga, Orgoglio e Lussuria?

Ferrardo
79Studio lingue. Quale pensi che sia il miglior linguista del nostro tempo?

Malevole
80Uff! Il diavolo. Lascia che ti possieda e ti insegnerà a parlare tutte le lingue nel modo più bizarrobizzarro e facile che ci sia; e con ragione, in verità, perché ha viaggiato molto per il mondo ed è dappertutto.

Ferrardo
81Tranne a corte.

Malevole
82Ah certo, tranne a corte. (Rivolgendosi a Bilioso) E come sta la mia vecchia montagna di sterco, coperta di neve fresca? Tu mezzo uomo, mezzo caprone, una bestia completa! Come sta la tua giovane moglie, vecchio taccagno?

Bilioso
83Sparisci, furfante sconsiderato!

Malevole
84Sì, prendimi a calci, vecchio bue cornuto del Duca, signor “Faccio tutto ciò che sua Altezza vuole”.

Pietro
85Come vivi attualmente, Malevole?

Malevole
86Beh, come Ser Vattelappesca, uccidendo ragni per la scimmia della mia signora.

Pietro
87Come passi le notti? Ho sentito che non dormi mai.

Malevole
88Oh, no, ma sogno il più fantastico…O cielo! Tradimento, tradimento!

Pietro
89Sogni! Che hai sognato?

Malevole
90Beh, mi sembra di vedere un signore impegnare la sua gualdrappa, e madama il suo argento; la signora prende una medicina, che monsieur le somministra. C’è un ruffiano ingioiellato,ornato di pietre preziose; c’è un tale che oggi veste rasosatin, ma la scorsa notte non riusciva poteva cambiare nemmeno a cambiare la camicia. C’è Paride che sostiene quell’Elena; la la regina Ginevra che tiene su quel Ser Lancillotto – sogni, sogni, visioni, fantasie, chimere, immaginazione, scherzi, trucchi! (Rivolgendosi a Prepasso) Vieni qua scimmia ammaestrata, con i tuoi inutili trucchetti: ecco un cavaliere della terra di Catito, che gioca a palla con qualsiasi paggio d’Europa, che gioca alla danza delle spade con i danzatori di Morris della Cristianità, che cavalca fino all’anello, fino a quando le palpebre non gli diventano blu come il cielo, che va a caccia di chimere con Pompeo il Grosso.

Pietro
91Tu ci andrai –

Malevole
92Ssì, al diavolo! Ora, signor Guerrino, dal più compatito dei prigionieri ti trasformi nel più detestato adulatore! Ahimè, povero Celso, la tua cattiva che ne è stato della tua buona stella?; Ssei un uomo onesto; è un peccato.

Equato
93È un peccato?

Malevole
94Ahi, accidenti se lo è, filosofico Equato; ed è un peccato che tu essendo uno studioso così eccelso, sia per natura uno sciocco. Ho una cosa da dirti, Duca. Ordina loro di andar via, ordinaglielo.

Pietro
95Lasciateci, lasciateci. [Escono tutti tranne Pietro e Malevole] Suvvia, signore, che c’è?

Malevole
96Duca, sei un becco, un cornuto.

Pietro
97Che?

Malevole
98Ti hanno fatto le corna.

Pietro
99Parla; rivelami chi è stato, veloce.

Malevole
100Come un fulmine agili acrobazie.

Pietro
101Chi? Con chi? Muoio Ardo per saperlo.

Malevole
102Mendoza è l’uomo che ti ha trasformato in una bestia cornuta. Duca, è con Mendoza che ti hanno cornificato.

Pietro
103Che prove ci sono? Racconta, veloce, e sii breve!

Malevole
104Come la barba di un avvocato:
C’è una vecchia megera a corte,
si chiama Maquerelle,
ed è la mia consorte,
che mi rivelò
in gran segreto però
– al diavolo la rima, al diavolo la rima: Maquerelle è una ruffiana scaltra; io, un cattivo onesto; vostra moglie una segreta poco di buono; e voi un rinomato cornuto. Addio, Duca.

Pietro
105Resta, resta.

Malevole
106Ottuso, ottuso Duca, può la pigra pazienza impedire la vendetta? Per Dio, come può una donna regalare a un uomo fattezze che Dio non gli ha mai concesso?

Pietro
107Quali fattezze Dio non ha concesso?

Malevole
108Le corna. Essere bendato con dolcezza, mentre ogni furfante gli dà un colpo sulla fronte; avere un berretto con enormi corna attaccato al collo, mentre i paggi lo prendono in giro, sbellicandosi dalle risate, e lui è l’ultimo a rendersene conto. Pistole e pugnali! Pistole e pugnali!

Pietro
109Morte e dannazione!

Malevole
110Tuoni e fulmini!

Pietro
111Tortura e vendetta!

Malevole
112Cazzo!

Pietro
113Oh, vendetta!

Malevole
114E no! Scegliere tra diecimila bellezze una donna assai inferiore alla maggior parte, in proporzione sia di corpo che di anima; sottrarla all’austero controllo dei genitori e farla propria attraverso i riti più devoti, renderla padrona di una realtà migliore del mondo, l’anima di un uomo; abbracciarla con grande bramosia, più degli gli usurai quando stringono i loro tesori (pensando che nessuno a parte loro li conti); incontrare la sua anima con un bacio leggero, ridestando un ansimante ardore nel suo cuore; fedele al suo letto, anzi di più, nutrendo il corpo per darle l’apice dei piaceri nuziali –

Pietro
115Oh Dio!

Malevole
116Mentre lei balbetta e gli concede appena qualcosina, che provoca ma non sazia l’appetito. Eppure persino allora, il disgelo del suo piacere sgorga da una passione lasciva e timorosa, da un eccesso di immaginazione che le porta alla mente la figura dell’adultero e le fa pensare di stringere i lombi della schifosa canaglia.

Pietro
117Mi si spezza il cuore!

Malevole
118E pensa, pensa cosa possa derivare da tutto ciò! L’adulterio è spesso causa d’incesto.

Pietro
119Incesto?

Malevole
120Sì, incesto. Fai attenzione: Mendoza mette al mondo con vostra moglie una figlia, Mendoza muore. Suo figlio sposa questa figlia. Lo vedi? Ecco, ciò è frequente, non solo probabile, ma senza dubbio spesso compiuto, mentre l’ignoranza, l’impavida ignoranza, si unisce al suo stesso seme.

Pietro
121Orrenda visione!

Malevole
122Adulterio! Che, insieme alla simonia, è la più orrenda trasgressione sotto la volta celeste.

Pietro
123Dopo la simonia?

Malevole
124Ahi, dopo la simonia, di cui però i nostri compatrioti del secolo a venire non potranno più peccare.

Pietro
125Non potranno più peccare? Perché?

Malevole
126Perché (grazie ad alcuni uomini di chiesa) il nostro secolo non gli lascerà nulla con cui peccare. Ma per l’adulterio – Oh, che debolezza! – dovrebbe mostrarsi una punizione esemplare, per la quale anche gli animi più smodati raggelino al solo pensiero. Maledirei lui e tutta la sua progenie; con le mie stesse mani, lo farei! Ah! Non mi fiderei nemmeno del Cielo per la mia vendetta!

Pietro
127Niente affatto, Malevole, niente affatto! Dovresti vedere quale umore affligge repentinamente il mio animo. Arrivederci; ricorda, non ti dimenticherò; arrivederci.

[Esce PIETRO]

Malevole
128Arrivederci. Che una meschina pensosità, una pallida malinconia, ti secchi il sangue nelle vene! Che la follia ti rubi il sonno! Il turbamento del cuore è la più profonda vendetta: chi versa sangue, uccide solo la carne, ma chi turba la pace del cuore, uccide l’anima. Bene, questo travestimento mi ha permesso ciò che i re di rado ascoltano o che i grandi uomini usano – la libertà di parola. E sebbene il mio ducato sia stato usurpato, adottare questo tono artificioso mi ha regalato una lingua libera da qualsiasi catena, come quella di un imperatore. Posso parlare come un folle, ahi, come un furfante, sempre senza alcun riguardo, giacché nessuno pensa che valga la pena dar credito alle mie parole; perché colui che ride e attacca è poco ascoltato, o di rado colpito a sua volta. Duca, sarò il tuo tormento; la mia giusta vendetta ti priverà di una gemma più preziosa della corona: innanzi a Dio lo dico, nulla è più caro di un cuore tranquillo.

[I. iv]

Entra CELSO.

Celso
129Mio onorato signore –

Malevole
130Silenzio, parla piano; silenzio! Oh Celso, fedele amico, (al tuo cospetto, per la fiducia che in te ripongo, mi smaschero; tu, il solo su dieci milioni di uomini che ami la virtù per se stessa; tu, nelle cui mani l’antica dea Opi riporrebbe la sua anima), guarda Altofronto, per sempre bandito, Duca di questa Genova lo scorso anno. Oh, veramente nobile! Ero privo dei vecchi strumenti di governo, simulazione e sospetto: non ho saputo usarli, Celso; il mio trono si ergeva come un punto in mezzo ad un cerchio, a tutti ugualmente vicino, senza preferire nessuno, governavo tutti ugualmente, e così dormivo con impavida virtù, privo di sospetti, troppo privo di sospetti; fino a quando il popolo (sempre desideroso di novità non sperimentate), impaziente di un più severo governo e spalleggiato da Firenze, non ha bandito Altofronto.

Celso
131Spalleggiato da Firenze! Ahi, da lì è nata la vostra disgrazia; perché da quando la figlia del Fiorentino è stata concessa in sposa a Pietro, che adesso è Duca, nessuno stratagemma di stato è rimasto intentato. Fino a che voi di tutto –

Malevole
132Di quasi tutto sono stato privato; ahimè, povera Maria la mia fedele duchessa, prigioniera sotto stretta custodia nella Cittadella.

Celso
133Io vi obbedirò sempre: ribelliamoci e moriamo.

Malevole
134Oh no, non scalare una torre che sta già venendo giù, Celso; sarebbe disperazione, non zelo sfidare il fato senza speranzae; stai tranquillo, prendi tempo. Oh speranza, speranza che non abbandoni mai il più disgraziato degli uomini, mi hai tenuto in vita celandomi sotto questo travestimento! Che, forse non recito bene la parte del malcontento senza peli sulla lingua? Perché, amico, siamo tutti monarchi filosofi o folli per natura. Celso, la corte è in fiamme; le lenzuola della Duchessa fumeranno per questo, tra non molto; l’immondo Mendoza, quel signore dal naso appuntito che ha reso possibile il maledetto vincolo tra Genova e Firenze, fa cornuto il Duca, che adesso ne è al corrente. La discordia per i malcontenti è una vera manna dal cielo. Quando i ranghi si apriranno, allora Altofronto andrà all’attacco.

Celso
135Ahi, ma osereste?

Malevole
136È andata; lo ha ingoiato come una pillola. In qualche modo funzionerà. Puah, non mi tirerò indietro; è risoluto chi non può cadere più in basso. Entra BILIOSO, Malevole cambia discorso. Oh, il padre di tutti gli alberi della cuccagna! Hai mai visto un compagno la cui forza risiede nelle sue parole, il rispetto nella sua posizione, la religione nel suo signore e l’amore in se stesso? Ecco, beh, guardalo.

Bilioso
137Signore –

Malevole
138Mio adorato signore, il tuo cappello da notte suggerisce una fronte straordinariamente alta.

Bilioso
139Devo informarti di una novità parecchio strana, ma penso che ne sarai già al corrente: il Duca parla molto bene di te.

Malevole
140Al sodo, dunque; e dovremmo forse diventare amici, noi due?

Bilioso
141Sostenerci a vicenda?

Malevole
142Sì.

Bilioso
143Scambiarci favori reciproci?

Malevole
144Esattamente. Che importa se ti ho chiamato vecchio bue, egregio cornuto, grasso codardo, mummia putrefatta? Già, dal momento che sono tra i favoriti –

Bilioso
145Parole, naturalmente scherzose. Sua Grazia ti manda con me una ricompensa, come riconoscenza per – in realtà non so per cosa; anzi ti prego, ti importerebbe dirmelo? Comunque – vieni, caro amico. Conosci mio figlio?

Malevole
146Tuo figlio?

Bilioso
147È capace di mangiare beccacce, ballare la giga, preparare il posset, e giocare a volano con qualsiasi altro giovane lord della corte. Ha anche una dolce signora, conosci la sua cagnetta?

Malevole
148È un cane, signore.

Bilioso
149Credimi, è una cagnetta. Oh, ma è una buona creatura! Dovresti esserle devoto. Ti farò conoscere anche la mia giovane sposa. Andiamo, se la tengo a corte sarà per un motivo! È arrivata l’ora di cena; vieni alla mia tavola: tutto ciò che ho, è anche tuo.

Malevole
150(a parte, rivolgendosi a Celso). Com’è liscio e servile il viso del più rugoso dei cortigiani, per chi adesso è tra i favoriti! Quale interesse, quale indole lo frenerebbe, si attracca a chiunque sia un favorito della corona. L’ambizione invidiosa non ne sazia mai la sete, fino a quando succhiando tutto, si gonfia e si rigonfia ed esplode.

Bilioso
151Adesso devo lasciarti, ti pongo i miei più sentiti saluti; soltanto manteniamo tra noi un sostegno reciproco, un mutuo-amichevole-reciproco tipo di costante-unanime, calorosamente alleato –

Malevole
152Signoria, hai mai visto una piccionaia liscia, rotonda e bianca al di fuori e piena di buchi e maleodorante all’interno? Sì o no, vecchio cortigiano?

Bilioso
153Oh sì, è la natura, lo stile di tutte.

Malevole
154Adieu, mio vero amico di corte; arrivederci mio caro Castiglione.

[Esce Bilioso]

Celso
155Laggiù c’è Mendoza.

[Si intravede Mendoza]

Malevole
156Vero; colui che ha la chiave segreta.

Celso
157Me ne vado, mio signore.

Malevole
158Così sia; vai!

[Esce CELSO]

[I.v]

Entra MENDOZA, con tre o quattro persone al seguito.

Mendoza
159Lasciate pure qui le vostre richieste; posso aiutarvi e lo farò; recatevi al mio scrittorio; lasciatemi.

[Escono]

Malevole
160Mendoza, ascolta, ascoltami. Sei un malvagio pericoloso: che Dio t’assista!

Mendoza
161Sparisci, rozzo e infimo furfante!

Malevole
162Siamo tutti figli di Dio, anche se le nostre madri erano delle poco di buono. Ah, tu figlio di puttana, scimmia lasciva! Hai mai sentito parlare di Egisto?

Mendoza
163Gisto?

Malevole
164Ahi, Egisto; era uno sporco e smodato commerciante di carne, proprio come te.

Mendoza
165Sparisci, canaglia brontolona!

Malevole
166Oreste, guardati da Oreste!

Mendoza
167Sparisci, straccione!

Malevole
168Prima o poi risorgerò.

Mendoza
169Risorgerai?

Malevole
170Ahi, la Resurrezione. Qualsiasi umile seme potrebbe risorgere un giorno, e così accadrà; ma anche qualsiasi grande re, prima di morire, potrebbe cadere!

[Esce]

Mendoza
171Oh dolce Elisio, che paradiso per un uomo avere i favori di un principe! Buon Dio! Che piacere! Che fortuna! La migliore delle vite! Cosa dovrei pensare, dire, fare? Essere un favorito! Un prediletto! Mostrare un timoroso e generale rispetto per un uomo, un silenzio maestoso in sua presenza, solitudine in sua assenza, un confuso brusio chiacchiericcio e un impegnato mormorio di ossequiosi servitori che lo seguono, davanti si eleva il vessillo dello stato e un “fate largo”; vassalli supplicanti che leccano il pavimento con le ginocchia servili, mentre qualche nuova sanguisuga da palazzo che procrea serpenti, piena di occhi da entrambe le parti, con una sorta di accennata umiltà, stabilisce i propri piaceri sulla sua fronte. Oh, che benedetta condizione! Che affascinanti possibilità concede l’Olimpo dei favori! Cavoli, ho fatto cornuto il Duca! Dolci donne, dolcissime signore, anzi no, angeli! Per Dio, è più maledetto del diavolo chi vi odia o è da voi odiato, ed è più felice di un dio chi vi ama o è da voi amato – voi, protettrici del genere umano, linfa vitale della società. Chi vorrebbe vivere, no, chi potrebbe vivere senza di voi? Oh Cielo! Com’è maestosa la vostra austera presenza! Com’è imperiosamente casto il vostro volto riservato! Ma, oh, quant’è piena di affascinante attrazione la vostra bella, petulante, languida e lascivamente composta espressione! Quei sorrisi sensuali, quelle fulgide occhiate che riscaldano l’anima, che ardono come le fiamme che bruciavano la terra per colpa del distratto Fetonte! Così delicate nel corpo, così argute nell’animo, piene di risorse nei discorsi, sospettose nella vita, giudiziose nel concedere favori, così socievoli di giorno e di notte così – oh, indicibile piacere! Certo, è sicuro, un uomo non può credere di essere il solo a meritare i favori di una bellissima donna: se poi è una Duchessa! Anche se Febo non mi aiuta, scriverò subito un sonetto per lei!

Esce.

[I.vi]

Entra FERNEZE, accompagnando AURELIA; EMILIA e MAQUERELLE sostengono il suo strascico, BIANCA le segue. Le dame vanno via, rimangono AURELIA, MAQUERELLE e FERNEZE.

Aurelia
172Com’è possibile? Mendoza mi manca di rispetto! Com’è possibile?

Ferneze
173È possibile! Come può non essere strano che lui, ebro di favori, diventi insolente con grazia? Parla, Maquerelle, parla.

