SCENA I
                     
                     
                     Sala in casa Florio, banchetto, intorno a cui stamo il Frate, Giovanni, Annabella,
                        Florio, Soranzo, Donato, Ricciardetto, la Governante, Vasques, Sonatori di oboe
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Frate
                           
                           
                              
                              Compiuti i sacri riti, ora la gioia
                              
                              
                              rallegri tutti, e tutto il giorno. Ai santi,
                              
                              
                              1165
                              che sono ospiti nostri, anche se l’occhio
                              
                              
                              mortale non li veda, ogni gioire
                              
                              
                              onesto piace. A voi, coppia felice,
                              
                              
                              duri per lungo tempo la letizia
                              
                              
                              di questo dí. Che l’uno all’altro sia
                              
                              
                              1170
                              fonte inesausto di contento.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Padre,
                              
                              
                              la vostra prece è accolta. D’un prezioso
                              
                              
                              gioiello la mia vita ora si adorna:
                              
                              
                              non n’ha la terra un simile. Sii lieta,
                              
                              
                              dolce amor mio! O miei signori e amici,
                              
                              
                              1175
                              vi unite al mio tripudio, e alla salute
                              
                              
                              di Annabella vuotiamo i generosi
                              
                              
                              calici.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Giovanni
                           
                           
                              
                              Qual tortura! A tanto strazio
                              
                              
                              regger non so. Vedere in braccio a un altro
                              
                              
                              la mia dilette! Si rovesci e cada
                              
                              
                              1180
                              prima in frantumi il mondo e ch’io mi affronti
                              
                              
                              con mille morti.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Giovanni
                           
                           
                              
                              Stai. Non ho bisogno
                              
                              
                              delle tue cortesie.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Florio
                           
                           
                              
                              La tua sventura
                              
                              
                              oblia. Donato. Affogalo nel vino
                              
                              
                              il tuo dolore.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Su, porgimi, Vasques,
                              
                              
                              1185
                              una capace coppa. Ecco il tuo turno,
                              
                              
                              o fratello Giovanni. Ancor che sii
                              
                              
                              celibe, bevi alla salutate mia
                              
                              
                              e della tua sorella.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     (beve e porge la coppa a Giovanni)
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              1190
                              Non obbligarlo, se non vuol.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     (si odono suoni di oboe)
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Che cosa
                              
                              
                              vuol dir questo rumore?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           
                              
                              Dimenticai dirti, o sire, che alcune fanciulle di Parma,
                              
                            
                           
                           
                           per onorare il matrimonio di Annabella, ti recano i
                              
                              loro auguri con una mascherata, ed umilmente ti pre-
                              
                              gano di aver pazienza e star zitto.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Molto grati
                              
                              
                              noi siamo ad esse; e tanto piú siam grati
                              
                              
                              1195
                              ai loro auguri, quanto piú inattesa
                              
                              
                              vien la lor cortesia. Su, falle entrare.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     Entra Ippolita seguita da molte donne vestite di bianco; tutte portano in mano corone
                        di salice tutte sono mascherate. Musica e danza.
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Grazie, amabili vergini, ma dite:
                              
                              
                              a chi dobbiam di tanta gentilezza
                              
                              
                              essere grati? Noi dobbiam saperlo.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Ippolita
                           
                           
                              
                              1200
                              
                                 
                                 (smascherandosi)
 Sí; tu l’hai da sapere...Or che ne pensi?
                              
 
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Ippolita
                           
                           
                              
                              Ben io. Non ne stupite.
                              
                              
                              Né tu arrossire, o giovane gentile
                              
                              
                              o sposa aggrazïata. Qui non venni
                              
                              
                              a rubarti il tuo uomo. Non è questa
                              
                              
                              1205
                              l’ora di ricordar tutta la ciarla,
                              
                              
                              onde su noi pe’circoli di Parma
                              
                              
                              si malignò. Scordiamo il cicaleccio,
                              
                              
                              che si gonfiò qual bolla di sapore,
                              
                              
                              e che qual bolla scoppierà. Mi volgo
                              
                              
                              1210
                              a te, soave creatura bella.
                              
