Scena I
La foresta di Waltham.
Entrano Jasper e Luce.
JASPER
Vieni, mia cara cerbiatta! anche se abbiamo perduto
la strada, non abbiamo perduto noi stessi. Non siete
stanca del vagabondaggio di questa notte, che ha interrotto
il vostro riposo? Non avete paura dei terrori di questo buio,
nella foresta selvaggia e disabitata?
LUCE
No, amico mio migliore; non posso né aver paura
né aver pensieri di stanchezza mentre voi (che soddisfate
tutti i miei desidèri) mi siete vicino. Còntino i lunghi passi
faticosi e numerino il tempo, si spaventino a un'ombra e si
sentano gelare il sangue, coloro che perdono le speranze e
vivono per languire nella folla degli amanti abbandonati;
ma io (che ho ogni contento e ogni quiete), cosí m'avvicino
al mio caro amore, e cosí lo abbraccio.
JASPER
M'avete cosí preso, Luce, e cosí stretto, che fin
ch'io viva sarò il vostro fedele prigioniero, e porterò queste
catene per sempre. Venite, sedete, e riposate il vostro corpo,
troppo, troppo delicato per queste fatiche. Cosí! volete dormire?
Su, non vi fate piú forte che non siate; so che queste
veglie non sono per voi, ché le donne non son soldati. Non vi
irrigidite stupidamente, ma accondiscendete: dormite, vi prego.
LUCE
Non posso dormire; in verità. Non posso, amico mio.
JASPER
E allora canteremo; e vedremo come la musica
agirà sui nostri sensi.
LUCE
Canterò, o parlerò, farò qualunque cosa, ma non
voglio dormire.
JASPER
Vieni, piccola sirena, portami via il cuore con la
tua voce incantevole.
LUCE
Vi burlate di me, Jasper.
Canzone
JASPER
Dimmi, cara, cos'è amore?
LUCE
È una folgore del cielo;
È una freccia, è un fuoco,
È un bimbo che chiaman Desio.
È un sorriso
Che inganna…
JASPER
… i poveri cuori degli uomini che lo provano.
Dimmi ancora: son fedeli le donne?
LUCE
Certe mutan d'amore, come voi.
JASPER
Sono belle, e mai cortesi?
LUCE
Sí, se gli uomini mutan col vento.
LUCE
Sempre pronte,
Quelle che amano, ad amar di nuovo.
JASPER
Non lo nasconder più; vedo il dio greve del sonno
posare sulle tue palpebre la sua verga pesante.
LUCE
Sono proprio assonnata.
(Dorme).
JASPER
Dormi, dormi, e un quieto riposo coroni i tuoi
dolci pensieri! Stieno lontani dalla tua bellezza le agitazioni
del sangue, i sobbalzi, gli orrori e le ombre paurose! tutti i
tuoi sonni sieno gioia, e caste delizie, abbracci, desidèri, e quei
nuovi piaceri che l'anima rapita dona ai sensi! Ecco; i miei
incantesimi hanno servito. – Proteggetela voi, forze divine,
mentre io contemplo la ricchezza e la beltà della sua mente!
È soltanto bella e costante, soltanto cortese. E soltanto per
te, Jasper! Oh mia gioia! dove mi porterai? La piena delle
mie povere speranze sepolte non s'unisca e non gravi sull'animo;
sono debole! Taluni dicono (seppur si sbagliano) che il
mare e le donne son governati dalla luna; l'uno e l'altro hanno
flussi e riflussi, e son pieni di mutamenti. Ma per quelli che
sanno e rettamente giudicano, queste non sono che opinioni
ed eresie, per generare una piacevole guerra tra i nostri umori,
che senza di essa non conoscerebbero la gioia dell'amor di poi
e le trepidazioni presenti: i doni migliori di Cupido. Oh tu,
fanciullo, nato dalla disperazione; io non oso implorarti, poiché
la mia amata è libera dalle imperfezioni femminili, e nelle
sue perfette virtú è superiore a ogni uomo. Per sincerarmi
e accrescere la mia felicità, benché io sia certo e sicuro del
suo amore, la voglio mettere alla prova, sí che il mondo e la
memoria possan cantare la sua costanza nel tempo avvenire.
(Sguaina la spada).
Luce! Luce, svégliati!
LUCE
Amico, perché mi fai paura con quello sguardo
corrucciato? Perché hai la spada nuda in mano? chi ti ha
offeso? Ti prego, Jasper, dormi; la stanchezza della veglia
ti fa uscir di senno.