Maquerelle
174Per parlare con fervore, più ampiamente e sensatamente, senza inutili giri di parole, datemi quei gioielli così che le vostre orecchie possano ricevere i miei dovuti ossequi. Per quanto mi riguarda, è risaputo che posso accettare di tutto, (Ferneze riempie le mani di Maquerelle di gioielli, mentre lei parla) e sopportare ogni uomo. Ma quando ho sentito che faceva un torto a voi, preziosa dolcezza, mi sono profondamente offesa. È più che sicuro che lui ama Emilia, con grande passione; e, come lei stessa mi ha rivelato (come sapete, noi donne ci riveliamo segreti a vicenda), quando ha rifiutato le sue avances perché era il favorito di vostra grazia, Mendoza con la più grande irriconoscenza ha rinunciato alle promesse fatte a voi.

Ferneze
175E anzi, vi ha chiamato – dillo Maquerelle, dillo!

Maquerelle
176In nome del Cielo, “strega”, “biscotto rinsecchito”; e ha risposto senza vergognarsene che sì vi aveva amato ma soltanto per soddisfare il proprio piacere, o qualcosa del genere.

Ferneze
177Per essere da voi mantenuto.

Maquerelle
178Per ascesa sociale e buona reputazione.

Aurelia
179Oh, malvagio! Oh, sfacciato Mendoza!

Maquerelle
180C’è di più, è anche il più rude, il più folle dei furfanti nelle sue imprecazioni contro il nostro sesso; imprecava contro le donne –

Aurelia
181Come? Cosa diceva?

Maquerelle
182Mi vergogno a dirlo.

Aurelia
183Mi piacerebbe odiarlo, quindi parla.

Maquerelle
184Beh, quando Emilia ha rifiutato la sua vile volubilità, la canaglia dalla lingua malvagia gliene ha cantate quattro, e ha detto –

Aurelia
185Cosa?

Maquerelle
186Sul serio, è troppo spudorato.

Aurelia
187Cosa ha detto?

Maquerelle
188Che a quattro anni le donne sono stupide; a quattordici, sgualdrine; a quaranta, ruffiane; a ottanta, streghe; e a cento, gatte.

Aurelia
189Che impudenza senza fine!

Ferneze
190Ma per quanto riguarda il povero e costante cuore di Ferneze, non c’è mai stato un prato senz’ombra, più secco e prosciugato sotto il calore ardente di questo cielo, del mio cuore quando è sotto il vostro sguardo.

Maquerelle
191(A parte) Un ardente paragone!

Ferneze
192I vostri sorrisi sono il paradiso per me, il vostro cipiglio un inferno. Oh, abbiate pietà! La grazia dovrebbe dimorare con la bellezza.

Maquerelle
193(A parte) Ben recitato, sul serio!

Aurelia
194Ti concederò i miei favori, per dispetto a Mendoza – “Strega”, Ferneze, “strega!” – Ferneze, adesso sei il favorito della Duchessa; sii fedele, ma in segreto; può essere pericoloso.

Ferneze
195È spento l’amore di chi per esso teme la morte; temerla è una vergogna, e la codardia è peggio della morte stessa!

Aurelia
196Godrai dei miei favori. Adesso dirò di star male e di dover prendere delle medicine; perciò a notte fonda vieni –

Maquerelle
197Vai nella sua stanza ma con la condizione di non offendere il suo letto, giuralo su questo diamante!

Ferneze
198Lo giuro!

[Dà il diamante a Maquerelle]

Maquerelle
199Non indugiare più a lungo di quanto tu voglia, giuralo su questo rubino!

Ferneze
200Lo giuro!

[Glielo da]

Maquerelle
201E che la porta non scricchioli.

Ferneze
202Che la porta non scricchioli.

Maquerelle
203Però giuralo.

Ferneze
204Lo giuro su questa borsa!

[Le consegna la borsa]

Maquerelle
205Vai, vai. Terrò io i tuoi giuramenti, per te! Ricorda, vieni stanotte.

Entra MENDOZA, leggendo un sonetto.

Aurelia
206“Biscotto rinsecchito!” – Guardate, è arrivato il vile miserabile.

Mendoza
207“Linfa di bellezza, immagine divina, regina dell’amore” –

Maquerelle
208(A parte) Parlerà della sua Emilia.

Mendoza
209“Trionfo della Natura, miglior cosa al mondo” –

Maquerelle
210(A parte) È Emilia.

Mendoza
211“Tu, unica meraviglia che il mondo abbia mai visto” –

Maquerelle
212(A parte) Ancora Emilia.

Aurelia
213(A parte) E perché devo ascoltarne io gli elogi? – Mendoza!

Mendoza
214Madame, è sempre un piacere incontrare Vostra Grazia; ho scritto versi appassionati per…

[Esce Ferneze]

Aurelia
215Sparisci, delinquente, malvagio! Oh, senno, dove sono stati i miei occhi, quale sortilegio mi ha fatto stravedere per te, quale stregoneria mi ha fatto innamorare di te? Sparisci; nascondi la testa. Oh, potessi fare di più che solamente detestarti! Via, sei il peggiore di tutti i mali! Non chiedere perché, il perché è la mia volontà.

[Esce insieme a Maquerelle]

Mendoza
216Donne? No, le Furie; anzi peggio: perché queste tormentano solo i cattivi, mentre le donne buoni e cattivi. Dannazione del genere umano! Oh voce, le hai elogiate per questo? E non sei tu, Ferneze, ad insinuarti tra le sue grazie. Stai sicuro. Oh, potessi imprecare contro questi mostri della natura, immagini diaboliche, maledizioni della terra, le donne, che osano tentare qualsiasi cosa e che sono disposte a tutto pur di ottenere ciò che vogliono; senza premeditazione o anticipazione; avventate nelle richieste, spietate nel lavoro, impazienti nella sofferenza, smodate nel desiderio, schiave delle loro voglie, maestre della dissimulazione, costanti solamente nell’incostanza, perfette solo nella falsità: le loro parole sono mendaci, i loro occhi truccati, i singhiozzi dissimulati, l’aspetto e i capelli ingannevoli, le promesse illusorie, i sospiri falsi. La passione è la loro sola religione; i brutti vestiti e la vecchiaia sono gli unici mali che le spaventano. Vorrei poter imprecare ancora!

[I.vii]

Entra PIETRO, sguainando la spada.

Pietro
217Una disgrazia ti trapassa la gola, disgustoso furfante! Di’ le tue ultime preghiere.

Mendoza
218Le ho dimenticate.

Pietro
219Morirai.

Mendoza
220Come farai anche tu. Il mio cuore è impazzito.

Pietro
221Come le mie corna.

Mendoza
222Terribilmente pazzo.

Pietro
223Mostruosamente pazzo.

Mendoza
224Perché?

Pietro
225Perché? Perché hai disonorato il mio letto.

Mendoza
226Io? Per favore, venite, sedetevi. Metto il mio cuore a nudo davanti a voi, saldo come la terra in questo universo glorioso. E voi, voi dite di essere un cornuto per colpa mia?

Pietro
227Sì, furfante, per colpa tua.

Mendoza
228Non vogliate perdere, per parole aspre e piene d’astio, chi può salvarvi dalla tristezza. Io, oltraggiare il mio Duca! Siate testimoni voi, oh notti silenziose e fredde, di come i miei occhi sempre svegli abbiano vigilato il traditore! L’essenza stessa della verità è testimone di con quale umiliazione abbia consacrato me stesso a compiti inferiori, solo per conoscere la verità, i colpevoli, il tempo, i mezzi, il luogo, da chi, e quando e dove venivate disonorato! E vengo ripagato con un “furfante”? Ah, la mia intrusione in un luogo privato e proibito, solo per osservare cosa accadeva più da vicino, e Dio solo sa, giurando di rivelarvelo, mi ha reso un sospettato, mi ha trasformato in un malvagio? Quale canaglia mi ha offeso?

Pietro
229Mendoza, potrei sbagliarmi.

Mendoza
230Sbagliarvi? È un termine troppo debole: ma sbagliarvi e sbagliarvi ancora, e correre, vertiginosamente e con sospetto, prima di sapere da me da quali persone dobbiate guardarvi. E anzi, dal momento che i miei servigi sono stati respinti e detestati, prima che ve lo riveli dovreste beccarli insieme.

Pietro
231Mendoza, lo sapete che sono un uomo dal cuore candido.

Mendoza
232Il più adatto per aver messe le corna. Che la vostra fronte è pure candida.

Pietro
233Dimmi, invece, ti ho sentito imprecare –

Mendoza
234Contro le donne, è vero. Perché, chi può essere così indifferente, conoscendo un signore tanto onesto, virtuoso, sconfinatamente amorevole, generoso, di bell’aspetto e dolce, da scegliere di disprezzarlo, maltrattarlo, diffamarlo e farlo cornuto? Per Dio! Odio tutte le donne per questo. Lenzuola candide, luci di cera, antichi montanti da letto, camicie da notte di cambrì, tende che occultano, arazzi licenziosi, cardini oliati, e tutte le silenziose e lascive testimonianze della lussuria delle più grandi divinità – Che salvezza ci si può aspettare?

Pietro
235Mi dirai chi è?

Mendoza
236Perché? Potreste scoprirlo da solo; osservate, osservate.

Pietro
237Non ho pazienza. Vuoi una ricompensa? Dimmi, rivelami il nome!

Mendoza
238Eccovelo! Ferneze è il tuo uomo, Ferneze; ve lo proverò; stanotte lo troverete tra le vostre lenzuola; siete contento adesso?

Pietro
239Sì; il mio cuore è in pace. Fino a stanotte –

Mendoza
240Che?

Pietro
241Arrivederci.

Mendoza
242Dio, che debole siete! Beh, non pensate ci sia qualcosa in più da fare?

Pietro
243Perché?

Mendoza
244Beh, allora, oserò consigliarvi: dovremmo fare così. Voi, con alcune guardie, entrate all’improvviso, uno dopo l’altro, nella camera della duchessa. Io starò dietro, fuori dalla porta da cui lui dovrebbe entrare. Ferneze si intrufola; lasciatelo passare. Viene verso di me, lo uccido; notate bene, io lo uccido; voi mi seguite; impreco e fingo di salvarlo. Arriva la Duchessa, a cui (rispettandone l’alto rango e per la vostra gentilezza) lo so, lo so, non sarà fatto alcun danno. Lei arriva, mi infurio, prego, giustifico Ferneze, e così mantengo salvo l’onore della Duchessa. Lei per questo mi terrà in gran considerazione; vi onorerò, conoscendo i segreti della sua anima, e voi la mia. Allora qualsiasi cosa lei potrà pensare per vendicare il suo Ferneze (dato che le donne sono le più astute nella vendetta), voi la saprete ancora prima che lei stessa la pensi. Così lui morirà sicuramente, la Duchessa cadrà nella mia trappola e la vostra vita sarà salva.

Pietro
245Funzionerà, anche se dovrò staccarmi il cuore dal petto. Quando nulla può curarla, la parte putrefatta va tagliata via.

[Esce]

Mendoza
246Chi non è capace di fingere amicizia non potrà mai causare odio. Onesto e sciocco Duca, astuta e lasciva Duchessa, stupido novellino Ferneze, rido di tutti voi. La mia mente si sforza per causarvi danno, e io sento subito degli spasmi, prova tangibile che la questione è a portata di mano. Come le orse plasmano i loro cuccioli, così darò forma al mio stratagemma, che crescendo sarà spaventoso: la vendetta rende gli uomini saggi.

[Esce]

[I.viii]

Entrano MALEVOLE e PASSARELLO.

Malevole
247Giullare, che bello vederti. Puoi cantare, pazzo?

Passarello
248Sì, posso cantare, pazzo, ma solo se ti aggiungi al coro; e posso suonare gli strumenti, da dilettante, come fanno i galantuomini. Oh, fossi castrato! Allora sarei un giullare grasso per le stanze private, uno squillante per le taverne e uno privato per tutte le dame.

Malevole
249Hai un bell’aspetto, da quando sei venuto a corte, giullare. Come sei agghindato, bardato!

Passarello
250Si, è vero, anche i lacchè e le ruffiane vestono di velluto, non come ornamento d’onore, ma come simbolo di fatica; così, adesso che il Duca è triste, io sono obbligato a scherzare con lui, quando non dorme, ogni notte.

Malevole
251Perché soffre?

Passarello
252Ha gli occhi addolorati.

Malevole
253Non l’ho guardato molto bene.

Passarello
254Terribili occhi addolorati; e così sono quelli di ogni cornuto, perché le radici delle corna nascono nel bulbo oculare, ed è la ragione per cui il corno del cornuto è delicato come il suo occhio o come quello che cresceva sulla fronte di quella donna dodici anni fa, che non poteva sopportare le venisse toccato. Il Duca inclina la testa come un’aquilegia.

Malevole
255Passarello, perché i grandi uomini rubano ai folli?

Passarello
256Come i Gallesi che rubano i giunchi quando non c’è più niente da rubare: per mantenere le buone abitudini.

Malevole
257Puah, che motivazioni dai; parli come un folle.

Passarello
258Esatto, dispenso piccoli frammenti, come il cavaliere che va in cerca della vedova in città facendo tintinnare gli speroni dorati e crescere la barba folta e rossiccia, portandole tabacco; è tutto uno specchio del loro cerimoniale cavalleresco. E anzi, continuerò a parlare una volta che la mia lingua è ben avviata; come un civile, in groppa al cavallo, sempre a piccolo galoppo.

Malevole
259E come se la passa Maquerelle per ora?

Passarello
260In verità vorrei salutarla come farei con le donne inglesi di Flushing: chiamandola puttana; ma adesso che la vecchiaia l’ha lasciata come un ferro vecchio, le ho solo chiesto come stessero i suoi denti marci e l’ho lasciata lì. Lei è stata la prima ad inventare camicie da notte profumate per le nobildonne e pantofole di lana, per paura degli scricchiolii, per i loro amanti. Era una perfetta signora, però la sua faccia si crepava come mica.

Malevole
261E come sta il tuo vecchio signore? Ha abbastanza buonsenso ed è privo di coscienza, le doti di un perfetto adulatore e di un perfetto furfante.

Passarello
262Oh, benissimo: ha, oltre a me, altri quindici giullari pronti a istruirlo nell’arte della canzonatura; e ripete le loro battute in privato al Duca e alla Duchessa. Mentirebbe come un mercenario o un avvocato; starebbe da qualsiasi parte per più denaro.

Malevole
263Sono di fretta, taglia corto.

Passarello
264Come un truffatore quando viene pagato. Mentre i giovani cortigiani resteranno dove sono, lui prospererà, te lo assicuro, come il Venerdì Santo in Quaresima. Gli uomini vogliono che arrivi, perché giorni più propizi vengono dopo di lui; altrimenti, sarebbe il più magro e pietoso attore dello spettacolo. Adieu, Malevole.

Malevole
265[A parte] Oh mondo vile, le tue vanità fanno sembrare saggio un folle!

Passarello
266Mi riconoscerai di nuovo, Malevole.

Malevole
267Oh, sì, per il velluto.

Passarello
268Ahi, come un avvocatuncolo per la sua borsa di tela. Sono così comune a corte, che tutti, cavalieri, clown, e furfanti, mi contendono: la corte probabilmente non esisterebbe senza di me. Adieu, Malevole.

[Escono separatamente]

[II.i]

Entra MENDOZA, con una lanterna, per osservare l’ingresso di FERNEZE che, mentre suona l’intermezzo, entra con gli abiti sbottonati; due paggi davanti a lui portano due lumi; è ricevuto da MAQUERELLE, che lo fa entrare. I paggi vengono mandati via.

Mendoza
269È in trappola! Il sempliciotto ha già il cappio al collo. Adesso Ferneze sta camminando nel pericoloso sentiero della libidine, mostrando di sfidare completamente il buonsenso. Un pazzo abbraccia le nuvole, e così nasceranno i centauri; e adesso, fatto forte dall’ansimare per l’effimero piacere, il libidinoso lascia che i cieli lo invidino. Povero sciocco, non posso offrirti altro che il misero conforto del disastro, che peccato. La libidine è senza fine, come il tempo scandito dai piombini di un orologio. Tale è il corso del malsano e amaro desiderio, che adesso proverai. Mi vendicherò. Duca il tuo sospetto, Duchessa la tua perdita di favore, Ferneze la tua rivalità, subiranno vendetta immediata. Non c’è nulla di così santo, nessun vincolo naturale tanto forte, o legge dell’amicizia tanto sacra, che io non possa profanare, rompere o violare prima di dover sopportare disgrazia, disprezzo e povertà. Dovrei io, il cui solo “ehm” fa a tutti scoprire il capo, la cui sola espressione causa silenzio e il cui mero scricchiolio di scarpe costringe i passaggi più segreti ad aprirsi, raschiare come un cane servile qualche porta chiusa a chiave? Imparare come inchinarmi e piagnucolare “Vi scongiuro, vi prego, mio Signore siete lì dentro?” ed essere intimorito dalla formalità derisora di qualche vecchio dignitario di corte? Che mi dia di volta il cervello prima! Unde cadis no quo refert; il mio cuore grida “Morite tutti!” Ma come? Come? Quale destino può mai evitare la vendetta, quando è estrema? Andrò dal Duca; e se tutto questo dovesse venir fuori – se! Cavolo, la Fortuna stravede sempre per chi non prova vergogna.

[Esce]

[II.ii]

Entrano MALEVOLE da una porta; BIANCA, EMILIA e MAQUERELLE dall’altra.

Malevole
270Che Dio vi benedica entrambe, fanciulle! Ah, Dipsade! Come stai vecchia ruffiana?

Maquerelle
271Vecchia ruffiana?

Malevole
272Sì, vecchia ruffiana. Penso che tu giaccia come un tizzone sotto queste foglie verdi. Colui che vuole infiammare il cuore di una giovane donzella, lascia che le metta vicino una vecchia ruffiana che già ha fatto faville, una mezzana, mia filaccia mezza bruciacchiata, tu che anche se non sei più capace di infiammarti, sei in grado di accendere i lumicini di centinaia di vergini. (A Bianca) Come sta il vostro vecchio marito, mia piccola violetta? Ancora problemi con la tosse, nei polmoni? Scatarra ancora di notte? Di certo non morderà.