                              
                              Qua la tua mano: forse ti fu detto
                              
                              
                              che su Soranzo, or tuo signore, io abbia
                              
                              
                              delle pretese. No; l’anima sua
                              
                              
                              sa quel che dovrei fare. Il mio dovere
                              
                              
                              1215
                              è verso te, dolce Annabella, verso
                              
                              
                              i tuoi nobili pregi. I miei pensieri
                              
                              
                              son volti a te. Prendi da me, Soranzo,
                              
                              
                              questa mano gentil. Questo ho da fare,
                              
                              
                              anche una volta. Voglio alla tua mano
                              
                              
                              1220
                              unirla, e confermar quel che la santa
                              
                              
                              chiesa ha sancito. Ho fatto bene, amici?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Tu ci obblighi ben tutti.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Ippolita
                           
                           
                              
                              Ed ora un’altra
                              
                              
                              cosa soltando, dalla qual potrete
                              
                              
                              conoscere il mio cuore. Ogni interesse,
                              
                              
                              1225
                              che potrei reclamare, ogni promessa
                              
                              
                              tua ti remetto. Suggelliam la nostra
                              
                              
                              pace, brindando. Qua un bicchier di vino;
                              
                              
                              tocchiam, Soranzo.
                              
                              
                              (Vasques le porge una coppa con vino avvelenato)
 
                              
                              
                              A un tuo lungo riposo
                              
                              
                              
                                 
                                 (bevendo)
 bevo, Soranzo.
                                 
                                 
                                 
                                 
( a Vasques)
 Ci hai guardato bene?
                              
 
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Non temere di nulla. Ci ho guardato.
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              1230
                              Io ti ringrazio, Ippolita. La pace
                              
                              
                              sarà tra noi; la fede mia ne impegno.
                              
                              
                              Per questa unione avventurata, in questa
                              
                              
                              mia nuova vita, lo prometto e giuro.
                              
                              
                              Qua del vino.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Non beverne una goccia, né prometterle la tua fede.
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Sappilo finalmente, signora diavolessa: il tuo stesso
                              
                              misfatto ti uccide. Io non ti sposerò.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Con un tizzo ardente, o pazza, hai cercato bruciare
                              
                              gli altri, ed hai arso te. Troppa speranza inganna.
                              
                              Tu sei morta, e, se hai qualche grazia da chiedere a
                              
                              Dios, implorala, pregando.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Muori riconciliata, o donna perduta! Questo essere di malaugurio, questa donna cercò
                              di comperarmi con la
                              
                              promessa di sposarmi, se io, dopo un’apparenza di ri-
                              
                              conciliazione, avessi avvelenato il mio padrone, ed essa
                              
                              avesse, in mezzo alla confusione, potuto ridergli in
                              
                              faccia, nel giorno di festa per questo matrimonio. Pro-
                              
                              misi, ma previdi quello che ne avrei guadagnato. Avrei
                              
                              risparmiato la sua vita, se non avessi saputo qual pe-
                              
                              ricolo ne sarebbe venuto dalla disposizione del suo
                              
                              animo. Ora è stata pagata con moneta di suo conio.
                              
                              Ecco... essa è... essa ha... Conchiudi in pace i tuoi
                              
                              giorni, o turpe donna. Quanto a vivere non c’è spe-
                              
                              ranza. Non ci pensare.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Ippolita
                           
                           
                              
                              È vero:
                              
                              
                              1240
                              Sento venir l’ultimo istante. Avesse
                              
                              
                              tenuto fede alle promesse sue
                              
                              
                              questo vigliacco!...−miei fieri tormenti!...−
                              
                              
                              In quest’ora saresti tu, o Soranzo,
                              
                              
                              per morire... Un triste ardente fuoco
                              
                              
                              1245
                              infernale mi brucia... Io passo via...
                              