JASPER
Prepàrati a salire in cielo, e di' addio al mondo
e a tutte le sue perfidie; t'aspetta un'altra vita.
LUCE
Oh, Jasper, come posso, in questa tenera età,
aver commesso del male, e soprattutto contro l'uomo che amo,
da meritare di morire cosí immaturamente?
JASPER
Sciocca ragazza, come puoi credere ch'io sapessi
amare la figlia di colui che dalla fortuna m'ha buttato nel nulla?
Che mi cacciò dal suo servizio, chiuse le sue porte alla mia povertà,
e scherní le mie preghiere, e mi lasciò andare come una
nave senza vela, perché restassi a galla o andassi a fondo?
Vieni: tu morirai di questa mano! La tua vita e il tuo sangue
debbono vendicare i torti che tuo padre m'ha fatti.
MOGLIE
Corri, corri, George. Sveglia le guardie di Ludgate
e fatti dare un mandato d'arresto per questo malvagio furfante!
– Mi raccomando a voi, signori! fate che sia giustizia!
– O cuor mio, che farabutto è quello, che vuol trucidare
una povera donna innocente!
CITTADINO
Amore mio, sta sicura, lo metteremo in gabbia.
LUCE
Oh, Jasper, non essere crudele! Se vuoi uccidermi,
sorridi, e sii pronto, e non far che mille morti compaiano
davanti a me! Son donna, fatta di paura e d'amore, una debole,
debole donna; non m'uccidere con i tuoi occhi! Mi trapassano
da parte a parte. Colpisci, sono pronta; e, pur morendo,
ti amo.
Entrano Venturewell, Mastro Humphrey e suoi Uomini.
JASPER
(a parte) Basta; ora tornerò in me.
HUMPHREY
Eccolo, eccolo, con la spada nuda nella mano,
come un marziale cavaliere. Guardatevi dunque dal battervi,
voi che siete saggi; poiché fossi anche il buon sir Bevis,
non aspetterei d'incontrarlo, col vostro permesso.
VENTUREWELL
Gaglioffo, ridammi mia figlia!
VENTUREWELL
Diamogli addosso, allora.
(Strappano Luce a Jasper).
MOGLIE
Bene: dategli, dategli! Feritelo alle gambe, ragazzi,
feritelo alle gambe!
VENTUREWELL
Venite, mio bel signore! Procurerò una
gabbia per voi, che siete diventato cosí buono. – Mettetela
a cavallo, e portatela via!
HUMPHREY
In verità sono lieto che le vostre forze abbiano
vinto la battaglia.
(Escono Tutti, meno Jasper).
JASPER
Sono andati via, e son ferito, e il mio amore è
perduto, e non la riavrò mai piú. Oh me infelice! Sanguina,
sanguina e muori! Non posso. O mia follía, tu m'hai tradito!
Speranza, dove sei fuggita? Dimmi, se ancora sei presente:
rivedrò l'amor mio? Oh no! Non degnerà d'uno sguardo il
suo carnefice, ed è giusto sia cosí! Eppure debbo provare.
O Ventura, oppure tu, Fortuna, o chiunque sii tu, che gli uomini
adorano possente, ascolta il mio grido, e fa che io viva amando
o muoia perdendo il mio amore!
(Esce).
MOGLIE
Se n’è andato, George?
CITTADINO
Sí, coniglietta mia.
MOGLIE
Perdiana, e lascialo andare, amor mio! Per la
mia fede e per il corpo mio, m'ha messa tanta paura che
tremo, come si suol dire, pari a una foglia di tremula. Guarda
il mio mignolo, George, come trema! Davvero son rimasta
male tutta quanta, dalla paura!
CITTADINO
Vieni, che ti stringa fra le mie braccia, dolcezza,
topolino mio; egli non ti farà piú paura. Ahimè, il mio
cuoricino, come batte!
Scena II
Una stanza nella "Locanda della Campana".
Entrano Mistress Merrythought, Ralph, Michael,
Tim George, l’Oste e un Garzone.
MOGLIE
Oh, Ralph! come stai, Ralph? Come hai dormito
stanotte? il cavaliere ti ha trattato bene?
CITTADINO
Zitta, Nell; lascia stare Ralph.
GARZONE
Padrone, il conto non è pagato.