Bianca
273No, in verità, l’ho preso con i denti caduti, con la vecchia bocca già vuota.

Malevole
274E lui ha preso voi con la pancia già piena di giovani ossa. Accidenti, la stoccata botta del nemico è la causa delle sue disgrazie.

Bianca
275E quella dell’amante causa delle mie.

Malevole
276La stoccata più intima! Oh, mortale donzella! (A Maquerelle) Madame, non hai più nessun corroborante per il vecchio Giasone? Guardate, viscere di granchio al forno, midollo di bue distillato, peli polverizzati del labbro superiore di un leone, gelatina di passero, midollo di scimmione, o polvere di testicolo di volpe? E dove andate tutte adesso?

Bianca
277Beh, a letto, a letto.

Malevole
278E i vostri mariti giacciono con voi?

Bianca
279Ciò sarebbe rozzo, in verità.

Malevole
280E non avete dignitari da voi? Su dove andate? Sinceramente!

Maquerelle
281Sinceramente, ecco, provate il più miracolosamente, ammirabilmente, meravigliosamente preparato posset, con tre tipi di latte cagliato, senza altre bevande. Mi aiuterete con la volpe? Ecco il Duca.

[Le donne escono]

Malevole
282 (A Bianca) Le rane fritte sono ottime e anche esotiche.

[II.iii]

Entrano il Duca PIETRO, il Conte CELSO, il Conte EQUATO, BILIOSO, FERRARDO e MENDOZA.

Pietro
283La notte incombe profonda e disgustosa; che ore sono?

Celso
284Quasi rintocca la mezzanotte.

Malevole
285Che Dio ti benedica, Duca.

Pietro
286E maledica te. Sparisci! Non hai più i miei favori; non farti più vedere. Sono contrariato.

Malevole
287Che Dio sia con te! Che i cieli ascoltino il mio giuramento: possiate tu e tua moglie vivere a lungo insieme!

Pietro
288Sparisci, villano!

Malevole
289“Artù per primo ha iniziato a corte – Poi Agamennone, Menelao…” – C’è mai stato un duca cornuto?

Pietro
290Sparisci, via da qui!

Malevole
291A chi credi adesso?

Mendoza
292Portatelo fuori!

Malevole
293Con la più servile sopportazione. Verrà il giorno in cui il tuo disastroso errore farà ammutolire il tuo ebbro giudizio. – Furfanti in auge! Ahi, in verità, che ascenda. Buon Dio! Com’è sottile l’adulazione del diavolo per il vizio! Fallo ascendere più in alto, fagli sembrare che voli, come il volatile che ha preso in giro la tartaruga, portando fino in cielo l’ambizioso rettile col guscio! La conclusione è che dalle altezze non si può che cadere giù, mortalmente.

Bilioso
294Beh, allora? Sparisci, canaglia! Sparisci, furfante!

Malevole
295“Adesso devo lasciarti, ti pongo i miei più sentiti saluti.”

Bilioso
296Fuori, bastardo!

Malevole
297“Manteniamo una salda amicizia”.

Bilioso
298Fuori!

Malevole
299“Un sostegno reciproco, un mutuo-amichevole-reciproco tipo di costante-unanime, calorosamente alleato” –

Bilioso
300Via di qua, rozzo cafone dalla bocca larga! Va’ via!

Malevole
301Adieu, piccionaia; tu, che ti attacchi alla fortuna come una sanguisuga. Che la serpigine, la stranguria, e un perenne e inefficace priapismo ti colpiscano!

Bilioso
302Sparisci, furfante!

Malevole
303Possa essere il tristemente noto ruffiano accondiscendente di tua moglie, e quando non avrai più lavoro, vivere per essere la più triste miseria del mondo, un cornuto mendicante!

[Esce]

Pietro
304 (A Mendoza) Si faccia come hai detto.

Mendoza
305Deve essere così, perché quando i grandi uomini di stato cercano vendetta, è necessario che sopportino con pietà e orgoglio, ma siano strettamente vigilati dai loro segugi. Ne ripongano uno nel petto, che dorma con loro, che mangi dallo stesso piatto, che corra al loro fianco, che possa scoprire qualsiasi pericolo; e che una volta disonorato, esposto all’offesa, privi l’uomo di ogni vergogna, e l’uomo (tutti lo confessano) è più incline alla vendetta che al riconoscimento. I favori sono scritti nella polvere, ma sappiamo che la natura depravata lascia il segno dei colpi persino nell’acciaio più durevole.

Pietro
306Dovresti recarti nelle stanze della Duchessa.

Equato
307La trama è davvero buona.

Pietro
308Dovrai ucciderlo, ma far finta di salvarlo.

Ferrardo
309Il più sottile dei giochetti.

Celso
310(A parte) Del più subdolo dei furfanti.

Pietro
311Miei signori, il grave gesto che ci proponiamo di compiere causerà morte e vergogna, due delle peggiori colpe che possono distruggere l’animo; pensateci, pensateci su. Colpisco, ma tuttavia, come colui che, scagliando le proprie lance contro muri di pietra, le fa rimbalzare contro se stesso, il disonore di mia moglie è affar mio, o Dio, è affar mio! Perciò vi scongiuro abbiate riservatezza: non facciamola peggiore di quanto già non sia, ve ne prego. Entrate senza timore, salutatela con sguardi gentili, non macchiate nulla col sangue; solo Ferneze morirà, ma non alla vista di mia moglie. Oh gentiluomini, Dio solo sa quanto la amo! Nient’altro avverrà dopo tutto ciò. Non mi sento bene: se il dolore, che rende le vene secche, raggrinzisce la pelle, getta polvere in faccia agli uomini, offusca la vista e fiacca il sangue, provasse a mandarmi all’altro mondo, dato che prima o poi morirò comunque, lasciate che lui [Mendoza] mi succeda. Non ho figli; tutto quello che lascio dopo di me è il vostro affetto, che sarà la mia eredità; perché questo accada, vi prego di accettare Mendoza come mio successore. È nobile di nascita; e più che meritevole ai miei occhi.

Celso
312(A parte) Dannazione!

Pietro
313Un silenzioso assenso; vi ringrazio. Andiamo ora. Oh, possa morire prima che il disonore di mia moglie venga reso pubblico! Vorrei essere obbligato a forzare la tomba di mio padre, a dissotterrarne le ossa e buttarle nella sporcizia, piuttosto che questo! Tutto ciò offende sia i vivi che i morti: è una cura estrema quella che guarisce con la morte.

[Esce insieme agli altri]

[II.iv]

Entrano MAQUERELLE, EMILIA e BIANCA con il posset.

Maquerelle
314Ecco qui, tre tipi di latte cagliato, da tre regioni diverse e separate; preparato metodicamente, seguendo la ricetta, senza nessun’altra bevanda.

Bianca
315Senza nessun’altra bevanda?

Maquerelle
316Lo giuro sul mio onore. Vi sedete a mangiare?

Emilia
317Buono! Qual è la ricetta?

Maquerelle
318Che belle perle; lo giuro su queste perle (chissà come mi starebbero) è questa: trentasette tuorli d’uovo di galline della Guinea; diciotto cucchiai e mezzo di succo di ossa di passero; un’oncia, tre bicchierini, quattro gocce e un quarto di sciroppo di datteri etiopi; addolcire con tre quarti di libbra di agrifoglio di mare candito dell’India; ricoprire con polvere di perla americana, ambra grigia della Cina e testicoli d’agnello della Moscovia.

Bianca
319Fidati di me, gli ingredienti sono corroboranti e, senza dubbio, ottimi e potenti per risvegliare l’appetito.

Maquerelle
320Non so cosa tu voglia dire con “risvegliare l’appetito”; ma questo è ciò che fa: purifica il sangue, alliscia la pelle, illumina gli occhi, rafforza le vene, sbianca i denti, rasserena lo stomaco, fortifica la voglia, e accelera l’ingegno; questo è quanto.

Emilia
321È vero, ne ho mangiate due cucchiaiate e mi sembra di poter già parlare più astutamente e rapidamente.

Maquerelle
322Hai la capacità di sembrare pura?

Bianca
323Grazie ai consigli e alla pratica.

Maquerelle
324Beh, allora, mangiate questo posset, ravvivate il sangue e preservate la vostra bellezza. Conoscete il Dottor Faccia d’Intonaco? Lo giuro su questo latte cagliato, è il più bravo a dipingere le vene, ravvivare lo sguardo, tingere i capelli, lisciare la pelle, arrossire le guance, truccare il petto, sbiancare e rimbiancare i denti, l’unico che sia mai riuscito a far apparire bella una vecchia donna con luce suffusa; su questo latte cagliato, ah!

Bianca
325Bene, siamo decise; dobbiamo avere cura di ciò che Dio ci ha dato.

Maquerelle
326Abbiate cura di tutto, eccetto dei vostri mariti; non viziateli troppo, permettetegli di uscire dal seminato. Ma per quanto riguarda la bellezza, fatene il vostro rito sacro; dedicategli due ore al giorno nelle vostre stanze. Sono stata giovane e anche adesso, in fede, non sembro superare i venticinque; ma credetemi, conservate e sfruttate la vostra bellezza; una volta che giovinezza e bellezza sono andate, siamo come api senza miele, abiti fuori moda che nessun uomo vuole indossare; perciò, fatelo per me, sfruttate la vostra bellezza.

Emilia
327Ahi, ma gli uomini dicono –

Maquerelle
328Gli uomini dicono! Lasciategli dire ciò che gli pare. Che diamine, non sanno nemmeno quali siano i vostri desideri. Più passano gli anni, più diventano migliori; se perdono giovinezza e bellezza, acquistano saggezza e giudizio; ma quando la nostra bellezza scompare, tanti saluti. Non c’è cosa più brutta da vedere che una donna vecchia, da cui, potando, pizzicando e pitturando, nascono tutte le dolci bellezze!

[Suona una musica da dietro le quinte]

Bianca
329Ascoltate, musica!

Maquerelle
330Silenzio, viene dalla camera da letto della Duchessa; buon riposo, mie prosperose e aggraziate donzelle.

Emilia
331Buona notte, sentinella.

Bianca
332Buona notte, cara Maquerelle.

[Escono entrambe]

Maquerelle
333Possa la ricetta del mio posset regalarvi la mia astuzia e onestà; e a me, la vostra giovinezza e bellezza: il più piacevole dei riposi!

[Esce]

[II.v]

Una canzone [da dietro le quinte].
Mentre viene eseguita, entra MENDOZA, sguainando la spada, in piedi, pronto ad uccidere Ferneze, non appena si introduca nella stanza della Duchessa. [Agitazione dietro le quinte]

Tutti
334 [Dietro le quinte] Colpisci, colpisci!

Aurelia
335 [Dietro le quinte] Salvate il mio Ferneze! Salvate il mio Ferneze!

Entra FERNEZE, in camicia da notte, e viene colpito dalla spada di Mendoza.

Tutti
336 [Dietro le quinte] Continua, incalza!

Aurelia
337 [Dietro le quinte] Oh, salvate Ferneze!

Mendoza
338Ti trafiggo, ti trafiggo! [Trafigge Ferneze con lo spadino] Tu, vile folle, cadrai qui! Colui che attenta illegalmente all’amore del principe, deve avere mani grandi, un cuore coraggioso, i cento occhi di Argo e la forza di Ercole, altrimenti morirà.

Entrano AURELIA, il Duca PIETRO, FERRARDO, BILIOSO, CELSO ed EQUATO.

Tutti
339Arriviamo, arriviamo!

[Mendoza si piazza davanti al corpo ferito di Ferneze e finge di volerlo salvare]

Mendoza
340State alla larga, trattenetevi, incivili messeri!

Pietro
341Colpisci!

Mendoza
342Indietro! Non mettete alla prova un uomo deciso! Che volete ancora, inumani assassini, oltre la morte?

Aurelia
343Oh, povero Ferneze!

Mendoza
344Ahimè, ogni difesa è ormai inutile.

Aurelia
345È morto.

Pietro
346Mi dispiace per il nostro disonore. Va’ a letto: non piangere troppo, conserva qualche lacrima per quando morirò io.

Aurelia
347Che, piangere per te? La mia anima non troverebbe lacrime.

Pietro
348Ahimè, ahimè, l’animo delle donne è così cieco!

Mendoza
349Denunciare una tale bellezza! Assassinare un giovane! Rifuggire le buone maniere! Chi vi ama davvero dovrebbe rimproverare i vostri errori.

Pietro
350Non puoi farmi cambiare idea; abbiamo abbastanza sangue; per piacere, signora, ho quasi dimenticato tutti i tuoi errori. Altrimenti, beh, allora –

Aurelia
351No.

Pietro
352E allora non dimenticherò. Dormi bene; buonanotte.

(Esce con gli altri cortigiani)

Aurelia
353Che tu sia disprezzato!

Mendoza
354Madame, mi avete causato un’enorme disgrazia; avete fatto del male a chi più vi ama. Andiamo, in cuor vostro sapete che è così.

Aurelia
355Credo.

Mendoza
356Soltanto “credo”?

Aurelia
357No, ne sono sicura, è così: i miei occhi hanno avuto testimonianza del tuo amore. Mi hai sostenuto così fermamente che non posso dubitarne –

Mendoza
358Beh, ditemi, mia signora dal viso splendido, voi che anche in lacrime siete straordinariamente bella, quale sentimento sconsiderato vi ha portato ad un’ira così violenta contro di me? Ditemi, quale offesa ci è stata causata? Quale diavolo ci ha fatto danno? Parlate.

Aurelia
359Quella cosa che non ha mai avuto valore sufficiente da essere chiamato uomo, Ferneze. Ferneze ha giurato che tu amassi Emilia; e che, per conquistarla, con parole piene di biasimo, avessi macchiato e condannato il mio amore.

Mendoza
360Ignobile malvagio! E per questo io ho tentato di salvarti? Per questo mi sono opposto al mio signore? Per questo, o Dio, per questo ho mandato a fondo tutte le mie speranze e con loro la mia stessa vita? Presentato la mia gola, nuda, all’ascia del boia? Tu, il più disgustoso dei corpi. – Emilia! Lo giuro sulla mia vita, non la conosco. Emilia! E gli avete creduto?

Aurelia
361Perdonami, ma sì.

Mendoza
362Sì? E perciò gli avete concesso i vostri favori?

Aurelia
363Sì.

Mendoza
364Concedergli i vostri favori, e ancora, giacere con lui?

Aurelia
365Ahimè, sì.

Mendoza
366Stanotte?

Aurelia
367Stanotte.

Mendoza
368E il Duca vi ha sorpreso avvinghiati nel desiderio?

Aurelia
369La più triste delle verità.

Mendoza
370Oh Dio, oh Dio! Com’è possibile che noi noiosi animi onesti, con grande intelletto, siamo inghiottiti dalle paludi di un terreno ingannevole, mentre i temperamenti furbi, limitati, poco coraggiosi, taglino la gola agli uomini giusti e scappino? Ahimè, sono troppo onesto per questi tempi, troppa poca rabbia e una troppo pesante calma; stavo qui, mentre questo furfante mi metteva il cappio al collo; e c’è di più, difendevo l’onore di colui e colei che hanno fatto a pezzi il mio cuore.

Aurelia
371Per favore, ho sbagliato e me ne dispiaccio moltissimo, ho sbagliato.

Mendoza
372Beh, siamo entrambi morti: il Duca ci odia; e chi è odiato da un principe, che si prepari alla morte, l’unico destino certo. Ma la prevenzione è il cuore della politica.

Aurelia
373Dovremmo assassinarlo?

Mendoza
374Immediatamente.

Aurelia
375Sì, immediatamente, prima che ordisca un complotto o diffonda ulteriormente la già nota macchia del mio onore, uccidiamolo!

Mendoza
376Per voi farei molto più di questo. Mi sposerete?

Aurelia
377Ti farò Duca. Sono della famiglia dei Medici, Firenze mi è amica; a corte la mia fazione ha molto potere; il Duca allora morirà; noi saremo ben preparati al cambiamento; il popolo barcollerà irrazionalmente; noi saremo forti; le nostre parti difese; il ducato disorientato; non c’è dubbio che con questo repentino successo tutto sarà sistemato.

Mendoza
378Mi avete dato la conferma; siamo decisi; domani arriverà il cambiamento; riposate tranquilla, che è notte fonda: la madre dell’umida rugiada con pallida luce diffonde ombre tetre sulla terra addormentata. Dormite, dormite, mentre tramiamo il nostro inganno. Seppellirò quest’uomo. Arrivederci; a letto. Ah, dormite bene, sognate che il Duca è morto. Su, su, buona notte. [Esce Aurelia] Come stravede la fortuna per l’impudenza! In segreto sono il figlio adottivo del vostro buon principe. Devo essere duca. Beh, se devo, devo. Il più sciocco dei signori mi ha designato! Oh cielo! Vedo che Dio ha creato i folli onesti per mantenere i furfanti astuti. Anche la Duchessa è completamente mia; devo ucciderne il marito per lavarne la colpa. Oh, sì! E poi sposarla. Ah! Oh, persevero coraggioso nel perfido tradimento! Vi abbraccerò tutti come un lottatore, non per sostenervi ma per abbattervi.

Entra MALEVOLE.

Malevole
379Che Dio ti detenga!

Mendoza
380Per ordine di chi?

Malevole
381Del diavolo. Ah, tu traditore, mostro maledetto! Cosa fai? Cosa fai, canaglia traditrice? Ah, tu, tu furfante! Sono bandito dalla corte, villano.

Mendoza
382Per favore, mettimi al corrente; ti sarò amico, lo giuro.

Malevole
383Al vostro servizio, per Dio, ah! Dovremmo andare a cena? Ubriacarci insieme una volta e unirci in una virtuosa e forte amicizia? Dovremmo eh, Ugonotto, o no?

Mendoza
384Verrai a farmi visita nelle mie stanze domani mattina?

Malevole
385Come un corvo in un letamaio. Dicevano che c’era un morto qui, trafitto per l’alterigia della carne.