                              
                              La mia maledizion scaglio tra lei
                              
                              
                              e te. Che il letto marital si cangi
                              
                              
                              in letto di tortura, e t’arda il sangue
                              
                              
                              straziandolo...Ahimé, l’ardente fiamma
                              
                              
                              1250
                              mi sale al cuore, mi brucia... di bastardi
                              
                              
                              possa tu esser padre... che il suo grembo
                              
                              
                              ti generi dei mostri e poi la morte
                              
                              
                              vi colga nel peccato, in odio a tutti,
                              
                              
                              maledetti e scherniti. Ahimé!
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     (muore)
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Florio
                           
                           
                              
                              Fu sempre
                              
                              
                              1255
                              una vil creatura.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Vasques, or so la tua fedele
                              
                              
                              servitú, né avverrà che mai l’oblii.
                              
                              
                              Vieni, amor mio, andiamo a casa. Al cielo
                              
                              
                              pel mio scampo alzerem le nostre preci.
                              
                              
                              1260
                              Tronchiamo, amici, questa festa. È troppo
                              
                              
                              sconveniente il gioir.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Donato
                           
                           
                              
                              Portate via
                              
                              
                              il corpo suo.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Frate
                           
                           
                              
                              
                                 
                                 (a Giovanni)
 Ahimé! Quale ominoso
                              
 
                              
                              
                              presagio è questo! Pensaci, Giovanni!
                              
                              
                              Raramente è felice un maritaggio,
                              
                              
                              1265
                              se il banchetto nuzial viene macchiato
                              
                              
                              da sangue. Io v’ho sgomento. Andiamo.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                   
                  
                  
                  
                     SCENA III
                     
                     
                     Camera in casa di Soranzo
                     
                     
                     Soranzo entra in maniche di camicia trascinando Annabella
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              1300
                              Vieni, bagascia, veeni, svergognata
                              
                              
                              prostituta. Vorrei che del tuo sangue
                              
                              
                              adultero ogni goccia una distinta
                              
                              
                              vita nutrisse, e ch’io d’un colpo solo
                              
                              
                              le potessi annientar. Con ferrea faccia
                              
                              
                              1305
                              tu sapesti occultare i tuoi peccati,
                              
                              
                              o famosa sgualdrina. E in tutta Parma
                              
                              
                              dunque un altro non v’era che l’oscena
                              
                              
                              tua lussuria adescasse, un altro, a cui
                              
                              
                              la pleurisia de’ tuoi sozzi pruriti
                              
                              
                              1310
                              fosse dato saziar? Sceglier me solo
                              
                              
                              per ricoprire i depravati, occulti
                              
                              
                              giochi del tuo bellico? Io solo, il padre
                              
                              
                              esser chiamato del bastardo intruglio
                              
                              
                              sucido del tuo sen? Dimmi: perché?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              1315
                              Perché, uomo bestiale? Era il tuo fato.
                              
                              
                              Ti corteggiai fors’io? Certo pensai
                              
                              
                              che la tua Signoria, fremente amore,
                              
                              
                              a un mio diniego, impazzirebbe. Certo,
                              
                              
                              se tu mi avessi dato un po’ di tempo,
                              
                              
                              1320
                              confessato ti avrei lo stato mio;
                              
                              
                              ma tu incalzavi tanto!
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Osi parlarmi
                              
                              
                              cosí, turpe puttana?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              E perché no?
                              
                              
                              Sul conto mio tu t’ingannasti. In vero,
                              
                              
                              non per amor, ma per l’onor ti scelsi.
                              