RALPH
Cavaliere cortese, che per amore del tuo ordine, al
quale ti sei dedicato, appendesti qui fuori la santa Campana,
come io porto intorno questo Ardente Pestello, rendiamo
grazie alla tua possente persona, alla tua bella moglie, e ai
tuoi gentili scudieri, per aver cosí rinfrescato le nostre membra
spossate irrigidite da duri cimenti in questo deserto selvaggio.
GARZONE
Signore, ci son dodici scellini da pagare.
RALPH
Oh allegro scudiero Garzone, grazie a te per aver
confortate le anime nostre con una duplice coppa! E se
l'avventurosa Fortuna mai ti pungesse, e tu, allegro scudiero,
volessi seguire la carriera delle armi, ricòrdati di difendere
la causa di ogni dama, d'ogni vero cavaliere e d'ogni
cortese damigella! Ma spandi il sangue dei Saraceni traditori,
e dei falsi incantatori, che con magici incanti sono stati la
morte di molti nobili cavalieri.
OSTE
Tu, coraggioso cavaliere del Pestello Ardente, porgimi
orecchio; ci sono dodici scellini da pagare; e, come è
vero che son cavaliere, non ribasserò un quattrino.
MOGLIE
Dimmi, George, ti prego, Ralph dovrà pagare
dodici scellini, adesso?
CITTADINO
No, Nell, no; non dovrà pagar niente. Il
vecchio cavaliere scherza con Ralph.
MOGLIE
Oh, è soltanto questo? Ralph saprà scherzare
quanto lui.
RALPH
Cavaliere, questo vostro buon umore ben vi si
addice; ma, per ripagare questa vostra liberale cortesia, se
uno dei vostri scudieri volesse seguire la carriera delle armi,
riceverà dalle mie eroiche mani l'investitura di cavaliere, per
virtú di questo Pestello.
OSTE
Bel cavaliere, vi ringrazio per la vostra nobile
offerta; ma pertanto gentil cavaliere, dovete pagare dodici
scellini, o vi farò arrestare.
MOGLIE
Lo vedi, George? non te l'ho detto? Il cavaliere
della Campana fa sul serio. Ralph non deve restar suo debitore.
Dagli il suo danaro, George, e che vada a impiccarsi.
CITTADINO
Arrestare Ralph? No. – Fermatevi, signor
cavaliere della Campana! Ecco il vostro danaro; avete altro
da dire a Ralph, adesso? Arrestare Ralph!
MOGLIE
Vorrei che sapeste che Ralph ha amici che non
permetteranno sia messo in prigione nemmeno per dieci volte
tanto, e nemmeno per dieci volte ancora. Adesso, segui la
tua strada, Ralph!
MISTRESS MERRYTHOUGHT
Vieni, Michael; noi ce ne andremo
a casa da tuo padre; gli rimane quanto basta per mantenerci
un giorno o due; e manderemo in giro dei banditori,
che trovino la nostra borsa e il cofanetto. Andiamo, Michael?
MICHAEL
Sí, vi prego, mamma; davvero ho i piedi pieni
di geloni, dal gran viaggiare.
MOGLIE
Ah sí, questi geloni sono un gran brutto male.
– Signora Allegria, quando il vostro ragazzo sarà a casa,
fategli stropicciare la pianta dei piedi e i talloni e le caviglie
con una pelle di topo; o, se nessuno di casa è capace di prendere
un topo, quando andrà a letto, fategli dimenare i piedi
nella cenere calda, e vi garantisco che gli farà bene; e fategli
passare le dita in mezzo alle dita dei piedi, e che le annusi;
è un rimedio davvero sovrano per la testa, se è costipato.
MISTRESS MERRYTHOUGHT
Signor Cavaliere del Pestello
Ardente, mio figlio Michael e io vi salutiamo. Ringrazio di
tutto cuore vostra signoria per la vostra bontà.
RALPH
Addio, bella dama e tenero scudiero! Se nel
cavalcare per questi deserti sentirò dire di qualche cavalier
traditore, che per sua malvagità abbia preso il vostro cofanetto
e la borsa, glieli torrò di mano e li ridarò a voi.
MISTRESS MERRYTHOUGHT
Ringrazio vostra signoria.
(Esce con Michael).
RALPH
Nano, porta il mio scudo; scudiero, alza la lancia;
– e ora, addio, cavaliere della santa Campana!
CITTADINO
Sí, sí, Ralph, tutto è pagato.
RALPH
Ma ancora, prima ch'io me ne vada, parlate, degno
cavaliere, ditemi se sapete di pericolose avventure, nelle quali,
con il suo valore, un cavaliere errante possa ottenere eterna
fama, e liberare delle buone anime da eterni ceppi d'acciaio
e da lunghi tormenti.