Mendoza
386Ferneze, sì, eccolo; ti prego seppelliscilo.

Malevole
387Oh, più che volentieri; voglio trasformarmi in un puro ugonotto di chiesa, io.

Mendoza
388Tu un uomo di chiesa? E perché?

Malevole
389Perché vivrei pigramente, inveendo contro le autorità, negando la supremazia del re in tutto ciò che non è necessario per la salvezza, sarei un Papa nella mia propria stessa parrocchia.

Mendoza
390Per quale motivo credi siano state fatte le chiese?

Malevole
391Per lucidare i vomeri; ho visto vomeri di buoi sugli altari. Et nunc seges ubi Sion fuit.

Mendoza
392Strano!

Malevole
393Di più, mostruoso; ho visto suntuosi campanili trasformati in disgustose latrine; ancora peggio, il luogo più sacro, il tabernacolo, trasformato in una cuccia per cani; o ancora, più inumanamente, le tombe di pietra dei Cristiani di un tempo fatte esplodere e trasformate in abbeveratoi per i porci: hic finis Priami. Mi offrirai vino bianco dolce e formaggio nelle tue stanze? Buona notte, maligna incarnazione del diavolo; buona notte Mendoza; ah, tu, malvagio disumano, buona notte, buona notte, traditore!

Mendoza
394Buonanotte; a domani mattina.

Esce Mendoza.

Malevole
395Ahi, sì verrò, amichevole dannazione, verrò. Vedo intenzioni opposte; onestà e desiderio di avere successo a corte camminano così distanti tra loro come le gambe di chi è affetto dal mal francese.

Ferneze
396Oh!

Malevole
397Segni! Più segni!

Ferneze
398Oh, chiamate un medico!

Malevole
399Ascoltate! La libidine vuole un medico. – Che novità mi porti dal Limbo? Come sta quel gran cornuto di Lucifero?

Ferneze
400Aiuto, aiuto! Fatti vedere e salvami!

Ferneze si muove e Malevole lo aiuta ad alzarsi e lo porta via.

Malevole
401Mi preoccupa di più il disonore delle ferite; le ferite lasciano qualche cicatrice sulla pelle; l’infamia non guarisce mai, ma peggiora e peggiora, sempre. È questa la maledizione del desiderio incontrollato. Pensa a cosa significa giacere in un letto contrariamente alla legge e, oh Ferneze, morire per la lussuria! Allora, voi che avete timore del disonore, oh, fuggite dalle relazioni con gli occhi delle donne e dall’appetibile lascivia! Colpite con candele la bianca schiena delle vergini; se non si brucerà, almeno si annerirà. Vieni, ti porto in un posto sicuro, dove vivrai, oh uomo fortunato, lontano dalla corte. Sta sorgendo la bellezza del giorno, dalla cui luce fuggono le pesanti ombre notturne. Adesso comincia il mio piano segreto; la trama si infittisce, aguzzi la vista chi ha un buon cervello.

Escono.

[III.i]

Entrano il Duca PIETRO, MENDOZA, il Conte EQUATO e BILIOSO.

Pietro
402È già mattina. Com’è passato tutto questo tempo? Il mio cuore è più pesante della corona di un tiranno. Andiamo a caccia? Preparatevi per i campi!

Esce Equato.

Mendoza
403Possiate essere allegro!

Pietro
404Volesse Dio! Mettigli fretta. Esce Mendoza. Vorrei volentieri cambiare posto; oh, vano sollievo! Le anime tristi possono cambiare posto, ma non possono cambiare pena. Come un cervo, che una volta colpito, corre fuggendo tra gli stagni, ma con la lancia ancora saldamente conficcata, così –

Bilioso
405Un buon paragone, mio onorato signore.

Pietro
406Non sono molto diverso da un uomo ammalato, che ha desiderato a lungo una bevanda velenosa; e che, quando finalmente può bere, beve avidamente, fino all’ultima goccia, ponendo fine sia alla sete che alla vita. Oh, come vorrei non aver mai saputo del mio disonore! Buon Dio, perché gli uomini dovrebbero desiderare di scoprire quello che, una volta trovato, uccide tutte le gioie delle loro vite? Assaggiare dall’albero della conoscenza e poi essere gettati fuori dal Paradiso! Potete darmi un po’ di conforto?

Bilioso
407Mio signore, ho alcuni libri che sono stati dedicati al mio onore, non li ho mai letti, eppure hanno dei titoli molto eleganti, La fisica della fortuna, Pasticche di santificata sincerità; opere molto belle di curati, copisti e professori. In verità, ne ricordo uno, Seneca, Lucio Anneo Seneca –

Pietro
408Al diavolo! Scrisse di moderazione e fermezza, ma visse come un epicureo voluttuoso e morì come un codardo effemminato. Affrettati verso Firenze. Ecco, prendi le mie lettere; accertati che portino il sigillo. Via! Riferisci in privato all’onorato Duca della grave colpa di sua figlia; raccontagli in dettaglio, sappiamo troppo; porgi i dovuti complimenti prima. Non c’è nulla di più sicuro e dolce dell’ignoranza.

Esce il Duca.
Entra BIANCA.

Bilioso
409Mia signora, vado a Firenze come ambasciatore; avrò grosse spese.

Bianca
410Non preoccupatevi, mio signore, il contratto d’affitto di due feudi scade a Natale; potreste imporre ai vostri inquilini il cavalletto per questo; e quando tornerete a casa, vi insegnerò come tirar su 200 sterline all’anno con i vostri denti.

Bilioso
411Come, mia signora?

Bianca
412Tagliando soprattutto le spese dell’economia domestica. Per risparmiare con i denti, bisogna stringere i denti.

Bilioso
413Per Dio, così potrei; godo di buon credito, madame.

Bianca
414Vedete, l’uso dell’adulazione! Vi ho sempre detto di adulare la grandezza e ne avete approfittato bene. Qualsiasi uomo si comporti così dovrebbe essere sicuro di essere come voi, un’oca faccia bianca, prima su un albero, poi un verme, e dopo una grande oca; è così che ci si decompone e si marcisce nel cuore della grandezza.

Bilioso
415Siete davvero la mia esperta in politica! Oh, com’è contento il vecchio che ha per moglie una giovane politica! Avrò una cinquantina di uomini al mio servizio; in verità, la maggior parte saranno figli di contadini, perché devono pagarsi da soli le loro spese; e andranno vestiti così, con abiti verde acqua, mantelli color cenere, calzettoni blu chiaro, e piume verdi e blu. Non si combinano perfettamente i colori?

Bianca
416Che dite! Sembreranno tanti civili che cavalcano per incontrarsi con i propri amici durante la settimana di Pentecoste, con gli abiti simili alle diverse contee di una mappa.

Bilioso
417Così sarà; e Passarello, il giullare, verrà con me. Anzi, vestirà di velluto.

Bianca
418Un folle in velluto!

Bilioso
419Ahi, è abitudine vedere i giullari vestiti di satin; il mio indosserà velluto.

Bianca
420E cosa indosserete voi, mio signore, allora?

Bilioso
421Velluto anch’io; però dovrà essere ricamato, ecco, perché devo distinguermi dal giullare in qualche modo. Sono terribilmente preoccupato per la gotta. Nulla mi addolora di più che la prescrizione del dottore di non bere vino, e come voi sapete gli ambasciatori devono bere. Avete chiesto al dottore cosa fa bene per la gotta?

Bianca
422Sì; ha detto che gli agi, il vino e le donne gli hanno fatto bene.

Bilioso
423Ahi, avete un così buon umorismo! Cosa fa bene per curarla, ve lo ha detto?

Bianca
424Beh, il cavalletto. Tutti i dottori ciarlatani non potranno mai eguagliare la cura della gotta a quella del cavalletto in Inghilterra, o dello stivale scozzese. Soltanto un folle potrebbe dirvelo.

Bilioso
425Sicuramente, mi domando come voi, essendo stata per quasi tutta la vita un’anima di campagna, abbiate un così buon umorismo.

Bianca
426Io? Beh, perché sono una cortigiana da sei mesi.

Bilioso
427Io lo sono da vent’anni eppure l’altro giorno un dignitario mi ha dato dell’idiota, e proprio sputandomelo in faccia; un furfante calunniatore! Mi piacerebbe aver viaggiato di più, così da conoscere le abitudini dei gentiluomini di posti diversi; ma credo che il mio segretario mi abbia istruito a sufficienza.

Bianca
428E come, mio signore?

Bilioso
429“In verità, mio signore,” – lo cito – “vostra signoria dovrebbe trovare tra cento francesi, quaranta teste calde; tra cento spagnoli, sessanta spacconi; tra cento olandesi, ottanta beoni; tra cento inglesi, novanta scriteriati; e tra cento gallesi…”

Bianca
430Cosa, mio signore?

Bilioso
431“Novantanove gentiluomini”.

Bianca
432Dato che partite per riferire una triste ambasciata dovreste vestire di nero, mio signore.

Bilioso
433Beh, credete che non possa sembrare serio se non indosso il mio capello da lutto velato di nero, come l’erede di un consigliere? È indegno, e molto fuori moda, in verità.

Bianca
434Vi insegnerò in breve. Oh, avessimo un gentiluomo al vostro servizio, così non dovrei istruirvi io! Come vi comporterete una volta arrivato alla corte del Duca di Firenze?

Bilioso
435Con sufficiente orgoglio e lo farò abbastanza bene. Farò su e giù per la stanza, costringerò tutti a corrucciare la fronte, emanerò un forte profumo dal mio farsetto, mi farò crescere la barba per avere un aspetto orribile, e non mi inchinerò per nessun uomo più in giù del quarto bottone. E lo farò in maniera eccellente.

Bianca
436Però c’è una donna bellissima lì a corte; come la intratterrete?

Bilioso
437Vi riferirò come lei intratterrà me; ma per farvi contenta, ecco che arriva il giullare. – Entra PASSARELLO. Giullare, alzati per rispetto della nostra signora.

Passarello
438Il giullare sta dritto per lei molto volentieri, e il più eretto possibile.

Bilioso
439Le renderò omaggio in latino.

Passarello
440Oh, il vostro giullare non capisce il latino.

Bilioso
441Ma la nostra signora sì.

Passarello
442Beh, allora, se la signora umilia il giullare, il giullare non si drizzerà più per lei.

Bilioso
443Pestifero pazzo! Lo giuro innanzi a Dio, credo che il mondo sia sottosopra.

Passarello
444Oh, no, mio signore; perché altrimenti la vostra signora e tutte le dame del palazzo dovrebbero camminare con i tacchi all’insù e sarebbe molto strano alla vista, sapete.

Bilioso
445Ci sono molti che lamenteranno la mia promozione.

Passarello
446Ahi, come l’invidia di una sorella maggiore che vede la minore diventare signora prima di lei.

Bilioso
447Il Duca è enormemente triste.

Passarello
448Già, e più depresso di un usuraio che ha prestato tutto il suo denaro alla morte del principe.

Bilioso
449Hai visto Madame Floria oggi?

Passarello
450Sì, l’ho beccata mascherandosi la faccia, oggi; con il rosso sul bianco, come se le sue guance fossero bacche, e il resto del viso uno stufato di beccaccia bianca.

Bilioso
451Un’amara pollastra! Venite, mia signora, questa notte dovete intrattenermi liberamente, e domani in strada per Firenze.

[Escono BIANCA e BILIOSO].

Passarello
452Com’è folle colui che vuole essere il bustino per la sottana delle donne, per essere legato e stretto a loro! Beh, seguirò come un cane il mio signore; e ho detto bene; perché quando lo adulo, lui mi nutre; quando gli mordicchio le dita, mi coccola. Se la morte di un cane non fosse soffocante, preferirei davvero esserlo, piuttosto che un domestico; perché la corruzione del denaro porta soltanto ad essere un usuraio o uno schifoso mendicante.

Esce.

[III.ii]

Entra MALEVOLE con una vestaglia di lana, mentre BILIOSO legge la propria nomina.

Malevole
453Non posso dormire; le palpebre, malvage vicine dei miei occhi, non fanno loro compagnia. Oh, pallida e tenue Notte, tu che sommergi tutti i sensi in fumi inerti, che dai al mondo intero pieno permesso di riposare, che rilassi le fiacche vene del sudato lavoro! Allo schiavo della galea, che per tutto il faticoso giorno tira il remo contro le onde ostinate, sforzando le vene vigorose, permetti di russare velocemente; al curvo falciatore, che cura i campi, fai chiudere sicuramente gli occhi. Tutte le creature dormono di notte; soltanto il malcontento, che si lamenta e litiga con il suo destino – ahimè, conta le ore, come una clessidra solitaria! La sua mascella pallida si indebolisce per il lamento logorante; mentre nei letti degli altri il cuscino è di piume, il suo è di pietra.

Bilioso
454Malevole!

Malevole
455 (A Bilioso) Vecchio Fariseo, onesto difetto della perfida natura e dell’ostinata ignoranza, da quando tua moglie ti permette di giacere con lei?

Bilioso
456Sto partendo per Firenze come ambasciatore.

Malevole
457Ambasciatore? Adesso, per l’onore del tuo paese, per favore, non portare con te nella borsa di tela carne di montone e porridge. E la tua giovane moglie viene a Firenze con te o no?

Bilioso
458No, la lascio a palazzo.

Malevole
459A palazzo! Che la discrezione ti protegga! Per amor di Dio, che non ci siano più cornuti! Il dio Imene comincia a spogliarsi della sua veste gialla; mantenete vostra moglie casta. Ad onor del vero, lascerei mia moglie da sola in un bordello, prima che nel palazzo di Genova. Il peccato, che appare lì nella sua forma più provocante, diventerebbe presto disgustoso, persino per chi non ha vergogna; l’eccesso soffocherebbe l’appetito smodato, facendo respirare all’anima il putrido alito della lussuria. Mentre in un lascivo palazzo italiano, una donna priva di sorveglianza, lasciata alla pressione di ogni tipo di attrattiva, alle più forti istigazioni all’impudicizia, impegnata e circondata da libertine dolcezze, le vene riempite di lascive delicatezze, il tenero riposo, la dolce musica, le maschere erotiche, i lascivi banchetti, il peccato stesso indorato, una potente fantasia che inganna strani piaceri, presentandoli al buonsenso mascherati fascinosamente, conducendoli fino all’anima, rassicurata da un potente esempio, impudente abitudine, indotta da quella grande mezzana dell’Opportunità – essendo così predisposta, applaude al suo facile e giovane orecchio l’adulazione benvestita, di piacevole aspetto, ricca, di belle parole, promettente nobiltà, ardente, vigorosa e acuta – essendo Ulisse assente, O Itaca, potrebbe resistere la castissima Penelope?

Bilioso
460Santi numi, ci penserò su. Arrivederci.

Malevole
461Arrivederci. Porta tua moglie con te. Arrivederci. Esce Bilioso. A Firenze eh? Potrebbe rivelarsi un bene, sì potrebbe; e sarebbe il momento di togliermi finalmente la maschera.

[III.iii]

Entra il Conte CELSO.

Celso
462Mio onorato signore!

Malevole
463Celso, silenzio! Cosa fai? Parla piano; le paure pallide sospettano che persino le siepi, i muri, e gli alberi abbiano orecchie. Dimmi, come procedono le cose?

Celso
464In verità, mio signore, la bestia dalle molte teste, la moltitudine instabile, indietreggia velocemente. Sebbene, per l’invidia di grandi uomini, la cattiveria del popolo, con il suo temperamento incontrollato, vi aveva bandito, adesso ha capito che l’invidia e la cattiveria non portano che a tenui cambiamenti. Il Duca, il troppo blando Duca, è come un corpo inerme, per il quale oscillano due fazioni opposte; e sguainano continuamente le spade contro le loro stesse costole.

Malevole
465Ti dico, Celso, che non ho mai trovato il tuo cuore più lontano dalla mutevole codardia e dalla timorosa infamia. Per questo ti dirò, Celso, che credo che il vento stia cominciando a soffiare per noi; la ruota della fortuna gira. So che il Duca di Firenze, la cui forza da sola, facendo sposare la sua orgogliosa figlia con il principe, ha bandito me e trasformato questo debole in duca, adesso li abbandonerà entrambi; stai certo che lo farà. Io starò in agguato, vigilando la loro rottura, per rafforzare la mia posizione.

Celso
466È stato seppellito Ferneze?

Malevole
467Una buona notizia almeno; è vivo.

Celso
468E dov’è Mendoza? Come va con lui?

Malevole
469In verità, come uno spegnitoio: raccoglie la sporcizia altrui e la trattiene in sé.

Celso
470Mi sembra che fugga dall’attenzione della gente, come una lepre dai segugi; ma il piede su cui fugge lo tradirà.

Malevole
471Posso seguirne le tracce, Celso. Oh, il mio travestimento l’ha ingannato potentemente. Poiché sembro un disperato malcontento, vorrebbe con piacere allearsi con me; è lui il vero furfante che fa finta di essere cortese per qualche vile altro fine.

Celso
472Eccolo qui.

Malevole
473Vai via.

[Esce Celso]
Entra MENDOZA.

Malevole
474Ih oh, oh, oh, oh! Come stai, vecchio mio, fidato amico? Come hai passato il mattino? Vedo adulazione nei tuoi occhi e dannazione nella tua anima. Ah, tu grande furfante!

Mendoza
475Sei molto allegro.

Malevole
476Come un accademico futuens gratis. Come sta il diavolo che ti accompagna?

Mendoza
477Malevole, sei una vera canaglia.

Malevole
478Chi, io? Se sono stato un sergente.

Mendoza
479Sei davvero povero.

Malevole
480Come un alchimista o un poeta.

Mendoza
481Il Duca ti odia.

Malevole
482Come gli irlandesi fanno peti.

Mendoza
483Hai perso la sua amicizia.

Malevole
484Così piacevolmente come le fanciulle la loro verginità.

Mendoza
485Oh, se avessi uno spirito ambizioso! Oh, se fossi nobile!