                              
                              1325
                              E or bada ben: se tu sarai paziente,
                              
                              
                              se tu vorrai celar la tua vergogna,
                              
                              
                              voglio sforzarmi, se potrò, di amarti
                              
                              
                              quando che sia.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              L’indegna! E nel tuo grembo
                              
                              
                              non ci hai un figlio?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              E ciò che importa? Ozioso
                              
                              
                              1330
                              è questo. Ebben, confesso. Ho un figlio.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Calma, signore. Nel baratto
                              
                              
                              nostro questo non c’entra. Eppur, se un detto
                              
                              
                              può sedar la tua bile, io voglio dirti
                              
                              
                              da chi. Fu un uomo, un superuomo, o sire,
                              
                              
                              
                              1335
                              che generò questo fanciullo. Sai?
                              
                              
                              Gli è un maschio. Puoi gloriarti. Assicurato
                              
                              
                              hai per erede un maschio.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Ma, se non vuoi udir, nemmeno un’altra
                              
                              
                              parola ti dirò.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Su, parla pure;
                              
                              
                              1340
                              sia per l’ultima volta.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              È un patto questo?
                              
                              
                              Un patto? Ebben ci sto. Pareva un angelo
                              
                              
                              in ogni sua fattezza quella diva
                              
                              
                              nobile creatura. Tanta gloria
                              
                              
                              di beltà l’adornava, che ogni donna
                              
                              
                              1345
                              in ginocchio gli avria chiesto di amarla.
                              
                              
                              Tu, senza vera adorazion, non udirlo
                              
                              
                              da qualcuno ti avvien, prostrati.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Ancor non siam venuti a questo;
                              
                              
                              or ti basti la gloria di vantarti
                              
                              
                              1350
                              padre di un figlio che si divo padre
                              
                              
                              ha generato. In breve, ove non fosse
                              
                              
                              successo questo evento, io sol poteva
                              
                              
                              giunger a dir che tu vivevi. In quanto
                              
                              
                              poi a sposarti nemmeno per sogno
                              
                              
                              1355
                              mi poteva passar.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Ah! Ahi! È tutto qui! Vuoi persuaderti?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Giammai;
                              
                              
                              e ch’io sia maledetta, ove lo dica.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              La svergognata! Strapperotti il cuore
                              
                              
                              1360
                              e ivi il leggerò.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              A brani, a brani straccerò coi denti
                              
                              
                              il tuo ventre impudico.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Oh, il molto allegro
                              
                              
                              uom che sei tu!
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Tu ridi. Il nome suo,
                              
                              
                              o prostituta! O, in fede mia, le carni
                              
                              
                              1365
                              ti straccerò. Chi fu?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              
                                 
                                 (cantando)
 “Che morte piú dolce che morire per amore?” 
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Cotesta chioma
                              
                              
                              ti svellerò; trascinerò l’infetto
                              
                              
                              tuo corpo, per libidine lebbroso,
                              
                              
                              1370
                              nella polve.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              
                                 
                                 (seguitando a cantare)
 “Morendo in grazia dee morire senza dolore.” 
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Mi sfidi? Le ricchezze
                              
                              
                              di tutto il mondo non potran salvarti.
                              
                              
                              Venissero dei re per implorare
                              
                              
                              1375
                              in ginocchio da me la vita tua;
                              
                              
                              scendessero dal ciel gli angeli tutti
                              
                              
                              e piangendo pragassero per te,
                              
                              
                              la rabbia mia non ne saria placata.
                              
                              
                              Non tremi tu?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Perché tremar? Morire!
                              
                              
                              1380
                              Cosa da poco. Sii boia valente!
                              
                              
                              Un saggio or ne puoi dar, colpendo a fondo.
                              
                              
                              Mi lascio dietro la vendetta, e tu
                              
                              
                              la sentirai.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Ma prima di morire
                              
                              
                              dimmi quel nome. Il padre tuo sa nulla
                              
                              
                              1385
                              di quel che hai fatto?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Per l’anima mia,
                              
                              
                              nulla di nulla.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Se mi dici il nome,
                              
                              
                              risparmierò la vita tua.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              La vita
                              
                              
                              mia! Non la compro a cosí caro prezzo.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Oh! non s’indugi piú la mia vendetta.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     (sfodera la spada)
                     
                     
                     Entra Vasques
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Che vuoi fare, mio signore?
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              1390
                              Non metterci parola. È una dannata
                              
                              
                              puttana, o Vasques; né per essa ha luogo
                              
                              
                              pietà.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Che gl’Iddii la proteggano. Vorresti essere il suo car-
                              
                              nefice e ucciderla in un tuo parosismo di rabbia? Sa-
                              
                              rebbe molto disumano. È una giovane moglie ed ha
                              
                              fallato, prima di sposar te: perciò i suoi peccati non
                              
                              sono stati commessi contro te. Ahimé! povera signora!
                              