OSTE
Qua, bricconcello, va da Nick barbiere, e digli di
prepararsi come ti ho detto: presto.
(Esce).
OSTE
Signor cavaliere, questo deserto non offre se non
la grande avventura, nella quale molti cavalieri han provato
il loro coraggio, e se ne son dovuti andare con vergogna; e
nella quale non vorrei perdeste la vita: non contro un uomo,
ma contro un furioso dèmone infernale.
RALPH
Parlate, cavaliere; dite chi è e dov'è; poi che io
qui giuro sulla mia fiammeggiante insegna di non passare
un sol giorno tranquillo, ma di mangiare soltanto pane e acqua,
e l'erba verde e le rocce saranno il mio giaciglio, fino a quando
io non abbia ucciso quell'uomo, o bestia, o demonio, che fa
tanto male a tutti i cavalieri erranti.
OSTE
Non lontano di qui, presso una roccia dirupata,
a settentrione di questa desolata città, è una casa bassa, di
rozza struttura, e in essa è una caverna, nella quale dimora
un orrendo gigante, chiamato Barbarosso. Con la mano, scuote
una lancia ignuda del piú temprato acciaio, e ha le maniche
rimboccate; e davanti porta una veste screziata, per non sciupare
i suoi panni col sangue dei cavalieri che massacra, e con
quello delle dame gentili. Alla sua porta pende un bacile di
rame, su un arpione puntuto; e non appena un gentil cavaliere
vi batte sopra e il feroce Barbarosso ode l'acuto suono,
si precipita fuori e porta in casa il cavaliere errante e lo pone
su una sedia incantata. Allora, con un congegno che ha preparato,
munito di quaranta denti, afferra il suo nobile capo,
e poi gli fa socchiuder gli occhi, e gli pianta sotto il mento
una bacinella di bronzo di gran orlo e gli batte le sue pallottole
tutt'intorno alle guance; mentre con le sue dita, e con
uno strumento col quale gli tronca i capelli, riempie le orecchie
dello sventurato d'un orrendo strepito. Cosí riduce ogni cavaliere
che cerchi avventura; e ora non v'è piú nessuno che osi
incontrarlo.
RALPH
In nome di Dio, combatterò con lui! Gentil signore,
precedetemi a quell'orrida caverna dove vive quest'enorme
gigante Barbaroso; e, per la virtú per la quale l'ardito Rosicler
trucidò quella razza dannata di orrendi giganti, e Palmerino
sconfisse Frannarco, non dubito di piegare questo vil traditore
e di mandare al demonio la sua colpevole anima.
OSTE
Coraggioso cavaliere, cosí farò quello che mi chiedete;
vi porterò in vista di quell'odioso luogo, abitato da un
uomo ancor piú odioso; ma non oserò rimanere, perché con
la sua forza possente afferra via tutti quelli che vede.
RALPH
Per San Giorgio! Andiamo; avanti, paggio e scudiero!
(Escono).
MOGLIE
George, credi che Ralph vincerà il gigante?
CITTADINO
Sicuro, ci scommetterei la mia berretta contro
un quattrino. Ma non lo sai, Nell, che l'ho veduto lottare
col grosso Olandese e buttarlo a terra.
MOGLIE
Sí, sí, e quell'Olandese era un valoroso, se tutto
in lui era pari con la statura. Eppure dicono che ci fosse uno
Scozzese piú alto di lui, e che una sera s'incontrarono, e che
non si fecero niente. Ma di tutte le cose rare che ci son
state a Londra da quando sono sposata, mi pare che il bambinetto
che aveva gli organi virili tanto ben sviluppati fosse
la piú bella; lui, e l'ermafrodita.
CITTADINO
No, se permetti, Nell, Ninivy era migliore.
MOGLIE
Ninivy? Oh, quello della storia di Giona e la
balena, non è vero, George?
CITTADINO
Sí, agnellino mio.
Scena IV
Davanti a un negozio di barbiere, a Waltham.
Entrano Ralph, l'Oste, Tim, George.
OSTE
Potente cavaliere, la sua dimora è laggiú. Guardate,
dove son l'arpione e il bacile di rame! Vedete quello spago,
al quale pendono molti denti strappati dalle gentili mascelle
dei cavalieri erranti! Non oso rimanere e bussare, perché
apparirebbe.
(Esce).