Malevole
486Beh, di certo il mio sangue dice che sono nobile di nascita; di sicuro di nobile tipologia, perché mi trovo in possesso di tutte le loro qualità: amo i cani, i dadi e le sgualdrine, disdegno il buonsenso vestito di stracci, ho picchiato il mio calzolaio, mi sono fatto la sarta, ho fatto cornuto lo speziale e mandato in rovina il sarto. Nobile! Perché no? Come dice lo Stoico, “Neminem servum non ex regibus, neminem regem non ex servis esse oriundum”, solo l’indaffarata Fortuna li bistratta duramente e le provvide Casualità li mischiano insieme. Vi proporrò un paragone: avete mai visto un pozzo con due secchi? E quando uno va su per essere svuotato, l’altro va giù per essere riempito? Questa è la condizione dell’umanità intera. Beh, guardatemi, potrei essere il figlio di qualche duca; perché, credetemi, la smodata e lasciva illegittimità rende dubbia la nobiltà. E io ho un cuore ambizioso e coraggioso, Mendoza.

Mendoza
487Stringiamoci la mano; ti ammiro infinitamente. Faresti una cosa per me?

Malevole
488Ne ricavo qualcosa? [Mendoza gli allunga la propria borsa] Dammi l’ordine; sono il tuo servo oltre la morte e l’inferno.

Mendoza
489Uccidi il Duca.

Malevole
490Desiderio del mio cuore, anelo della mia anima, sogno della mia fantasia, brama del mio sangue, la più alta delle mie speranze! Come, per Dio, come? Tutti i miei stati d’animo si ammassano insieme! Aumenta la mia ricompensa!

Mendoza
491Il Duca adesso è a caccia.

Malevole
492Eccellente, ammirevole, come se il diavolo l’avesse preparato! Prestami, prestami lo stocco, la pistola, la balestra – così lo farò.

Mendoza
493Allora siamo d’accordo.

Malevole
494Come la Quaresima e i pescivendoli. Com’è il Duca? Armato da capo a piedi? Mettimi al corrente.

Mendoza
495Sappi che questo Duca dal debole cervello, che sta in piedi solo grazie ai trampoli fiorentini, con stupida solerzia mi ha nominato suo erede e mi ha segretamente assegnato la corona dopo la sua morte.

Malevole
496In base a quali meriti?

Mendoza
497Meriti? Santo cielo, l’ho cornificato! Soltanto la morte di Ferneze mi ha garantito la vita a corte. Puah, siamo astuti, deve morire.

Malevole
498Assolutamente. Ma come?

Mendoza
499Il mio progetto più estremo è questo: assassinare il Duca e prenderne il trono, dato che mi ha nominato suo erede; bandire la Duchessa, liberandomi dell’astuta libertina, perché so che Firenze la abbandonerà; e poi sposare Maria, la moglie del bandito Duca Altofronto, così che i suoi parenti possano rendere me e la mia fazione più potenti; questo è quanto.

Malevole
500Ami Maria?

Mendoza
501In realtà non provo grandi sentimenti, ma farò come gli uomini saggi che amano le grandi donne per rendere più nobile il loro sangue e aumentare i propri profitti. A compiere quanto detto, adesso, così: il Duca è nella foresta vicino al mare; separalo dal suo seguito, uccidilo, gettalo a mare e di a tutti che hai visto i lupi sbranarlo.

Malevole
502Uhm, non è un piano così buono. A parer mio, quando viene assassinato, va preso qualche ipocrita, un audace disgraziato che camuffato con finta santità, giuri di aver sentito il Duca lamentarsi del disonore della moglie su qualche scogliera, e nell’agonia della tortura del suo cuore, aver gettato le sue membra lamentose nel mare rigonfio. Questo racconto, se ben costruito, sembrerà plausibile; e di conseguenza la Duchessa –

Mendoza
503Potrebbe essere perfettamente bandita. Oh, impareggiabile trovata! Eccellente! Sei un genio della politica. Me ne rallegro.

Malevole
504E non preoccuparti per la moglie di Altofronto, troverò un modo di venire a patti con lei.

Mendoza
505Lo troverai, lo troverai. Sua eccellenza è contenta. Perché non sei un imperatore? Quando sarò duca, farò di te un nobiluomo, contaci.

Malevole
506No, trasformami in un ricco furfante, e in un nobiluomo mi ci trasformerò da solo.

Mendoza
507In te risiedono tutte le mie speranze. Prendi dieci uomini, unite le vostre virtuose capacità. Concludi la cosa. Ah, ricordati la grandezza! Coraggio, arrivederci. Il destino di tutte le mie speranze dimora in te.

[Esce]
CELSO viene avanti.

Malevole
508Celso, hai sentito? Oh cielo, hai sentito del diabolico piano? Lasci che il mondo si beva la condanna, con sorsi avidi, e continui a tenere gli occhi chiusi, lasci assopita la tua vendetta? Se sei tranquillo adesso, quando scatenerai la tempestosa ira?

Escono.

[III.iv]

Entrano PIETRO, FERRARDO, PREPASSO e tre Paggi.

Ferrardo
509I cani hanno perso la pista, sono alla faglia.

Suonano le trombe come fossero corni da caccia.

Pietro
510Per Dio, la perdessero solo i cani! Lasciate che il cervo rincorra la salvezza, che i cani continuino il gioco, e voi seguite i cani. Quanto a me, non si addice ad una bestia andare a caccia di un’altra; io ne ho già una che mi dadà la caccia. Se non vi dispiace mi allontano un attimo da voi.

Ferrardo
511Che possa la vostra pena lasciarvi tanto in fretta, come noi vi lasciamo tranquillo.

Pietro
512Vi ringrazio. [Escono Ferrardo e Prepasso] Ragazzo, che cosa sogni per ora?

Primo Paggio
513Un’estate secca, mio signore; perché qui le cose sembrano riscaldarsi. Ma, mio signore, ho fatto un sogno strano la scorsa notte.

Pietro
514Che sogno?

Primo Paggio
515Beh, mi sembrava di rallegrarvi cantando e poi ho sognato che mi regalavate un pugnale.

Pietro
516Quasi implorante! Prendi, ti proverò che i sogni sono realtà. Ecco.

Primo Paggio
517Porgo i più sentiti ringraziamenti! Ma ho sognato dell’altro, mio signore. Mi sembrava, e se piacerà a Vostra Eccellenza, che voi, per la vostra regale bontà, mi deste quel gioiello del vostro cappello.

Pietro
518Non fai che sognare, ragazzo; ma non crederci troppo; i sogni non sempre dimostrano la verità. Potranno avverarsi per una spada, ma non per un gioiello. Adesso, giovane, hai sognato che mi rallegravi cantando; rendi il sogno realtà, come ho fatto io prima.

Primo Paggio
519In verità, mio signore, io non faccio che sognare, e i sogni, come voi dite, non sempre dimostrano la verità; possono avverarsi per una buona spada, ma non per una bella canzone. La verità è che ho perso la voce.

Pietro
520Perso la voce? E come?

Primo Paggio
521Sognando, in verità. Ma qui ci sono due mascalzoni con voce melodiosa, che vi incanteranno. Cosa devono cantare, mio signore?

Pietro
522Che cantino della natura delle donne; così la canzone sarà piena di differenze; vecchie semiminime stravaganti e ritmi dolci. Dovrà essere lunatica, triste, fantastica, amorevole, malinconica, allegra, una per tutti e tutti in una.

Primo Paggio
523Tutti in una?

Pietro
524Per la vostra Duchessa, anche troppi. Cantate: il mio discorso si trasforma in un chiacchiericcio incontrollato; cantate.

Canzone [cantata dal secondo e terzo paggio].

[III.v]

Entra MALEVOLE, con balestra e pistola.

Pietro
525Ah, sì, sì, cantate. Sono stanco; andate via; potrei parlare nel sonno; andate via.

Escono i Paggi.

Malevole
526Veloce, veloce! Chi è? Il Duca? Buon Dio, gli sciocchi si imbattono nella grandezza! – Non dormire, Duca; ti do il buongiorno; devo farla breve, Duca; sono stato assoldato per ucciderti. Non cominciare! Mendoza, Mendoza mi ha assoldato; qui c’è il suo oro, la sua pistola, la sua balestra e la sua spada – questo è tutto, chiaro come il sole. Oh sciocco, sciocco, reso incapace dall’illusoria chimera di idioti ingenui, la credulità! Farne il tuo erede! Il tuo giurato assassino!

Pietro
527È possibile?

Malevole
528Sì.

Pietro
529Ma non è stato lui a scoprire Ferneze?

Malevole
530Sì, ma perché? Perché? Per amor tuo? Dannazione, dannazione! Per vendicarsi del suo rivale, che gli aveva fatto perdere i tuoi favori; il quale rivale essendo ucciso dalle tue stesse mani e difeso dalla sua spada, ha reso te più ripugnante e lui più cortese agli occhi della duchessa. E tu, segretamente, concedendogli diritto d’uscita e d’entrata a lei, ne hai fatto il tuo erede; colui il cui desiderio smodato e violento ha messo sottosopra le tue lenzuola, e che adesso si prenderà anche il tuo stato. Politico! Uomo saggio! Per carità di Dio! Essere condotto al palo, come un toro per le corna; offrire con gentilezza la gola al boia; Dio mio, perché stai in silenzio? Oh, confusa apatia, parla! Non ti è più fedele una lingua che arriva dritta al punto che dei cortigiani che ti scherniscono a colpi di scherma?

Entra CELSO, con un mantello e una barba da eremita.

Pietro
531Signore, Malevole, se tutto questo è vero –

Malevole
532Se?! Venite, mascheratevi con questo travestimento. Se?! Dovete mantenerlo; lui vi ringrazierà per esservi ucciso. Venite, seguite le mie istruzioni, e vedrete i suoi strani giochetti.

Pietro
533Mondo, dove finirai?

Malevole
534Beh, al diavolo. Venite, è già tardi. Una ferma tranquillità è la base dell’arte di governare.

[Escono]

[IV.i]

Entra MAQUERELLE, bussando alla porta delle fanciulle.

Maquerelle
535Medams, medams, siete sveglie, Medams? Se siete in piedi, Medams – se, credo di potervi disturbare –

Entra un Paggio.

Paggio
536La mia signora è sveglia.

Maquerelle
537Ah, bel ragazzo; quanti anni hai?

Paggio
538Credo quattordici.

Maquerelle
539Anzi, sei nell’adolescenza – sei un gentiluomo di nascita? Mi conosci? Mi chiamo Medam Maquerelle; vivo nella vecchia tana degli inganni. Vedi, ecco le fanciulle.

Entrano BIANCA ed EMILIA.

Bianca
540Buongiorno a te, Maquerelle.

Emilia
541La Duchessa è già sveglia, sentinella?

Maquerelle
542Oh fanciulle, la più orribile delle disgrazie! Oh care fanciulle, il più doloroso dei disastri! Ferneze, è stato sorpreso ieri notte nelle stanze della Duchessa. Ahimè, il Duca l’ha beccato e l’ha ucciso!

Bianca
543L’ha trovato nel letto?

Maquerelle
544Oh, no; ma la triste certezza è che la porta non era chiusa a chiave, ma i cardini oliati ne mantenevano il silenzio; quindi la verità nuda e cruda è che è stato sorpreso in camicia da notte, mentre io, come una totale bestia, dormivo nell’anticamera senza udire nulla; e anzi, sono anche entrati lì col buio, e io non li ho sentiti, da tramortita qual ero. Oh bellezze, abbiate cura dei lacci dei vostri corsetti, se non castamente, almeno attentamente; siate certe che le porte siano chiuse a chiave. – È andato a Firenze vostro marito?

Bianca
545Sì, Maquerelle.

Maquerelle
546Spero abbiate l’accortezza di comprare una nuova camicia da notte prima del suo ritorno. – Adesso, in verità, bellezze mie, vorrei foste sagge una volta e per tutte. “Vi ama, puah! È di spirito, bleah! Ben proporzionato, argh! Nobile per nascita, bah!” Facciate di questo il vostro punto di partenza: stimate qualsiasi uomo in base alle sue ricompense e così rimarrete le più amabili e meritevoli per essere le più care fanciulle.

Emilia
547Il Duca è tornato il dalla caccia?

Maquerelle
548Non ancora.

Bianca
549È già mezzogiorno.

Emilia
550E la Duchessa? Come sopporta il suo disonore?

Maquerelle
551In realtà, coraggiosamente; sfida la maldicenza energicamente, come si addice a chi ha un duca per padre. E qui c’è un suggerimento per voi: siate certe di avere un amico potente dietro l’angolo, che possa sempre intimorire vostro marito. Prendete nota dell’attuale comportamento della Duchessa: sfida le maldicenze; grida, “Duca fate quello che potete, io assolverò da sola il mio onore”. E anzi, per dare conferma della propria virtù contro diecimila bocche che borbottano del suo disonore, si presenta senza indugio per danzare.

Entra FERRARDO.

Bianca
552Per danzare!

Maquerelle
553È tutto vero.

Emilia
554È tutto molto strano. – [A parte, rivolgendosi a Maquerelle] Guarda, ecco il mio spasimante, il giovane Ferrardo. Quanti spasimanti credi che abbia, Maquerelle?

Maquerelle
555[A parte, rivolgendosi ad Emilia] Più se ne hanno, meglio è. È stato ben detto, usate i vostri spasimanti come fate con le camicie da notte; abbiatene molti, usateli uno per volta, e cambiatelo spesso; perché questa è l’abitudine più dolce e che si addice alla corte.

Ferrardo
556Buongiorno, belle dame. È tornato il Duca?

Bianca
557Mio dolce signore, nessuna notizia di lui a corte ancora.

Ferrardo
558È molto strano.

Bianca
559[A parte, rivolgendosi a Maquerelle] Che te ne pare del mio spasimante, Maquerelle?

Maquerelle
560[A parte, a Bianca] Credo che possa tendere appena l’arco di Ulisse; però, in verità, avesse il naso più piccolo, gli occhi più grandi, le mani più fini, le labbra più spesse, le gambe più lunghe, i piedi più corti e i denti più bianchi, sarebbe davvero un giovanotto passabile. Se viene nelle mie stanze, gli mostrerò quali fortune lo aspettano quando si farà uomo.

Suonano le trombe.

Ferrardo
561Non torna ancora! Comincio a temere… – Ma ecco che si avvicina la Duchessa.

[IV.ii]

Entra MENDOZA, sostenendo la Duchessa, e GUERRINO; le donne sul palcoscenico si alzano in piedi; FERRARDO fa entrare la Duchessa e poi prende una delle donne per simulare un passo di danza.

Aurelia
562Balliamo. Musica! Balliamo.

Guerrino
563Les quanto, mia signora, Pensez bien, Passa regis o il brando di Bianca?

Aurelia
564L’ho diment.

Ferrardo
565[A parte] Di già? Mi stupisce.

Guerrino
566Beh, è un passo a sinistra, un passo a destra, sei passi alternati e sei laterali; ripetetelo due volte, altri tre passi, venti saltelli della gagliarda, un passo della corrente; un otto, tre passi veloci, venite, vi incontrate, due passi alternati, poi dietro, e poi una riverenza.

Aurelia
567Oh, Dedalo, che labirinto! L’ho già quasi dimenticato!

Maquerelle
568Fidatevi, anche io, a parte il “da dietro” e poi l’inchino.

Entra PREPASSO.

Aurelia
569Musica, musica!

Prepasso
570Qualcuno ha visto il Duca, il Duca?

Entra EQUATO.

Aurelia
571Musica!

Equato
572Il Duca? È già tornato?

Aurelia
573Musica!

Entra CELSO.

Celso
574O il Duca è diventato invisibile, oppure non è qui.

Aurelia
575Mi indispongono le vostre interruzioni al nostro divertimento privato. Sono infastidita; vi state comportando male.

Entra un Paggio.

Celso
576Ragazzo, dov’è il tuo signore? Dov’è il Duca?

Paggio
577Ahimè, l’ho lasciato mentre distendeva a terra le sue tristi membra. Mi ha detto che era stanco, che voleva riposare; mi ha pregato di andar via, perché la forza della fantasia spesso lo fa parlare nel sonno. Io ho obbedito, ovviamente, e non lo vedo da allora. Ma ovunque sia, è triste.

Aurelia
578Che la musica batta forte, come il mio cuore, che batta forte!

[IV.iii]

Entrano MALEVOLE e PIETRO, travestito da eremita

Malevole
579Il Duca – silenzio! – Il Duca è morto.

Aurelia
580Musica!

Malevole
581Per le tue orecchie, certamente.

Mendoza
582Datene prova.

Ferrardo
583Come?

Celso
584Dove?

Prepasso
585Quando?

Malevole
586Calmatevi, come il Duca che ora riposa in pace, sedetevi quieti; per quanto mi riguarda l’ho solo visto morto; questo è tutto. Per fortuna, c’è qualcuno che può raccontarvi meglio cos’è successo.

Mendoza
587Parlate, sant’uomo, non lasciate che nessuna di queste presenze vi intimorisca dal dire la verità. Parlate liberamente e con fiducia.

Aurelia
588Stiamo aspettando.

Pietro
589Le mature ali del sole ascendente avevano appena spazzato via il freddo sudore della notte dal petto umido della terra, quando io – chiamato da tutti l’Eremita della Roccia – abbandonavo la mia cella e mi arrampicavo su una scogliera, contro la cui base il violento Nettuno infrangeva le sue alte e curve ciglia; è qui che stavo riposando, quando – Oh! – le mie viscere si sono intenerite per il lamento di qualcuno, che si era arrampicato più in alto di me. Potrei offendervi –

Mendoza
590No.

Aurelia
591Continuate.