                              Che ha essa fatto se non quello che avrebbe fatto ogni
                              
                              donna italiana? Mio signore, fatti regolare dalla tua
                              
                              ragione, e non dalla tua stizza. Sarebbe una cosa disu-
                              
                              mana e bestiale.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Via! Essa deve vivere. Tu vuoi sapere chi sono gli
                              
                              autori delle sue disgrazie; ma questa tua vo-
                              
                              glia è sciocca. Per quel che io ne penso, perderei la
                              
                              stima che ho dei pregi di questa signora, se li dicesse.
                              
                              Sí, mio Signore; di tutti i viventi, tu sei il solo che
                              
                              non devi saperli. Torna in calma, mio buon signore.
                              
                              Ahimé! La buona signora!
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Non voglio
                              
                              
                              1395
                              che tu preghi per me. La vita mia
                              
                              
                              la stimo un nulla. Se vuol fare il matto,
                              
                              
                              lascialo fare.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Sí, odo, e per questo la lodo. Con ciò mostra la no-
                              
                              bile e gagliarda sua anima, e io ne sono commosso
                              
                              profondamente: il che non mi accade spesso
                              
                              (a parte a Soranzo) Padrone mio, in ogni altro caso ti la- 
                              
                              scerei alla tua vendetta, ma ora, lascia a me chiarire le
                              
                              ingiurie che ti son fatte. Per il rispetto che hai del tuo
                              
                              onore, fatti guidare da me, o guasterai ogni cosa.
                              
                              
                              (alto) Sire, se i miei servigi ebbero mai qualche credito presso
                              
                              te, non essere cosí violento nulla tua passione. Ti sei
                              
                              appena sposato: ora questo fatto, se si pubblica, qual
                              
                              gioia non darà altra pretendenti rifiutati? È umano
                              
                              sopportare con pazienza i casi dolorosi; ma il perdo-
                              
                              nare è divino.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              O Vasques,
                              
                              
                              1400
                              in ogni fibra del suo corpo infetto,
                              
                              
                              nell’infedele sua bellezza avevo
                              
                              
                              posto tutto il mio cuore. O trista donna,
                              
                              
                              fossi tu stata di virtú ricolma
                              
                              
                              come sei di beltà, nessuna santa
                              
                              
                              1405
                              fida compagna, le supreme gioie
                              
                              
                              che da te mi aspettavo avriami date.
                              
                              
                              Ogni umano godere, ogni speranza
                              
                              
                              mia, persin di vivere la gioia
                              
                              
                              tu m’hai ucciso, e nell’immondo tuo
                              
                              
                              1410
                              ventre me vivo seppellito. Oh! quanto
                              
                              
                              caramente ti amai!
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           
                              (piano a Soranzo) Cosí va bene. Hai colto il tono giusto. Seguita cosí
                              
                              e sempre con crescente passione; sii conciso e
                              
                              commovente. Ciò serve ai nostre fini.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Che i tuoi pensieri
                              
                              
                              ed il tuo cuore delle mie parole
                              
                              
                              sien testimonio. Non pensasti mai
                              
                              
                              1415
                              all’alma mia che religiosamente
                              
                              
                              ti amava, e tanto?
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Sí, mi amasti molto
                              
                              
                              io lo confesso.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              E potesti, Annabella,
                              