RALPH
Oh cuore, non mancarmi! Susan, mia dolce dama,
figlia del ciabattino della "Via del latte", per amor della quale
porto queste armi; possa il pensiero di te condurre il tuo cavaliere
per queste imprese e avventure; e, in onore della tua bella
persona, possa io distruggere il mostro Barbaroso! – Picchia
sul bacile, scudiero, fin che si rompa ai colpi acuti, o fin
che il gigante risponda.
(Tim picchia sul bacile).
Entra il Barbiere.
Moglie
Oh, George, il gigante, il gigante! – Ora, Ralph,
combatti per la tua vita!
Barbiere
Chi è costui, stolto e ignaro, che osa picchiare
con tanta violenza alla cella di Barbaroso, alla quale non viene
uomo che non ci lasci il vello?
Ralph
Io, miserabile furfante, che il Fato qui manda
per punire tutte le tristi enormità che hai commesso contro
le dame gentili e i cavaliere erranti, traditore di Dio e degli
uomini! Prepàrati: questa è l'ora fatale per te, in cui dovrai
rendere stretto conto di tutte le tue bestiali fellonie traditrici.
Barbiere
Cavaliere temerario, ben presto dovrai pagare
questo violento rimprovero. Io percuoterò il tuo corpo,
(tira giú la pertica) e, guarda! a quello spago penderanno i tuoi
denti. Prepàrati, perché presto sarai morto.
(Combattono).
Barbiere
A me, Gargantua!
Moglie
Dalli, Ralph, dalli, tieni a bada il gigante; avanti
quella gamba, Ralph!
Cittadino
Dagli un colpo mancino, Ralph, dagli un colpo
mancino! Il gigante è scoperto a sinistra.
Moglie
Forza, forza ancora. Cosí, ragazzo. – Oh, Ralph,
è quasi a terra, Ralph, è quasi a terra!
Ralph
Susan, ispirami tu! Eccomi di nuovo su.
Moglie
Su, su, su, su, su, su! cosí, Ralph. Dagliele,
Ralph, dagliele!
Cittadino
Colpiscilo alla coscia, ragazzo!
(Ralph fa cadere a terra il Barbiere con un colpo).
Moglie
Cosí, ragazzo! ammazza, ammazza, ammazza,
ammazza, ammazza, Ralph!
Cittadino
No, Ralph, prima fagli sputare quante nuove
puoi.
Ralph
Uomo presuntuoso! Vedi a qual terribile fine t'ha
condotto il tuo tradimento. I gusti dèi, che non fanno mai
prosperare coloro i quali li disprezzano, adesso, per tutte le
infamie che hai commesse, t'hanno ripagato, per mezzo del
mio forte braccio d'avventuroso cavaliere. Ma dimmi, vile
malvagio, prima ch'io mandi l'anima tua al tetro Averno,
dove deve andare: che prigionieri hai nella nera caverna?
Barbiere
Va, e liberali tutti; hai vinta la giornata.
Ralph
Andate, scudiero e nano, cercate in quella spaventosa
caverna e liberate gli sventurati prigionieri dai ceppi.
(Escono Tim e George).
Barbiere
Imploro la tua pietà, poi che sei cavaliere e
disdegni di versare il sangue di quelli che pregano.
Ralph
Non hai mostrato di aver pietà, e non ne avrai;
prepàrati, poiché certamente devi morire.
Entra Tim, conducendo uno con gli occhi socchiusi.
con un bacile sotto il mento.
Tim
Guarda, valoroso cavaliere, ecco un prigioniero che
questo vile ha trattato come vedi.
Moglie
Questa è la prima cosa sensata ch'io abbia sentita
dire dallo scudiero.
Ralph
Dimmi chi sei e come sei stato trattato, che io
possa dargli punizione adeguata.
Primo Cavaliere
Son cavaliere e venni con la posta a
Nord da Londra; e, con modi cortesi, questo gigante m'attirò
nel suo orribile covo, col pretesto di guarirmi dal prurito; e
cosparse tutto il mio corpo con una polvere che brucia e punge;
e mi tagliò la barba e i ricciuti capelli, nei quali s’intrecciavan
dei nastri; e lavò i miei occhi delicati con un'acqua (mentre
continuava a saltellare intorno a me) che ha tal virtú, che
fino a quando i miei occhi non saranno ripuliti con un panno
asciutto, per questa mia vile sciagura non oserò guardare
in faccia un cane.
Moglie
Ahimè, povero cavaliere! – Aiutalo, Ralph; aiuta
i poveri cavalieri, per la tua vita.