Pietro
592Mi sembra di sentirlo ancora: “Oh, la fedeltà delle donne! Se vuoi seminare un terreno avverso, ama una donna! Devo vivere per essere lo zimbello degli uomini? Per essere un cornuto consenziente, a tal punto da abbracciare ciò che mi avvelena? Tu lo sai, oh verità, farà prima il duro acciaio a sciogliersi per la mite brezza del sud, un marinaio a calmare con fischi l’oceano, una città in fiamme ad essere spenta con le lacrime, che le donne, votate all’impudenza senza vergogna, con atteggiamento dolce e pacate carezze, ad allontanarsi da dove risiede la lussuria. Oh, fiera passione! Come assoggetti la loro anima! Ho fatto l’impossibile per colei che in cambio ha disonorato il mio nome. E allora devo essere costretto a camminare, a vivere sopportando questa macchia? Devo! Devo! Vergogna! Colui che sopporta i ‘devo’ ha paura di morire”. Detto questo, ha sospirato con tanta gravità e ardore di quanto l’aria leggera abbia mai fatto. Alla fine ha gridato, “Annega la vergogna nel mare, annegala abbastanza in profondità”, e così è morto. Perché allora ho visto il corpo cadere e precipitare nella spuma marina. Oh, poi ho visto con chiarezza ciò che mi sembrava di aver visto: era il Duca che veniva rigettato dalle viscere marine. E allora –

Malevole
593Allora sono arrivato io; ma, ahimè, era troppo tardi. Perché è subito affogato!

Pietro
594Questo è il triste destino del Duca.

Celso
595Un destino migliore al nostro nuovo Duca, Mendoza.

Tutti
596Mendoza!

[Suonano le trombe]

Mendoza
597Una guardia, una guardia! Entra una Guardia. Noi, pieni di sincere lacrime, per la perdita del nostro buon padre (che così possiamo chiamare e che vi ha pregato di accettarmi come suo successore), non possiamo sorvolare sulla sua morte, ne lasciare la sua sofferenza invendicata. – (Ad Aurelia) Donna disonorata, vi esiliamo per sempre nella grotta isolata, da cui questo buonuomo [l’eremita] proviene; non vi è permesso nessun ornamento in segno di lutto; solo i più miseri, come la vostra vita. Andate via.

Aurelia
598Ingrato!

Mendoza
599Via!

Aurelia
600Maledetto, ascoltatemi!

Prepasso e Guerrino portano via la Duchessa.

Mendoza
601Sparisci! – Miei signori, preparatevi ad un consiglio di stato; è la cosa più appropriata, l’astuzia approfitta sempre del corso della fortuna. Via! Ci presenteremo subito pubblicamente; veloci.

Escono tutti tranne Mendoza, Malevole e Pietro.

Malevole
602Tu, egregio diavolo! Ah, macchinatore assassino! Come stai Duca? Come ti vedi adesso? Coraggioso Duca, la verità!

Mendoza
603Come l’hai ucciso?

Malevole
604Spaccandogli la testa e poi gettandolo a mare.

Mendoza
605Spaccandogli la testa e annegandolo?

Malevole
606Oh, meglio così, lavoro sicuro; perché chi colpisce un grand’uomo o lo fa per bene, o altrimenti, attenzione, non lo distruggerà. Non dare una spallata a un compagno più grande, fino a quando non sei certo di farlo cadere nelle fogne.

Mendoza
607Che cervello! Vi farò imperatori.

Malevole
608Meglio farci Cristiani.

Mendoza
609Migliorerò il vostro status, farete una scalata.

Malevole
610Sì, alla forca, no? Andiamo: Praemium incertum petit certum scelus. Come procede il piano?

Mendoza
611Ecco, prendi il mio anello e recati alla cittadella; fatti ricevere da Maria, la seria moglie del bandito Duca Altofronto. Dille che l’amo; non omettere nulla che possa accrescere il mio fascino. Vai!

Malevole
612Sarò un eccellente mezzano. Arrivederci, Duca; duca addio.

Mendoza
613Porta Maquerelle con te; perché, è certo, nessuna può convincere una giovane casta come farebbe lei. Esce Malevole. Eremita, siete il mio uomo, il mio confessore; oh voi, spirito eletto, nato per la mia fortuna, sono sicuro che sareste un perfetto Anziano in una chiesa deformata. Venite, dobbiamo diventare intimi amici, io e voi.

Pietro
614Sono onorato di essere consacrato da voi.

Mendoza
615Andiamo, allora; dovete sapere che Malevole è un insolito malvagio; pericoloso, molto pericoloso. Vedete come parla grezzamente; una canaglia dalla bocca larga e rozza. Vorrei che lo avvelenaste; è come un callo sull’alluce, non posso camminare a causa sua; deve essere tagliato via, assolutamente. Lo farete, eh?

Pietro
616Certamente, certamente.

Mendoza
617Che gioia per il mio cuore! Allora, su, in strada per la cittadella; accompagnate Malevole e poi a cena, avvelenatelo. Dovrà essere imposto il nostro volere anche a Maria, che ci darà il suo amore o morirà. Correte, veloce.

Pietro
618Come un fulmine! Le buone azioni gattonano, ma i misfatti volano.

Esce Pietro.
Entra MALEVOLE.

Malevole
619Sua eccellente Diavoleria, l’anello non ha alcun valore. Il capitano, quel lanzichenecco faccia di maiale, mi ha gridato “Altolà! Dovete procurarvi un’autorizzazione più forte, o non entrerete nella Cittadella”.

Mendoza
620Comanda immediatamente l’autorizzazione. Non entrerò? Tu lo farai! Puoi entrare in qualsiasi posto qui a Genova. Soprattutto nel mio cuore. Andiamo, sii mio amico; dobbiamo esserlo, io e te, noi due, anima e corpo.

Malevole
621Come ti è sembrato l’eremita? Un insolito eremita, messere.

Mendoza
622Un compagno pericoloso, molto pericoloso. Deve morire.

Malevole
623Sì, deve morire.

Mendoza
624Devi ucciderlo. Siamo saggi; dobbiamo essere saggi.

Malevole
625E previdenti.

Mendoza
626Già, previdenti. Attenzione agli ipocriti; un uomo di chiesa una volta corrotto, oh, da evitare! Un uomo che fa della religione il suo cavallo di Troia, [Si batte la mano contro lo stomaco] porta guai. Devi ucciderlo.

Malevole
627Oh, è estremamente necessario! Ma come?

Mendoza
628Andrete insieme alla Cittadella; quando cenate, lo avvelenerai; e Maria, poiché è nostra avversaria, avrà seri sospetti; per tanto anche lei o morirà o ci amerà.

Malevole
629Corro.

Esce Malevole.

Mendoza
630Chi, come noi, è grande, è spinto unicamente dal proprio interesse. Moriranno entrambi, perché i loro meriti bramano più di quello che possiamo ricompensare; la loro presenza riprende di continuo le nostre fortune, con obblighi morali, che noi abborriamo. Mi interessano le azioni che compiono per me, di loro non mi importa nulla. Dunque non devono vivere per gridare “Ingratitudine!”. Un legno secco brucia l’altro, solo l’acciaio taglia l’acciaio. Fidarsi di pochi è bene, ma non fidarsi di nessuno è meglio!

Esce Mendoza.

[IV.iv]

Entrano MALEVOLE e PIETRO, sempre travestito, da porte diverse.

Malevole
631Come va? Come stai Duca?

Pietro
632Oh, che arrivi il giorno del giudizio, che si abbatta sulle nostre vite maledette! Lasciamo che il cielo si schiuda, vomiti fiamme davanti a noi!

Malevole
633Non declamare così gravemente, non essere istrionico; che già ci sono attori a sufficienza. Che, non mi credi ancora?

Pietro
634Sono stupefatto, bloccato dallo stupore. Mi è stato ordinato di avvelenarti.

Malevole
635A me è stato ordinato di avvelenarvi, a cena.

Pietro
636A cena?

Malevole
637Nella cittadella.

Pietro
638Nella cittadella?

Malevole
639Trucchi, inganni! Per amor del cielo! Vorrebbe eliminarci come fanno i ragazzini con gli schioppetti di sambuco, una palla per far fuori l’altra. A chi credete adesso?

Pietro
640Tutto è dannazione, malvagità estrema. Non ci si può fidare di nessuno.

Malevole
641Di nessuno, tranne di usurai e sensali; questi ultimi non mentono: gli uomini li considerano sanguisughe e questo sono. Ora, che Dio mi liberi dai miei amici!

Pietro
642Dagli amici?

Malevole
643Sì, perché dai miei nemici mi libererò da solo. Oh, l’amicizia spietata è la più marcia delle cattiverie. Prendi nota, Mendoza; e tu, guardane la sua malvagità; ma il cielo gli invierà un tormento per comportarsi da canaglia.

Pietro
644Oh mondo!

Malevole
645Mondo! Non è che una regione di morte, la più grande officina del diavolo, la più grande prigione per gli uomini, dalla quale nessuno esce senza pagare l’imposta col suo ultimo respiro; non vi è nulla di perfetto in esso, solo estremo, estremo disastro, come quello che ci viene incontro.

[IV.v]

Entra AURELIA, due alabardieri davanti e due dietro, sostenuta da CELSO e FERRARDO; AURELIA indossa abiti da lutto miseri.

Aurelia
646In esilio! Spinta all’esilio!

Pietro
647Mia signora, che la beatitudine del pentimento sia con voi!

Aurelia
648Perché? Perché? Non posso desiderare altro che la morte, e non merito altro che l’inferno. Se i cieli dessero una quantità sufficiente di grazia per ripulire la mia anima, ne resterebbero privi; i mie peccati svuoterebbero il magazzino della pietà; oh, si stancherebbero le divinità celesti tentando di redimerli! Il giudizio da parte di quel gran malvagio è giusto. Però, certamente, non gli mancherà una pesante punizione prima che cominci a regnare. – Avanti, verso la cella della mia vergogna!

Pietro
649È la mia cella, mia signora, dove invece di maschere, musica, giostre, tornei, e simili spettacoli di corte, il sussurro cupo del vento irresistibile ruggisce di nuovo, mentre il mare agitato scuote la roccia con colpi spumosi. Lì l’aria inaspettata va e viene; l’umida volta costringerà i vostri occhi a versare lacrime, mentre osservate la vera desolazione. Una sterilità rocciosa vi perforerà la vista, là dove in un sol colpo chi sta in piedi può raggiungere il soffitto con la fronte ed entrambi i muri con le mani.

Aurelia
650Fin troppo bene. – Benedetto spirito del mio signore, oh, da qualsivoglia sfera in cui la tua anima è seduta sul trono, guardami, sono meritevolmente la più infelice! Oh, permetti al tormento del mio animo mortificato di implorare riconciliazione! Se non è possibile, oh, goditi il trionfo sul mio dolore! La morte è la fine della pena e il sollievo dalle lacrime.

Pietro
651Probabilmente il vostro signore non vi amava, è stato inclemente.

Aurelia
652Oh, cielo! Non mi amava? Eccome se mi amava; era un inferno per lui separarsi da me, e un paradiso vedermi contenta. Però io, come un disgraziato che cede agli inferi, ho rotto i sacri vincoli del matrimonio per unirmi a un misero, non nobile e infedele malvagio. Oh Dio, un vero pagano rifiutato da Dio, che – come potrei dire? – ingrato, mi ha gettato via, io che per lui ho perso anima, corpo, reputazione e onore. Ma è quello che mi merito: perché un destino più giusto dovrebbe essere al servizio di chi rinuncia alle caste lenzuola, fugge l’abbraccio di un cuore devoto, a cui si era unito per i sacri voti innanzi a Dio e agli uomini, per provare la passione lasciva del bestiale desiderio, di un tocco adultero? Oh, famelica impudicizia! Insaziabile eccesso di voglie! Guardate dove si arriva, per il desiderio; beh, ascoltate c’è tanto amore nella lussuria, quanto linfa nella polvere e peccato nella bontà. Che la gioia sia col vostro fantasma, mio gentile signore! Perdonami!

Celso
653È desiderio del Duca Mendoza che restiate a corte.

Aurelia
654Anima, nasconditi tra le ombre; fuggi, vergogna, dai cieli più luminosi; di notte il cieco non sente la mancanza dei suoi occhi.

Esce, [con Celso, Ferrardo e gli alabardieri].

Malevole
655Non piangere, cornuto dal cuore tenero; trova conforto; uomini migliori di te sono stati cornuti: Agamennone, imperatore di tutta la prospera Grecia, che ha tormentato i Troiani, era un cornuto; il principe Artù, che tagliò la barba a dodici re, era un cornuto; Ercole, la cui schiena sosteneva i cieli, e che mise quaranta ragazze incinte in una notte –

Pietro
656No, erano cinquanta.

Malevole
657In verità, quaranta mi sembrano abbastanza – Beh, era un cornuto. Abbi pazienza; il danno cresce orgoglioso; sii saggio.

Pietro
658Pungi troppo in profondità, sei troppo duro con me.

Malevole
659Puah, un chirurgo compassionevole da rimedi pericolosi; io curerò le vostre ferite. Credevate che mi sarei mantenuto adulandovi, solo perché siete un principe? Piuttosto che piegarmi alla servile adulazione avrei seguito un ubriacone, vivendo per leccarne il vomito.

Pietro
660Già grandi uomini l’hanno fatto.

Malevole
661Grandi canaglie che temono più di quanto amino, nate per trasportare ceste di carbone, sebbene la Fortuna, consueto dignitario dei principi, abbia garantito loro un posto migliore. Io mi consacro ad essere il vostro tormento.

Pietro
662Ti prego, sì. Amo tanto la sofferenza, sarai come un figlio la cosa giusta per me.

Malevole
663Perché siete un duca usurpatore – Entra BILIOSO. (A Bilioso) Bentornato da Firenze vostra grazia.

Bilioso
664Sì, un buon ritorno, ringrazio il mio cavallo.

Malevole
665Che novità porti dai Fiorentini?

Bilioso
666Terrò segrete le volontà del Gran Duca; solo il seguente ordine: la sua volontà è che sua figlia muoia, che il Duca Pietro venga esiliato per aver esiliato il consanguineo disonore, e che il Duca Altofronto sia rintrodotto a corte. È tutto. Ma ho sentito che il Duca Pietro è morto.

Malevole
667Ahimè, e Mendoza è il Duca adesso; cosa farai?

Bilioso
668È il più forte, Mendoza?

Malevole
669Al momento, sì.

Bilioso
670Allora starò dalla sua parte.

Malevole
671E se Altofronto dovesse ritornare?

Bilioso
672Beh, allora, ritornerò anche io dalla sua parte. È un bene correre sempre con chi ha più forza: preferisco stare in piedi nell’errore, che cadere facendo la cosa giusta.

Malevole
673Di quale religione sarai adesso?

Bilioso
674Della stessa del Duca, quando saprò qual è.

Malevole
675Oh, Ercole!

Bilioso
676Ercole? Ercole era il figlio di Alcmena e Giove.

Malevole
677Vostra grazia sei davvero un bel dotto.

Bilioso
678Un becco edotto?

Malevole
679Sì, tutto erudizione.

Bilioso
680Anfitrione era un becco.

Malevole
681Vostra grazia, stai sudando. La tua giovane moglie provvederà ad asciugare la vecchia e cornuta fronte. Esce Bilioso. Quest’uomo dovrebbe essere maledetto. La sua massima inviolabile è questa: “Adula il più grande e opprimi il più misero”; un parassita figlio di puttana, che morde le schiene già magre e scorticate.

Pietro
682E perché ci parli allora?

Malevole
683In verità, per la stessa ragione per cui le ruffiane vanno in chiesa, per amore delle buone maniere. Vieni, non essere confuso; il pericolo è perdere il regno. Ma pensa questo: la terra è una tomba, un Golgota dove tutto ciò che vive marcisce; la cloaca dove i corpi del Paradiso riversano la loro corruzione; la più sudicia collina su cui gli astri sublunari gettano i propri escrementi. L’uomo è la melma di questo letamaio e i principi, i governanti di tali uomini; per quanto riguarda le nostre anime, queste nascono tutte libere come gli imperatori, tutte uguali, fatte con lo stampino; non c’è che un paio di forbici tra un imperatore e il figlio di uno zampognaro – soltanto la tintura, la rifinitura, la stiratura e la lucidatura li distinguono. Adesso, cos’hai da perdere? Il compito di un secondino, tenere gli uomini in catene, mentre preoccupazione e tradimento sconvolgono tutte le gioie della vita.

Pietro
684Rinuncio per sempre a regnare. Oh Altofronto, ti ho fatto un torto prendendo il posto che ti spettava di diritto, facendoti cadere con un trucco diabolico, per cui adesso sono cacciato dal trono; rinuncio ad ogni inganno, che la vendetta divina, anche se lentamente, di certo si compirà. Oh, sono cambiato. E così, innanzi al potere divino, con sincero pentimento, dedicherò il mio respiro alla solitaria santità, le mie labbra alla preghiera; e la mia più sincera preoccupazione sarà reintegrare Altofronto al suo regno.

Malevole
685I tuoi voti sono ascoltati e accetto la tua promessa. Si smaschera. Entrano CELSO e FERNEZE. Bandite ogni stupore. Venite, noi quattro dobbiamo affrontare ogni capriccio della Fortuna; non siate così sorpresi.

Pietro
686Ferneze, sei vivo?

Ferneze
687Per ottenere il vostro perdono.

Pietro
688Perdono e affetto. Datemi il permesso di richiamare i pensieri dispersi nello stupore. I miei voti si ergono fissi nei cieli, e d’ora in avanti desidero da tutti perdono e affetto.

Malevole
689Chi può dubitare della Provvidenza vedendo questo cambiamento? Un’offerta di alleanza per tutti voi! Deve necessariamente risorgere chi non può cadere più in basso: impetuose vicissitudini agitano ancora il mondo. Non lasciate che lo stupore si imponga sui vostri animi. Non meravigliatevi che io risorga, non può annegare chi temporeggia in segreto! Il tempo è maturo per agire. Vi rivelerò il mio piano più segreto, affinché l’ignoranza non tema il sospetto. Riuniamoci per raggiungere un accordo e lasciamo il resto al suo destino; una prudente discrezione è la linfa vitale dello stato.