                              
                              cosí rimeritarmi? Chi ti spinse
                              
                              
                              in questo abisso di vergogna e d’onta
                              
                              
                              1420
                              superar mi potea nella lussuria,
                              
                              
                              non nell’amarti. La beltà che pinge
                              
                              
                              queste tue guance, all’avido suo sguardo
                              
                              
                              piacque: non io, che amai sempre il tuo cuore
                              
                              
                              ed i pregi che in esso immaginavo
                              
                              
                              1425
                              e l’adorai.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              Signor, le tue parole
                              
                              
                              m’apron ferite piú profonde assai
                              
                              
                              che la tua spada non faria.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Io non posso consolarmi; nondimeno comincio a sen-
                              
                              tirmi venir giú le lacrime, tanta è la compassione che
                              
                              ho di lui. Sí, mia signora, io lo sapevo che, passato
                              
                              l’accesso di rabbia, si sarebbe venuto a questo.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Perdonami,
                              
                              
                              Annabella. Da forza piú possente
                              
                              
                              1430
                              della tua gioventú fosti tentata
                              
                              
                              ed indotta a follia. Non so scordare
                              
                              
                              quanta felicità da te speravo,
                              
                              
                              né che son tuo marito, un nome questo
                              
                              
                              di natura divina. Ov’io ti trovi
                              
                              
                              1435
                              fedele a me nell’avvenir, ti assolvo
                              
                              
                              dei trascorsi tuoi falli, e nel mio seno
                              
                              
                              ti accoglierò.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           In fe’ di Dio, questo è un atto di nobile carità.
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Annabella
                           
                           
                              
                              
                                 
                                 (inginocchiandosi)
 Signore, ai tuoi ginocchi...
                              
 
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Tu non devi prostrarti. Alla tua stanza
                              
                              
                              1440
                              vai, Annabella: cerca di apparire
                              
                              
                              immutata. Verrò presto a trovarti.
                              
                              
                              Fragilità, sei femmina ci dice
                              
                              
                              antico detto. Vai alla tua stanza.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     (Annabella esce)
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Cosí va bene. Questo è qualche cosa pel nostro affare.
                              
                              Che pensi ora del tuo cielo di felicità, sire?
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              In me rugge l’inferno: tutto il sangue
                              
                              
                              1445
                              m’arde e vuole vendetta.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Potrai averla, ma sai come e su chi? Ahimé! Sposare
                              
                              una gran dama e trovarsi poi in mano tizzo, è un
                              
                              divertimento di uso oggi giorno. Sapere qual furetto
                              
                              cacciò il tuo coniglio nella sua tana, qui sta il punto.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Il nome suo
                              
                              
                              saprò da lei.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Ma che! Non la prendere su questo andare, e permet-
                              
                              timi di persuaderti ad aver pazienza per un altro poco
                              
                              ancora. Va da lei, trattala con mitezza, inducila a pren-
                              
                              dere, se è possibile, volontariamente un tono piagnu-
                              
                              coloso. Quanto al resto, se ogni cosa verrà meno, non
                              
                              fallirò io il mio bersaglio. Prego, sire, entra da lei. Le
                              
                              notizie che ti darò io saranno meravigliose.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              Rimetter la vendetta,
                              
                              
                              rende piú grave la patita ofesa.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     (esce)
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Ecco, per Bacco! Ci vuol del lavoro per pescare il
                              
                              bandolo di questa matassa. Tempo fa mi girò per la
                              
                              testa il sospetto di qualche cosa di tristo; ma, dopo,
                              
                              qui a casa, il turpe contegno di madama, le sue parole,
                              
                              pungenti come aculei di vespa, e l’aperta confessione
                              
                              del suo fallo mi hanno fatto ricordare il proverbio che
                              
                              “triste è quella casa, dove la gallina canta e il gallo
                              
                              tace”. Accidenti! Se la perizia di una brava sarta riesce
                              
                              a nascondete, mercé l’accorto lavoro sulle parti piú
                              
                              basse di una gonna, il rigonfio di un busto, io non dirò
                              
                              piú male, finché vivo, di un punto falso in una scarpa.
                              