Ralph
Mio fedele scudiero, conducilo in città dove potrà
trovare aiuto. – Addio, bel cavaliere.
(Escono il Primo Cavaliere e Tim).
Entra George, conducendo uno che ha un empiastro sul naso.
George
Potente e grande cavaliere del Pestello Ardente,
ecco un altro sventurato che questa bestia immonda ha tagliuzzato
e segnato in questo modo inumano.
Ralph
Dimmi il tuo nome, e il luogo della tua nascita
ancora, e come t'hanno trattato in questa caverna.
Secondo Cavaliere
Son cavaliere, sir Pockhole è il
mio nome, e per nascita sono Londinese; son liber'uomo, ma
i miei antenati eran tutti Francesi. Cavalcavo veloce a questa
volta al trotto del mio cavallo, e l'ossa mi dolevano
e io, debole cavaliere, per riposare le mie membra stanche,
mi fermai a questa caverna; quando immantinente, questo
dèmone furioso, con aguzzi stromenti del piú puro acciaio,
mi tagliò via la cartilagine del naso; e ora, al suo posto, è quest'impiastro
vellutato. Gentil cavaliere, liberami dalle sue
mani!
Moglie
Buon Ralph, libera sir Pockhole e mandalo via,
ché, in verità, gli puzza il fiato.
Ralph
Portatelo subito con l’altro cavaliere. – Sir Pockhole,
addio!
Secondo Cavaliere
Buona notte, gentil signore!
(Esce).
Uomo
(dentro) Liberateci!
Donna
(dentro) Liberateci!
Moglie
Ascolta, George, che grida di dolore! Mi pare
che ci sia una donna, là dentro.
Uomo
(dentro) Liberateci!
Donna
(dentro) Liberateci!
Ralph
Che orrende grida son queste? Parla, Barbaroso;
o, per quest'acciaio splendente, ti taglierò la testa!
Barbiere
Son miei prigionieri, che tenevo in dieta. Manda
piú giú, nella caverna, e in una vasca riscaldata oltremodo
e fumante, li troveranno e li potranno liberare.
Ralph
Correte, scudiero e nano; liberateli, presto.
(Escono Tim e George).
Moglie
Ma Ralph non lo uccide questo gigante? Ho
paura che certo, se lo lascia andare, farà di nuovo del male
come mai.
Cittadino
No, topolino mio, se lo potrà convertire.
Moglie
Sí, George, se lo potrà convertire; ma un gigante
non si converte cosí presto come uno di noi, gente comune.
C'è una bella storia, di una strega che era (Dio ci protegga!)
segnata dal demonio, e aveva per figlio un gigante, che chiamavan
Minchion del Camino; l'hai mai sentita, George?
Entrano Tim, conducendo il Terzo Cavaliere, con un bicchiere
di lozione in mano e George, conducendo una Donna
che ha del pane da ammalati e una bevanda.
Cittadino
Zitta, Nell, ecco i prigionieri.
George
Ecco questi sventurati languenti, viril cavaliere,
che da sei settimane non vedono un essere vivente.
Ralph
Dite chi siete, e come veniste a questa tetra caverna,
e come foste trattati.
Terzo Cavaliere
Sono cavaliere errante e seguii la carriera
delle armi con scudo e lancia; e nei miei teneri anni
fui colpito dall'ardente strale di Cupido, m'innamorai di
questa mia cara dama, e la rapii ai suoi amici di "Via del Bordello".
La portai con me da città in città, dove mangiammo
e bevemmo e ascoltammo musiche; e, finalmente, arrivammo
a questa disgraziata città; e, giunti a questa caverna, questa
bestia ci prese e ci mise in una vasca, dove da due mesi stiamo
sudando. E ci saremmo rimasti un altro mese, se non ci aveste
liberati.
Donna
Questo pane e quest'acqua sarebbero stati il nostro
cibo, con una fetta di collo di montone arrosto;
e sarebbe stata magra vivanda! Liberaci dai lacci di questo
odioso gigante!
Terzo Cavaliere
Questo è tutto il cibo che abbiamo
avuto; soltanto, per cambiare, due volte al giorno, ci dava
una cucchiaiata di questo brodo cordiale per ciascuno, attraverso
questa sottile cannuccia.
(Mostra una siringa).
Ralph
Sarete liberati da questo mostro infernale, che
tratta a questo modo i cavalieri e le dame cortesi. – Portateli
lontano.