Escono.

[V.i]

Entrano BILIOSO e PASSARELLO.

Bilioso
690Come lo vedi il mio polpaccio con questo calzettone?

Passarello
691Un meraviglioso polpaccio, mio signore.

Bilioso
692Questo polpaccio ha fatto bagordi in questi vent’anni. Quando Monsieur Gundi era qui ambasciatore, avrei portato una donna su e giù come con un vassoio con il braccio teso e, posso dirtelo, che a quel tempo ce n’erano di quelle che per provare la forza delle spalle e del braccio di un uomo si sarebbero fatte male. Ho misurato il mio polpaccio con quelli della maggior parte della gente del palazzo e nessuno si avvicina a me; inoltre, penso non ci siano molte armature adatte a me in tutto l’arsenale, soprattutto gli elmi. Ti dirò –

Passarello
693Cosa, mio signore?

Bilioso
694Posso mangiare uno stufato mentre ancora ribolle per il fuoco; o la crema pasticcera mentre sta ancora fumando, appena uscita dal forno. E credo che non molti gentiluomini possano fare lo stesso. [Sfoggiando il proprio pomander] Un buon pomander, un po’ carente di profumo; ma con sei grani di muschio, macinati con acqua di rose, e diluiti con un po’ di zibetto, dovrebbe riacquistare la sua efficacia di nuovo.

Passarello
695Oh, sì, come una ruffiana con l’acquavite.

Bilioso
696E perché inveisci contro le donne come se ne avessi l’abitudine?

Passarello
697Farei meglio a criticare un gatto, probabilmente sarei più al sicuro. Custodisco i loro segreti come i ladri con i loro trucchi. C’è Maquerelle, la vecchia ruffiana e perenne accattona; non avete mai sentito dei suoi trucchi, ben conosciuti in città?

Bilioso
698No, mai.

Passarello
699Beh, commissiona a tutti i pittori il proprio ritratto; quando l’hanno realizzato, lei trova meticolosamente un errore per ciascuno e non va mai a ritirare i quadri; allora loro, per vendetta, la raffigurano nei quadri come fanno in Germania e la appendono fuori dalle botteghe. Così tutti gli schifosi la conoscono meglio che se fosse stata portata sul carro della vergogna cinque volte.

Bilioso
700Per Dio, un’ottima politica.

Passarello
701Si fanno bagordi stasera, mio signore?

Bilioso
702Sì.

Passarello
703Bene mio signore, datemi il permesso di rompere il muso di un compagno che mi ha insultato.

Bilioso
704Il muso di chi?

Passarello
705Del giovane Ferrardo, mio signore.

Bilioso
706Fai attenzione; è molto valoroso. Ho sentito che ha combattuto otto duelli in cinque giorni, credimi.

Passarello
707Oh, è un gran attaccabrighe dunque? Beh, allora sarà anche un perfetto codardo.

Bilioso
708Come lo dimostri?

Passarello
709Beh, così. Chi litiga cerca scontri; e chi cerca scontri cerca la morte; e chi cerca la morte lo fa per non dover più combattere; e chi litiga e cerca modi per non dover più rispondere alla sfida di un altro uomo, è un codardo.

Bilioso
710Puoi riuscire a dimostrare tutto!

Passarello
711Tranne a dimostrarmi un ricco furfante, perché non posso adulare nessuno.

Bilioso
712Beh, non ubriacarti, mio buon pazzo; ci vediamo tra poco nella stanza della presentazione.

Escono.

[V.ii]

Entrano MALEVOLE e MAQUERELLE, da porte diverse, cantando.

Malevole
713“L’olandese per un beone”,

Maquerelle
714“Il danese per lucchetti dorati”,

Malevole
715“L’irlandese per il wisky”,

Maquerelle
716“Il francese per ()”.

Malevole
717Oh, tu, benedetta creatura! Devo nascondere una donna casta, la porrò sotto la tua custodia. Che nessuno sano di mente potrebbe sospettare che vada insieme a te. Ah, sei melodiosa Maquerelle, immagine di donna ed essenza di bestia.

Entra PASSARELLO.

Maquerelle
718Oh folle, sei pronto a venire a far bagordi con me? Presto la sala sarà piena.

Passarello
719Ah, come la contea è piena di avvocati.

Malevole
720Che cos’hai lì, folle?

Passarello
721Vino. Ho imparato a bere da quando sono partito come ambasciatore con il mio signore; berrò alla salute di Madame Maquerelle.

Malevole
722E perché? Sei solito inveire contro di lei.

Passarello
723Sì; ma da quando mi ha prestato denaro, bevo alla sua salute adesso, come i gentiluomini visitano i sensali, o come i cavalieri che mandano carne di cervo in città, per ricevere più denaro in prestito o per ottenere una più lunga scadenza nel pagamento.

Malevole
724Dammi la tazza. Bevo alla salute di Altofronto, il nostro duca deposto.

[Beve]

Passarello
725Lo farò anch’io. [Riprende la tazza e beve] E adesso un brindisi alla salute di Madame Maquerelle.

[Beve]

Malevole
726Puah! Non brindo alla sua salute.

Passarello
727E perché? Io l’ho fatto per il tuo signore.

Malevole
728Non m’importa.

Passarello
729Non brindi alla salute di Madame Maquerelle? Beh, allora io vomiterò sul tuo signore.

Malevole
730Aspetta; berrò.

[Prende la tazza e beve]

Maquerelle
731 [Rivolgendosi a Malevole.] Hai bevuto alla mia salute alla fine. – Folle, noi siamo amici.

Passarello
732Lo siamo? Lo siamo? Quando Grifone ha visto l’arpia gettargli le braccia attorno al collo, gettò via la spada e i maligni pensieri e la abbracciò per la vita con dolcezza. – Adieu, Madame Maquerelle.

Esce Passarello.

Malevole
733Che ne pensi di questo cambiamento di governanti?

Maquerelle
734In verità, mi pare molto buono; perché noi donne notiamo sempre che la caduta di uno è l’ascesa di un altro; alcuni saranno grassi, altri magri; alcuni saranno pazzi, altri gentiluomini; alcuni furfanti e altri ufficiali; alcuni mendicanti e altri cavalieri; alcuni cornuti, altri civili. Per esempio, io ho due cani a corte, i più festosi bastardi, uno si chiama Guardia e l’altro Acchiappa. Allora io, come la Fortuna, a volte amo il primo, altre volte vizio il secondo, a volte favorisco Guardia, più spesso mi aggrada Acchiappa. Ecco, il cane che più prediligo è quello che nutro; e lui è talmente famelico che quello che gli do nemmeno lo mastica ma lo ingoia intero, senza nessun piacere per quello che mangia, ma con grandi aspettative per quello che riceverà. L’altro cane allora –

Malevole
735Basta cani, dolce Maquerelle, basta cani. E che speranze nutri riguardo la Duchessa Maria? Abboccherà all’esca del Duca? Credi che verrà con noi?

Maquerelle
736Lasciami vedere, a che segno siamo adesso? Hai un calendario? A che segno siamo, lo sai?

Malevole
737Segno? E che importanza ha?

Maquerelle
738Oh, credimi, il più segreto dei poteri. Ascolta, un caldeo o un assiro, anche se sono sicura fosse un ebreo, mi disse “Corteggiate ogni donna nel giusto segno, e non sbaglierete”. Ma bisogna anche prenderla dell’umore giusto, poi; per esempio, quando il segno è Pesci, la moglie del pescivendolo è molto socievole; quando è Cancro, la moglie del puritano molto flessibile; quando è Capricorno, la moglie del mercante resiste appena; quando è Bilancia, la moglie dell’avvocato è molto arrendevole, specialmente se il marito è al tribunale; soltanto sullo Scorpione è pericoloso metter le mani. Il Duca ha mandato qualche gioiello, qualche pietra preziosa?

Entra il Capitano.

Malevole
739Sì, credo siano i migliori segni per mettersi in casa una signora. – Col vostro permesso, mio signore, devo parlare con Lady Maria, la Duchessa di Altofronto; devo entrare, per volontà del Duca.

Capitano
740È qui che vi concederà udienza. Mi è stata affidata la custodia della cittadella dal buon Altofronto, e per lui la manterrò fino a quando ne sarò in grado.

Malevole
741Lo farete? – [A parte] Oh cielo, un buon Cristiano in lucido farsetto! Capitan Coscienza, vi voglio bene, capitano. [A voce alta] Attendiamo. Esce il Capitano. – E che speranze nutrite sull’arrendevolezza della Duchessa?

Maquerelle
742Sarà dura. È la creatura più casta che ci sia; odia le scimmie, i giullari, i pazzi, e soprattutto gli uscieri-gentiluomini. Ha un trucco vile, non solo è veramente e modestamente onorabile per rispetto della propria coscienza, ma eviterebbe anche il minimo lascivo atteggiamento che possa creare sospetti, così, che Dio mi benedica, ha reso fuori moda l’insistenza al suo letto; riuscivo appena a ricavarci una mancia per la concessione dei favori di una dama una volta ogni quindici giorni.

Malevole
743Adesso, in nome dell’indecenza, quante verginità hai portato alla ghigliottina?

Maquerelle
744Fammici pensare. Che il cielo perdoni i nostri misfatti! – Ecco la Duchessa.

[V.iii]

Entrano MARIA e il Capitano.

Malevole
745Che Dio vi benedica, mia signora.

Maria
746Lo farebbe, se non foste qui.

Malevole
747Vi offriamo la proposta di un marito.

Maria
748Spero di averne ancora uno.

Maquerelle
749Lo giuro sul mio onore, non c’è miglior marito di un marito esiliato; è in un altro mondo adesso. Vi dirò, mia signora, ho sentito di una setta che affermava che quando il marito sta dormendo la moglie potrebbe legalmente intrattenere un altro uomo; perché allora è come se il marito fosse morto; figuriamoci quando è esiliato!

Maria
750Oh, disonesta creatura!

Maquerelle
751Puah, l’onestà non è che l’arte di sembrare tali. Per favore, cos’è l’onestà, cos’è la costanza se non favole inventate, strambe vecchie chiacchiere dei pazzi, inventante da chi, geloso, vuole far torto alla nostra libertà?

Malevole
752Cara Molly, chi vi ama è un duca, Mendoza. Vi manterrà splendidamente, vi amerà ardentemente, vi difenderà coraggiosamente, vi sposerà fastosamente e vi custodirà, a dispetto di Donzel e Rosicler. Ecco i gioielli. [Li offre a Maria] Se li volete, eccoli; se no, niente.

Maria
753Capitano, per l’amor di Dio, salvate una povera sventurata dalla tirannia della lussuriosa insolenza! Costringetemi a vivere nella più profonda segreta piuttosto che qui; qui intorno tutto è un inferno. – Oh mio caro Altofronto, ovunque tu respiri, lascia che la mia anima anneghi nell’ombra, prima che possa macchiare il tuo onore! Questo ti prometto; e fino a quando morirò, vivrò castamente.

Malevole
754Contro colui che può violare, com’è vano ogni litigio!

Maria
755Colei che possiede un coltello non teme la violenza. Mentre colei che avvolge i propri lombi nella lussuria, non possiede l’aspide di Cleopatra o le braci di Porzia. Che Dio vi perdoni!

Esce col capitano.

Malevole
756E che la paura del diavolo sia sempre con voi! Maquerelle, te lo dico, ho trovato una donna onesta. In verità, credo che, quando tutto è compiuto, anche le donne, come tutto il resto, siano alcune buone, altre cattive; alcune sante, altre peccatrici; che oggigiorno ogni cortigiano ha la sua milady, ogni capitano la sua prostituta, ogni cornuto le sue corna e ogni folle la sua piuma; e allora anche ogni donna ha le sue debolezze e le sue piume; e ogni sesso ha le sue – ah, non posso dire di più. [A parte] Oh Dio, com’è ripugnante questo giochetto per me! Che un duca sia costretto a recitare la parte del folle! Beh, stoltorum plena sunt omnia: è meglio recitarne la parte che essere un sovrano folle. – Allora, dove sono i tuoi trucchi, Madame Maquerelle?

Maquerelle
757Beh, non sai che viene detto che la diffidente e finta modestia è tipica delle donne e che la riluttanza serve soltanto a rendere più evidente la loro arrendevolezza? La dovete costringere; le donne sono come bambole di pezza, si infiammano in un momento.

Malevole
758Beh, se c’era tanto fuoco nella tua bocca, com’è che non l’hai accesa tu, non l’hai fatta ardere?

Maquerelle
759In realtà si, però te lo dico adesso, sei stato eccessivo.

Malevole
760Il giusto per infiammare una bambola di pezza.

Maquerelle
761Sei stato troppo agitato, troppo impetuoso, e invece –

Malevole
762Continua, continua, debole ruffiana; adesso lo vedo, è più facile che il fuoco della terra bruci gli stessi cieli, piuttosto che tutto questo ardore sciolga una mente casta. Vattene via, vile imbrogliona! Ti farò sollevare dal tuo incarico. Com’è possibile? Non ottenere una benché minima speranza, trovandosi in una posizione tanto favorevole.

Maquerelle
763Beh, in realtà penso, è la mia modesta opinione, che non l’abbiamo presa nel giusto segno; il sangue non era nelle giuste vene, di sicuro.

Esce.
Entra BILIOSO.

Bilioso
764Fate largo! Il Duca sta tornando dall’insediamento al trono. – Malevole! –

Malevole
765“Sparisci, furfante!”

Bilioso
766Malevole –

Malevole
767“Via di qua, furfante dalla bocca larga e rozza – via di qua!”

Bilioso
768Ah, dolce Malevole, da quando sono tornato ho sentito che sei diventato quello che avevo sempre predetto saresti stato, una virtù all’avanguardia, una fedeltà impiegata degnamente, un favorito, mio caro amico. Andiamo; com’era? Si quoties peccant homines…, come se ogni volta che un cortigiano si comporta da canaglia, gli uomini onesti dovessero arrabbiarsi – Beh, guardati, dovremmo discutere, spergiurare insieme qualche volta.

Malevole
769O essere dannati, qualche altrauna volta per tutte.

Bilioso
770Giusto! Nemo omnibus oris sapit. E nessun uomo può sempre essere onesto. La necessità spesso deprava la virtù.

Malevole
771Vi raccomanderò al Duca.

Bilioso
772Siamo amici.

Malevole
773E canaglie.

Bilioso
774Giusto! Dobbiamo avere successo e comprare titoli; la nostra autorità signorile vivrà e la nostra furfanteria sarà dimenticata.

Malevole
775Chi vuole ottenere ricchezza ad ogni costo, non si vergogna mai dei mezzi che usa.

Bilioso
776Vero.

Malevole
777Perché l’impudenza e l’infedeltà sono i pilastri della grandezza.

Bilioso
778Per Dio, come sei profondo.

Malevole
779E voi, per Dio, profondamente canaglia. Sparite, vecchia dannazione!

Bilioso
780Tranquillo, tranquillo! Se non vuoi essermi amico perché sono una canaglia, non essere una canaglia con me, perché io ti sono amico, e te l’ho reso noto. Silenzio, i corni!

[V.iv]

Entrano PREPASSO e FERRARDO, due Paggi con lanterne, CELSO ed EQUATO, MENDOZA in abiti da duca, e GUERRINO.

Mendoza
781Su, su; lasciateci soli. [Escono tutti, tranne Malevole e Mendoza] Rimani; dov’è l’eremita?

Malevole
782Con il Duca Pietro, con il Duca Pietro.

Mendoza
783È morto? È stato avvelenato?

Malevole
784Morto come il Duca.

Mendoza
785Bene, perfetto; non spiattellerà i segreti. La salvezza vive nel segreto. Vieni qua, vieni qua.

Malevole
786Fai un tale odore di malvagità che la mia natura non può sopportarlo.

Mendoza
787Come dici, che odore? Com’era Maria, cos’ha risposto alla nostra richiesta?

Malevole
788Fredda, come il ghiaccio; è ostinata.

Mendoza
789Allora morirà; così è deciso, morirà. Le cattive azioni volano sicure solo grazie ad altre cattive azioni.

Malevole
790Puah! Per scelera semper sceleribus tutum est iter.

Mendoza
791Che? Cosa sei, un maestro? Un politico? Sicuramente un furfante.

Malevole
792Chi, io? Sono stato due volte vice sceriffo, signore. Beh, potrei criticare qualcuno dei grandi ed essere suonato di santa ragione, oppure sposare una ricca nobildonna genovese e poi partire immediatamente.

Mendoza
793Partire una volta sposato?

Malevole
794Ahi, com’è abitudine del vostro giovin signore, che era così tanto pigro da celibe che non si è mai spinto molto più in là dell’università, ma dopo essersi sposato, ha tagliato la corda e, voilà, Inghilterra!

Mendoza
795E perché l’Inghilterra?

Malevole
796Perché non ci sono bordelli lì.

Mendoza
797E nemmeno cortigiane?

Malevole
798Nemmeno; la prostituta è scomparsa insieme ai bordelli e la donna da facili costumi è ricomparsa con i Puritani.

Mendoza
799Puoi avvelenare?

Malevole
800Sicuramente; né un ebreo, né un farmacista né un politico farebbero di meglio. Ascoltate, c’è una scatola. Chi vorreste avvelenare? Qui c’è una scatola, [gli consegna una scatola] che, una volta aperta e inalatone il fumo, purifica la mente, avvolgendo immediatamente qualsiasi segno vitale in un sonno incosciente e profondo per dodici ore. Ce n’è un’altra, [gliela da] che, aperta sotto le narici di colui che dorme, soffoca tutti gli istinti vitali, e lo uccide immediatamente.

Mendoza
801Farò esperimenti; è bene non essere ingannati. – Avanti, avanti, cazzo! Sembra che avveleni Malevole, che cade a terra, come se fosse morto. Perché temere chi si può distruggere? La morte non ha né denti né lingua; e vergona, omicidio, infamia e torto sono gli schiavi di chi è potente. – Celso!