                              Su e su, e cosí ella svelta, per giunta! Ci vorrà gran
                              
                              finezza per arrivare a sapere da chi. Ma dovrà sapersi,
                              
                              ed io ci ho il mio progetto.
                              
                              
                              Entra la Governante piangendo Ecco la via, o nessum’altra. O mia vecchia signora,
                              
                              perché piangi? Ahimé! Ahimé che non posso biasi-
                              
                              marti. Abbiamo un padrone, Dio ci aiuti, che è matto
                              
                              quanto il diavolo. Tanto maggior vergogna per lui.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           O Vasques, non fossi mai nata, se dovevo veder que-
                              
                              sto giorno! Anche te, Vasques, tratta cosí qualche
                              
                              volta?
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Me? Fa di me come di un cane; ma se anche altri
                              
                              fossero del mio animo, io so quello che dovremmo fare.
                              
                              Come sono un onest’uomo, è certo che egli si lascerà
                              
                              andare ad uccidere la mia signora con la sua ruvidezza.
                              
                              Dice che essa è incita: or, è questa una cosa da bia-
                              
                              simare in una giovane di quella età?
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Ahi! povera anima! Ciò è contro il suo colere e ne è
                              
                              tanto affitta.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Oso giurare che tutta la pazzia di lui viene dal fatto
                              
                              che essa non vuol dire da chi, ed egli vuol saperlo. Io
                              
                              conosco tanto il suo umore, che, quando lo saprà, scor-
                              
                              derà subito ogni cosa. Mi auguro che lei dica tutto in
                              
                              chiare parole; perché, in vero, la sola via di uscita è
                              
                              questa.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Cosí la pensi tu, Vasques?
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Bah! Penso cosí. Egli la potrebbe indurre a parlare
                              
                              con la forza. Una volta gli venne in testa che tu
                              
                              avresti potuto dirlo, e intendeva strappare questo se-
                              
                              creto da te, ma io lo distolsi e calmai. Però son sicuro
                              
                              che tu ne sai un gran tratto.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Che il cielo abbia pietà di noi. Io ne so un poco,
                              
                              Vasques.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           E perché non dovresti saperne tu? Chi altri potrebbe?
                              
                              Sulla mia coscienza, la signora ti vuol bene veramente,
                              
                              e tu, per tutto il mondo, non vorrai mancarle, e farla
                              
                              penare tanto.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           No, Vasques! Per la mia fede e fedeltà, no; per tutto
                              
                              il mondo, non vorrei.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Sarebbe una gran colpa nella tua vita, se tu volessi.
                              
                              Ora, tu potrai sollevar lei dagli attuali crucci, pla-
                              
                              care il mio signore e guadagnarti durevole affetto e
                              
                              preferenze.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Tu la pensi cosí, Vasques?
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Ne sono convinto. Certo fu qualche vicino e perfet-
                              
                              tamente amico.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Vero; fu un caro amico, ma...
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Ma che? Non aver paura di dirme il nome. Fra te e il
                              
                              pericolo metto la mia vita. In fede mia, mi penso che
                              
                              non fu uno di bassa nascita.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Tu ti metti tra me e il mio pericolo?
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Ma sí! Sarebbe un pecacato fare altrimenti. Sarai ri-
                              
                              compensata anche, credi a me.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Fu proprio non peggio che suo fratello.
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Chi? Come? Suo fratello Giovanni?
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Proprio lui, Vasques. Il piú bravo gentiluomo che mai
                              
                              baciasse donna. Oh! essi si amano tanto!
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           (a parte) −Un bravo gentiluomo davvero!− Sí, la lodo per la
                              
                               sua scelta. Meglio e meglio. Ma sei proprio sicura che
                              
                               fu lui?
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Sicura! E vedrai che non starà troppo tempo lontano
                              
                              da lei.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Sarebbe da biasimare se ci stesse. Ma posso crederti?
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Credere a me? Pensi tu che io sia una Turca o una
                              
                              Giudea? No, Vasques. Sono stata troppo a lungo spet-
                              
                              tatrice del loro contegno, perché tema di calunniarli
                              
                              ora.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Olà! Dove siete voialtri? Qua, dentro, messeri.
                           