(Escono il Terzo Cavaliere e la Donna).
Cittadino
Coniglietta mia, ti assicuro che Ralph piace
a questi signori.
Moglie
Sí, George, lo vedo bene. – Signori, vi ringrazio
di cuore, poiché volete bene a Ralph; e, ve lo prometto, lo
vedrete piú spesso.
Barbiere
Mercé, gran cavaliere! Mi pento del male che
ho fatto; e, d'ora in poi, non spargerò piú sangue innocente.
Ralph
Ti faccio grazia; ma devi giurare sul mio Pestello
Ardente di mantenere la promessa che hai fatta.
(Bacia il Pestello).
Ralph
Vattene, ora, e ravvediti! – Venite, scudiero e
nano; il sole scende all'orizzonte, e ci aspettano ancora altre
avventure.
(Escono).
Cittadino
Adesso, che Ralph è in vena, avrebbe bastonato
tutti i fanciulli attori, se gli fossero venuti incontro.
Moglie
Sí, George, ma bene com'è. Ti garantisco io
che questi signori capiscono che cosa vuol dire sconfiggere
un gigante.
Scena V
La strada, davanti alla casa di Merrythought.
Entrano Mistress Merrythought e Michael.
Moglie
Ma guarda, George, ecco la signora Merrythought
con suo figlio Michael. – Adesso siate la benvenuta, signora
Merrythought; adesso che Ralph ha finito, potete continuare.
Mistress Merrythought
Mick, ragazzo mio?
Mistress Merrythought
Allegro, Mick, che siamo a
casa; e ti garantisco che vedrai tutti gli stracci alla finestra.
(Si sente cantare, in alto). Senti, senti, quei cani, senti!
in fede mia, mio marito non pensa a cambiar vita. Se
arrivo di sopra, gli darò una tal lezione che avranno poca
voglia di tornare qui a far festa! – Mastro Allegria! marito!
Carlo Allegria!
Merrythought
(cantando, alla finestra)
Se canterete, ballerete e riderete,
E urlerete e riderete di nuovo,
E griderete: "Su, su, ragazzi", allora
E uno, e due, e tre, e quattro,
Passeremo un'oretta d'allegria.
Mistress Merrythought
Ma Charles, non riconoscete la
vostra moglie naturale? Vi dico di aprirmi la porta e di cacciar
via quei compagni rognosi; sarebbe tempo che la finissero d'esservi
amici e compagnoni. Siete un gentiluomo, Charles, e siete
vecchio, e padre di due figli; e io stessa (anche se sono io che
lo dico), per parte di madre sono nipote d'un degno gentiluomo,
d'un comandante che è stato tre volte al servizio di sua maestà,
a Chester, e c'è adesso per la quarta volta, che Dio lo benedica
con quelli che ha alle sue dipendenze.
Merrythought
(canta)
Vattene dalla mia finestra, amor mio, vattene;
Vattene, dalla mia finestra, mia cara;
Il vento e la pioggia
Ti porteranno per la tua strada,
Qui non c'è alloggio per te.
Ascoltate, signora Allegria, voi che andate camminando in
cerca d’avventure, e abbandonate vostro marito perché canta
anche se non ha un sol quattrino in saccoccia; credete che me
ne dolga? No, in fede mia: voglio essere allegro. No, non venire
qui, dove non son che ragazzi di fegato, che vivranno
da cent'anni in su; mai si consumarono il sangue per crucci,
mai il bisogno li fece gorgheggiare: "Ahimé, gonfio è il mio
cuore".
Mistress Merrythought
Ma come, mastro Allegria, chi
son io, che dobbiate deridermi con tanto disprezzo? Non son
quella, per intenderci, che ha provate con voi tutte le vostre
miserie? quella che vi è stata conforto nella buona salute e
nelle malattie? non v'ho dato dei figli? Non vi somigliano,
Charles? Guarda la tua immagine stessa, uomo di cuor cattivo!
eppure, malgrado tutto questo…
Merrythought
(canta)
Vattene, vattene, mia graziosa, mia bellina,
Vattene, amor mio, cara, cara!
Il tempo è caldo
E non ti farà male.
Qui non c'è alloggio per te.
– Allegri, ragazzi! un po' di musica leggera, e ancora
del vino!
(Rientra in casa).
Moglie
Spero che non faccia sul serio, George; non è
vero?
Cittadino
E se fosse, amor mio?
Moglie
Perdinci, se fosse, George, avrei il coraggio di
dirgli che è un vecchio ingrato, a trattar cosí volgarmente la
compagna del suo letto.