Entra CELSO.

Celso
802Mio onorato signore?

Mendoza
803Il buon Malevole, l’uomo dalla lingua schietta, ahimè, è morto all’improvviso, e in maniera strana. Lo abbiamo tenuto in grande considerazione. Celso, occupati di seppellirlo, occupatene tu.

Celso
804Sarà fatto.

Mendoza
805E, Celso, ti prego, abbi cura di organizzare una festa stasera per celebrare solennemente la nostra incoronazione; della musica, un ballo in maschera. Daremo un gran bel benvenuto a Maria, la duchessa del bandito duca Altofronto. La condurrai qui a palazzo dalla cittadella. Pensa a qualche travestimento.

Celso
806Di che tipo, mio buon signore?

Mendoza
807Di che tipo? Beh, qualsiasi trucco veloce da realizzare, come se i fantasmi dei coraggiosi duchi di Genova fossero scesi dal Paradiso, guidati da Mercurio perbacco, per congratularsi della nostra buona sorte; qualcosa di questo tipo, qualche trucco proveniente da lontano, adatto alle signore, qualche vecchio giocattolo o dell’altro, non importa, solo fa che sia una mia idea. Lo preparerai tu; non è che per rispetto della moda. Nulla di spaventoso; deve solo piacere. Preparalo.

Celso
808Sono al vostro servizio.

Mendoza
809Grazie mille; le nostre mani sapranno ricompensarti generosamente; addio. (A parte) Adesso il mio tradimento è al sicuro, non posso cadere. Il danno che prospera è chiamato virtù dagli uomini. Non mi fiderò di nessuno; chi ottiene la corona con l’inganno, la mantiene con l’acciaio; nessun uomo respira sicuro fuori dai ranghi meritati; la folla mormorerà “Pazzo!” Chi non sopporta il disprezzo, non può regnare. Il più importante segreto per un uomo di stato è vivere indifferente all’odio impotente.

Esce MENDOZA.

Malevole
810 (Si alza e parla) A morte il dannato ladro! Prenderò parte al ballo in maschera; così avrai qualcuno dei coraggiosi spiriti degli antichi duchi.

Celso
811Mio signore, che trucco eccezionale!

Malevole
812Il migliore, caro Celso, avvelenato con una scatola vuota! Presto ti racconterò tutto. La mia signora viene a corte; la ruota della fortuna sta girando per noi; il capitano della cittadella è dalla mia parte, il popolo prega per me, e Dio stesso mi sostiene. Allora coraggio, Celso! Che nessun evento disastroso può colpire chi non lascia che Dio sopra se stesso.

Escono.

[V.v]

Entrano PREPASSO e BILIOSO, due Paggi prima di loro; MAQUERELLE, BIANCA, ed EMILIA.

Bilioso
813Fate largo, fate largo per le signore! Che, galantuomini, non tollerate che le signore entrino in sala? Eh, damerini! E voi, signor, far sgocciolare la torcia dove le bellezze devono sedersi!

Prepasso
814E c’è un tale, grande e grosso, che si sta comportando da canaglia; perché non lo colpite?

Bilioso
815Lasciatelo fare, per l’amor di Dio! Credi che non abbia abbastanza cervello da colpire un uomo più grosso? – La musica! Più luci! Palchi dove far bagordi! Sentite? Fermate gli imbucati alla porta, che implorino il diavolo in persona per entrare. Lasciamo le signore e andiamo a vedere se i signori sono pronti per loro.

Escono tutti, tranne le signore.

Maquerelle
816E, in verità, bellezze mie, perché non vi vestite un po’ più alla moda? Questo modello è vecchio; dovreste vestire più alla moda. Guardatevi, dovreste andare tutte in feltro, cappello di feltro con piume, feltro sulle vostre teste. Guardatevi, sono fuori moda ormai. E, non l’avete sentito? Dovete indossare la baverina, introdurvi alla nuova moda. È una tal noia attaccarsi la gorgiera, quando invece la candida baverina, che cade da sola, vale la pena; e ancora, se aveste la possibilità di fare un sonnellino nel pomeriggio, la vostra baverina non richiederebbe nessun trucco per riprendere forma. Credetemi, nessuna moda è comparabile a questa, lo giuro.

Bianca
817E St. Andrew Jaques, lo scozzese, non è un giovane galante adesso?

Maquerelle
818Per la mia verginità, ah, lui e l’onore si accoppiano come un abito di satin e dei calzini di lana.

Emilia
819E il Maresciallo “fate largo”, il mio nuovo corteggiatore in riversione, non è invece un vero gentiluomo?

Maquerelle
820Sì, in rerivversione, così ha ottenuto la carica; anzi, in verità, ha ottenuto tutto in riversione: la sua amante, i suoi abiti, la sua astuzia, tutto in riversionereversione. In verità è un mio pretendente, per avere il mio cane, in reversione. Ma, per la vera verità, ah!, è davvero un gentiluomo in riversione perché – e infatti, come si addice ad un gentiluomo, ha la barba rossa e un bel paio di gambe torte.

Bianca
821Anche se, a onor del vero, sono più attratta dal Conte Quidlibet Quodlibet; non è un bell’elegante e attivo gentiluomo?

Maquerelle
822È uno dei gentiluomini con la mano più sveltae; fa strillare tutte le fanciulle in maniera rivoltante.

Entra nuovamente BILIOSO.

Bilioso
823Spazio! Fate largo! Entra il Duca; tutti in piedi, gentilmente! Per amor del cielo, aiutate le signore ad alzarsi! Forza, le trombe, le trombe!

[V.vi]

Entra PREPASSO, raggiungendo BILIOSO; due Paggi con lanterne, FERRARDO e MENDOZA; dall’altra porta, due Paggi con lanterne e il Capitano, che fa entrare MARIA; Il Duca va incontro a Maria e la raggiunge; gli altri indietreggiano.

Mendoza
824Signora, ascoltate la mia richiesta con orecchio gentile; la salvezza di un regno dovrebbe valere di più di semplici preoccupazioni per dei riti trascurabili; il matrimonio è essenzialmente uno stratagemma della natura. Allora dato che, fino a quando i nostri letti non saranno uniti, la paura e il tumulto minacciano lo stato, siate saggia quanto bella e cedete spazio al fato.

Maria
825Che cosa volete voi, dolore della nostra casata? Voi, perenne demonio, siete stato voi a bandire il mio nobile marito!

Mendoza
826Io?

Maria
827Ahi, con i vostri intrighi, con i vostri neri stratagemmi. Dodici lune sono passate da quando contemplavo l’amata presenza del mio caro signore. Oh voi, di gran lunga peggiore della stessa Morte! Essa non separa che l’anima dal debole corpo; ma voi avete diviso un’anima da un’altra, che la stessa mano di Dio aveva unito. Voi scarso d’onore e pieno d’astuzia malvagia!

Mendoza
828Bene, posso tenere a freno la vostra troppo sfrenata libertà di parola. Posso e lo farò.

Maria
829Cosa potete?

Mendoza
830Basta! Vostro marito morirà in esilio.

Maria
831Chi è saggio è sempre a casa, in ogni luogo.

Mendoza
832Non lo vedrete mai più. La ragion di stato dovrebbe controllare l’amore.

Maria
833Non vederlo più? Per colei che ama sinceramente, l’amore si mantiene sempre nell’anima.

Mendoza
834Siete solo una donna; dovete cedere.

Maria
835Oh, innata modestia, salvami, tu unico ornamento del pudore di una donna!

Mendoza
836Pudore? Al diavolo, sarò il vostro tormento.

Maria
837Fatelo. Intensificate i tormenti, provate qualsiasi danno; se devo morire sarò fedele fino alla morte al mio signore.

Mendoza
838Voi, tanto ostinata, morirete. – Capitano, la vita della signora è ceduta alla giustizia; l’abbiamo interrogata e abbiamo scoperto che è stata lei ad avvelenare l’eremita; per questo ordiniamo il carcere duropiù duro degli arresti. – Così dato che non ci farete del bene, non ci farete nemmeno alcun danno; è col sangue che il tiranno raggiunge la pace.

Maria
839Oh, come siete clemente! Oh, clemente diavolo preferisco essere condannata per un finto omicidio, piuttosto che essere dannata a causa vostra! Non piangerò più; venite, cingete la mia fronte con fiori; festeggia e danza, oh anima, è esaudito il tuo desiderio, muori da sposa; oh mio povero cuore, morirai casto.

Entra AURELIA in abiti di lutto.

Aurelia
840“La vita è un gelo di fredda felicità, e la morte il disgelo della nostra vanità”. Non l’ha scritta un onesto chierico?

Mendoza
841Chi l’ha fatta entrare?

Bilioso
842Tacete!

Prepasso
843Silenzio!

Aurelia
844Ahimè, la disgrazia è dappertutto. La triste miseria, nonostante le porte doppie, entrerà anche a corte.

Bilioso
845Silenzio!

Aurelia
846Ho finito. Due parole: “Fate attenzione!”. Ho finito.

Entra MERCURIO, accompagnato da une forte musica.

Mercurio
847Mercurio, nato sul monte Cillene, dio degli spiriti, che abitano le tetrdelle ombre tetre che abitano le regioni infernali, invoca quattro famosissimi duchi di Genova, che facciano di questa stanza il proprio Elisio, per trascorrere questa notte con canti e danze, i divertimenti più dolci per la corte.

Aurelia
848Siete il dio degli spiriti? Ho una causa pendente negli inferi, tra me e la mia coscienza; vorrei volentieri che mi aiutaste a trovare un avvocato.

Bilioso
849Mercurio stesso può farvi da avvocato, signora.

Aurelia
850No, davvero, ha una faccia troppo buona per essere un bravo avvocato.

Prepasso
851Silenzio, tacete! Mercurio presenta il masque.

Trombe: mentre le trombe iniziano a suonare entra il masque: MALEVOLE, PIETRO, FERNEZE e CELSO, in abiti bianchi, con corone da duca su ghirlande d’alloro; pistole e pugnali sotto le vesti.

Mendoza
852Celso, Celso, corteggia Maria per me. Signora siate gentile, ascoltate.

(Malevole prende sua moglie per un ballo)

Maria
853Con me, signore?

Malevole
854Sì, ballerò con te, che amo più della mia vita.

Maria
855Beh, allora state danzando con la morte. Ma prego, mio signore, non sono mai stata tanto predisposta alla gioia. La morte dà all’eternità un respiro glorioso; oh, chi muore con onore, perché dovrebbe temere la morte?

Malevole
856Teme la morte solo chi vive nella malvagità.

Mendoza
857Sì, credetegli, mia signora, e lasciatevi guidare da lui.

Pietro
858Mia signora, permettete?

(Pietro prende sua moglie Aurelia per un ballo)

Aurelia
859Desiderate qualcuno che vi rattristiessere triste?

Pietro
860Non ne ho bisogno, lo sono già.

Aurelia
861Oh, allontanatevi dalla mia mano! Via! Fuggite, fuggite! Oh, non cercate colei che vuole solo morire!

Pietro
862Oh, povera anima amata.

Aurelia
863Come? Corteggiate la sventura?

Pietro
864Sì.

Aurelia
865Arriverà troppo presto. Oh, il mio cuore addolorato!

Pietro
866Mia signora, smettila, smettila. Balliamo, vieni; sii libera una volta per tutte dal dolore.

Aurelia
867Siete un uomo triste?

Pietro
868Sì, mia dolcezza.

Aurelia
869Allora andremo d’accordo.

Ferneze prende Maquerelle e Celso Bianca, per ballare. Le trombe suonano, una danza, un cambio e poi una pausa.

Ferneze
870 (A Bianca) Credetemi, mia signora; dovrei giurarlo? Lasciate che vi diverta in privato e vi sposerò, lo giuro, sulla mia anima.

Bianca
871Avrei preferito giuraste sul corpo; credo proverebbe un più attento giuramento da parte vostra.

Ferneze
872Giuro su entrambi allora, per farvi piacere.

Bianca
873Non dannateli entrambi per me, per amore di Dio!

Ferneze
874Davvero, mia dolce creatura, lasciate che vi goda stanotte e vi sposerò domani tra due settimane, lo prometto, ah!

Maquerelle
875“Lo prometto, ah!” Non credergli; questo tipo di inganno è stantio come il farsetto profumato di Ser Oliver Acciuga. Una promessa di matrimonio da un giovane gentiluomo, per condurre una giovane vergine al paradiso degli stolti, farla diventare una gran donna, e poi sbarazzarsi di lei – è tanto comune e naturale per un cortigiano, come l’invidia per un mercante, l’ingordigia per un puritano, la saggezza per un consigliere anziano, l’orgoglio per un sarto, o un paniere vuoto per le sgualdrine da quattro soldi. “Lo prometto, ah!” Non credetegli: sono trappole per acchiappare puzzole.

Malevole
876 (A Maria) Mantieni la calma; non lasciare che una passione repentina si riveli nei tuoi occhi.

[Si smaschera]

Maria
877Oh, mio Altofronto!

Pietro
878 (Ad Aurelia) Le gelosie di un tiranno sono molto deboli; le accetterete tutte?

[Si smaschera]

Aurelia
879 (A Pietro) Il mio cuore, e non le mie ginocchia, dovrebbero cadere umilmente più in basso della terra per te.

Malevole
880Silenzio. Nuovo cambio. Non una parola.

Maria
881Perché dovrei?! Oh, cosa permette la volontà!

Le trombe suonano di nuovo; i danzatori si smascherano.

Mendoza
882Malevole!

Circondano Mendoza, puntandogli contro le pistole.

Malevole
883No.

Mendoza
884Altofronto! Il Duca Pietro! Ferneze! Ah!

Tutti
885Duca Altofronto, Duca Altofronto!

Forte squillo di trombe.

Mendoza
886Colto in agguato! Quale straordinaria illusione inganna i miei sensi ? Sto sognando? O stavo sognando nei due giorni appena passati? Dove sono?

Catturano Mendoza.

Malevole
887Dove dovrebbe stare un arcimalvagio.

Mendoza
888Lasciatemi respirare fino a quando sarò pronto a morire. Per amor del cielo, per amore delle vostre coscienze, risparmiatemi la vita!

Pietro
889Ignobile furfante, a cui né cielo né inferi, né divinità né uomo, potrebbero fare del bene!

Malevole
890Vile sleale miserabile, che grazia puoi aspettarti, tu che hai prosperato senza vergogna nella mancanza di grazia?

Mendoza
891Oh, risparmiatemi la vita!

Malevole
892Canaglia, prenditi la tua vita. Se avessi avuto possibilità di difenderti, con sangue e ferite, gli orrori più duri di una guerra civile, ti avrei ucciso; ma così prostrato ai miei piedi mi rifiuto di ferirti: tale è il cuore dei furfanti, che si degnano di trionfare sulle tombe dei contadini; ed è questo che sei perché non è la nascita che iscrive un uomo tra i re, ma un’anima nobile. Oh, ho visto terribili disgrazie di stato! L’adulatore che, come l’edera, si arrampica sulla quercia, e la distrugge dall’interno; la lussuria così’ propria dell’uomo come lo recidiva che lo stesso nero atto del peccatotradimento non si vergogna di essere chiamato corteggiamento. Oh, coloro che sono tanto grandi come i loro peccati, ricordino che il popolo volubile ama principi diversi per i loro volti e per l’apparenza esteriore; e che desiderano maggiormente vedere questo che le virtù. Che i grandi uomini lo tengano a mente: quando non rispettano le condizioni concesse dai cieli, non solo non sono sovrani, ma perdono il diritto a tale condizione.

Maquerelle
893Oh, mio buon signore, ho vissuto a corte per vent’anni; coloro che sono stati vecchi cortigiani e vanno a vivere in città, vengono disprezzati e scagliati al muro come albicocche, mio buon signore.

Bilioso
894Mio signore, vi ho riconosciuto sotto questo travestimento; mi avete sempre sentito dire, che se Altofronto fosse tornato, mi sarei schierato dalla sua parte. Inoltre, è stato vostro piacere chiamarmi cornuto e becco, pensate che, se non l’avessi saputo, avrei sopportato così pazientemente?

Malevole
895 (Ai cortigiani) Voi, anime felicissime, asciugate i vostri occhi bagnati da troppo tempo. (Calcia via Mendoza) Portate via quest’uomo! L’aquila non piglia mosche. (A Maquerelle) Tu, alle periferie. Voi due, ritornate ai vostri voti nuziali. (A Bilioso) Tu, non ti concederei nemmeno al mio peggio amico; perfetta vecchia canaglia. (A Celso e al Capitano) Voi, viviate sereni. Voi due, al mio petto. (A Maria) E tu, nel mio cuore. Il resto degli inutili irrilevanti attori se ne vada via pigramente; e per quando mi riguarda, riassumo il mio titolo, cosa di cui tutti, spero, saranno felici. A tutti voi, buonanotte. Un crescendo di trombe. Escono tutti.

FINE

EPILOGO

896Il vostro decoroso silenzio, pieno di attenta tranquillità, mi porta a parlare così: una cattiveria volontaria è imperdonabile, ma un errore involontario, come quello che proviene dal troppo sconsiderato fervore giovanile, possiamo definirlo colpa ma non peccato. I fiumi prendono nome dalle fonti da cui si originano. Quindi non lasciate che un occhio troppo severo esamini le piccole imperfezioni della nostra Musa riformata, che sa bene quanto sia facile correggere gli errori, sebbene ad alcuni uomini costi parecchio. In verità, qualche imperfezione è concessa, se il fine della scrittura non è la saggezza ma il divertimento. Allora, fino a quando la Musa di qualcun’altro di più adatto non comparirà, fino a quando la sua Talia non intratterrà le vostre orecchie istruite, ai cui meritevoli studi notturni il Fato soddisfatto concede che l’Arte sia superiore alla Natura, e il Giudizio all’Arte, ricevete quest’opera, che non si inibisce né per la speranza né per la paura: colui che sa, conosce meglio quello che non sa.