                        
                      
                     
                     
                     Entrano dei Banditi
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Che ci è ora? Chi sono costoro?
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Lo saprai subito. Venite, messeri, prendetemi questa
                              
                              vecchia maledetta, imbavagliatela sull’istante e cava-
                              
                              tele gli occhi. Su, alla svelta, alla svelta.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Governante
                           
                           Vasques! Vasques!
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Turatele la bocca, dico. Per Dio, voi la lasciate sbrai-
                              
                              tare. Che cosa vi trattiene? Ho da aiutarvi io, vecchie
                              
                              carogne, cagne dal ventre pieno di rospi?
                              
                              (i Banditi la imbavagliano). Ora andate a chiuderla nella carbo- 
                              
                              naia e cavatele gli occhi. Se strilla, spaccatele il naso.
                              
                              Su, via: solleciti e risoluti
                              
                              (i Banditi vanno via con la Governante). Ma sí, tutto questo è eccellente, 
                              
                              assai piú di quanto mi aspettavo. Il suo proprio fra-
                              
                              tello!...Orribile! A qual profonda libertà di danna-
                              
                              zione il demonio ha sommerso questo secolo! Suo fra-
                              
                              tello! Bene! E non siamo che al principio. Ho prov-
                              
                              veduto pel mio padrone i migliori punti di vendetta.
                              
                              Ora vedo come a ogni ordinario racconto il diavolo ci
                              
                              appicca la sua ordinaria cosa. Ma zito! Chi ci arriva
                              
                              ora? È Giovanni! Proprio come desideravo. La mia
                              
                              credenza mi rafforza, e divien certa come l’avvento
                              
                              dell’inverno e dell’estate.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Giovanni
                           
                           
                              
                              1450
                              
                                 
                                 (entrando)
 Dov’è mia sorrella?
                              
 
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Ebbe un altro svenimento, signore; sta un po’ma-
                              
                              luccio.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Giovanni
                           
                           
                              
                              Deve aver preso troppa carne, credo.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Perdina, sire, che ci hai dato; ma virtuosa mia
                              
                              signora...
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Nella sua stanza. Piacciati visitarla. Sta sola
                              
                              
                              (Giovanni dà a Vasques del danaro). La tua liberalità mi
                              
                              ti fa doppiamente servitore. E cosí sarò sempre, sempre.
                              
                              
                              (Giovanni va via) Ma sí, son díventato un uomo ora.
                              
                              Ho girato con astuzia e fortuna la mia coda.
                              
                              
                              (entra Soranzo) Sire, un colloquio a quattr’occhi, prego.
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              É entrato da lei ora il fratello,
                              
                              
                              saprà ogni cosa.
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           E che la sappia pure. Li ho in mano ora e li tengo stretti.
                              
                              Come ti sei comportato con la signora?
                           
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Soranzo
                           
                           
                              
                              1455
                              Gentilmente, come
                              
                              
                              mi consigliasti. Ma ahi! l’anima mia
                              
                              
                              gira come un palèo. Nel suo corruccio
                              
                              
                              anela alla vendetta. Hai da sapere...
                              
                            
                           
                        
                      
                     
                     
                     
                        
                           
                           
Vasques
                           
                           Già, proprio cosí! Non ho da sapere altro io. È venuto
                              
                              per te il turno di sapere. Non vorrei però parlare con
                              
                              te cosí apertamente... Lascia che il giovane padrone
                              
                              abbia tempo abbastanza, e vada via, quando gli piacerà.
                              
                              Ormai è venduto alla morte e il diavolo non può ri-
                              
                              scattarlo. Sire, prego, un colloquoi tra noi soli.