Cittadino
Ma come! e che cosa le fa, dolcezza mia?
Moglie
Perdiana, suvvia, messer l'impertinente! Mi pare
che vogliate prendere le sue parti, no? Dio mio, come siete
diventato! Non si direbbe alla faccia! Oh, una bella faccia!
Cittadino
No, ti prego, Nell, non brontolare. Come è
vero che sono un fedel droghiere cristiano, i suoi modi non
mi vanno.
Moglie
E allora, ti chiedo scusa, George! Sai come siamo
tutti deboli e pieni di imperfezioni. – Mi sentite, mastro
Allegria? Posso chiedervi una parola?
Merrythought
(Alla finestra) Forza, ragazzi, allegri!
Moglie
Davvero non avrei creduto, mastro Allegria, che
un uomo della vostra età e della vostra discrezione, posso
dire, che è gentiluomo, e perciò conosciuto per il suo nobile
carattere, potesse trattare con cosí poco rispetto la sua debole
moglie. Vostra moglie è infatti carne vostra, il bastone della
vostra vecchiaia, la vostra compagna al giogo della vita,
ed è lei che vi aiuta ad attraversare la palude che è questo
mondo fugace; anzi, è la vostra stessa costola. E per di piú…
Merrythought
(canta)
Non son venuto qui perché tu mi faccia la lezione,
Non ho púlpito perché tu ci prèdichi,
Vorrei che tu mi baciassi dove dico io,
Poi che sei un'allegra donnetta.
Moglie
Perdinci, alla malora! Tanto mi dispiace per
quella povera donna! Ma se fossi tua moglie, barbagrigia,
in fede mia, in fede mia…
Cittadino
Ti prego, fiorellino mio, sta tranquilla.
Moglie
A me di queste parole, che son nata gentildonna?
Che lo impicchino, quel vecchio furfante! Vammi a prendere
qualche cosa da bere, George; mi sto sciogliendo in sudore,
tanto sono inquieta. Ecco: sia maledetto il cuor di quel marrano.
(Esce il Cittadino).
Merrythought
Suonatemi un balletto vivace. Su state
allegri; e riempite di vino i bicchieri di questi buoni compagni!
Mistress Merrythought
Ma come, mastro Allegria, pensate
di farmi star qui ad aspettare? Spero che mi aprirete, o,
altrimenti, troverò io chi mi aprirà la porta.
Merrythought
Buona donna, se canterete, vi darò qualche
cosa; e se no,
ErrorMetrica
Non sei amore per me, Margherita,
E io non sono amore per te.
Allegri, ragazzi, allegri!
(Rientra in casa).
Mistress Merrythought
Che vi possa scorreggiar sui
denti un villano, signor mio! – Vieni, Michelino, non gli
daremo piú fastidio; non ci rinfaccerà il pane e la minestra,
te lo assicuro. Vieni, ragazzo, saprò provvedere a te, te lo
garantisco io. Andremo da mastro Venturewell, il mercante,
e mi farò dar da lui una lettera per l'oste della Campana a
Waltham, e ti farò star lí, col garzone; non ci starai bene,
Mick? e non ne voglio piú sapere di quel furfante d'un becco
di tuo padre. Lo tratterò come si merita; te lo garantisco!
(Escono).
Ritorna il Cittadino, con della birra.
Moglie
Su, George; dov'è la birra?
Cittadino
Eccola, amor mio.
Moglie
Non mi so toglier di mente quel vecchio fornicatore.
– Signori, alla vostra salute; e ve lo dico con tutto
il cuore, vorrei che ci conoscessimo di piú. Dà un po' di
birra a questi signori, George.
(Musica. Il Ragazzo balla).
Guarda, George, è tornato il ragazzino! mi pare assomigli
un po' al principe d'Orange, con quelle calze lunghe, e
gli somiglierebbe di piú se avesse un po' d'armatura intorno
al collo. George, vorrei che ballasse il "Fading"; – il "Fading"
è un bel balletto, ve lo assicuro io, signori. – Comincia,
fratellino mio; – una capriola, adesso, amorino! – adesso,
gira su un dito solo, e poi fa un capitombolo! Non sai fare i
capitomboli, ragazzo?
Ragazzo
No davvero, in fede mia.
Moglie
E non sai mangiare il fuoco?
Moglie
E allora, ti ringrazio tanto; to', ecco due danari,
per comprarti delle stringhe con puntale.