Félix Lope de Vega y Carpio, El castigo sin venganza

Il castigo senza vendetta





Texto utilizado para esta edición digital:
VV.AA., “Teatro del "Siglo de oro": Lope de Vega, Tirso de Molina, Calderón de la Barca”, Mario Socrate, Maria Grazia Profeti y Carmelo Samonà (eds.), 3 vols., Milano, Garzanti, 1989, v. I, pp. 707-943.
Adaptación digital para EMOTHE:
  • García Reidy, Alejandro (Artelope)

Nota a esta edición digital

Esta edición digital incluye tan sólo el texto traducido y no las notas que figuran en la edición original.

Alejandro García Reidy


Personaggi

Il Duca di Ferrara
Il Conte Federico
Albano
Rutilio
Floro
Lucindo
Il Marchese Gonzaga
Cassandra
Aurora
Lucrezia
Batín
Cinzia
Febo
Riccardo
[Una attrice]
[Seguito]

Atto primo

[Scena prima]

Il Duca di Ferrara, mascherato per una ronda notturna, Febo e Riccardo, servitori

RICCARDO
1
Bello scherzo!

FEBO
Divertente!
2
Chi poteva immaginare
3
che era il Duca di Ferrara?

DUCA
4
Temo che mi riconoscano.

RICCARDO
5
Quando uno è mascherato
6
è permesso proprio tutto;
7
ed anche il cielo, del resto,
8
si diverte a mascherarsi.
9
Cosa credi sia quel velo
10
con cui la notte lo copre?
11
Una cappa ben adorna
12
con cui si traveste il cielo,
13
e per fare un po' di luce
14
le stelle che sparge intorno
15
sono ricami d'argento,
16
e insegna cavalleresca
17
la luna.

DUCA
Quante schiocchezze!

FEBO
18
Macché: lo dice un poeta
19
di quelli della nuova scuola,
20
che si credono divini.

RICCARDO
21
Certo non mi incolperai
22
se ricalco i loro eccessi;
23
io conosco chi la luna
24
chiamò «ricotta del cielo».

DUCA
25
Questo non ti sembri errore,
26
che è arrivata la poesia
27
a stato sì miserevole
28
che ormai è come se cavassero,
29
pari a dei prestigiatori,
30
tutti mani, scienza poca,
31
dei nastrini dalla bocca,
32
dei più svariati colori.
33
Ma lasciando a altro momento
34
questo noioso argomento,
35
non è male quella donna.

RICCARDO
36
Come male! Un serafino!
37
Ma c'è un fatto che dà noia
38
e non si può digerire.

DUCA
39
Cioè?

RICCARDO
Un certo maritino
40
becca i soldi e sta lì duro.

FEBO
41
Salva la faccia.

DUCA
Si tratta
42
della più odiosa razza
43
che alligna sulla terra.

FEBO
44
Chi fa portare alla moglie
45
ori, ornamenti e vestiti
46
abbia -se lui non li ha dati-
47
pietà di chi li ha comprati,
48
che se gli muore la sposa
49
se ne godrà la metà,
50
in quanto beni acquisiti.

RICCARDO
51
Certo che queste persone
52
"poca" hanno "carità":
53
parlo colto-indiavolato,
54
dividendo le parole.

DUCA
55
Imparentati col diavolo
56
sono questi furbacchioni,
57
che permettono il consenso
58
e l'operare impediscono.

RICCARDO
59
Qui si potrebbe bussare,
60
però c'è molto da dire.

DUCA
61
Cioè?

RICCARDO
Una madre bigotta
62
prega e rimbrotta due figlie,
63
quasi ancora da sbocciare,
64
l'una perla, l'altra argento.

DUCA
65
Non mi fido di apparenze.

RICCARDO
66
Qui vicino sta una dama
67
come zucchero di canna
68
dolce e bruna.

DUCA
Ed il carattere?

RICCARDO
69
Quel che promette il colore.
70
Ma l'uomo che sta con lei
71
davanti a qualsiasi visita
72
rumina a testa abbassata.

FEBO
73
Come si conviene a un bue!

RICCARDO
74
Frequento qui una signora
75
che darebbe consulenze
76
se avesse studiato legge.

DUCA
77
Andiamoci.

RICCARDO
Non vorrà
78
aprirci a quest'ora.

DUCA
No?
79
E se le dico chi sono?

RICCARDO
80
Se lo dici ci aprirà.

DUCA
81
Bussa, allora.

RICCARDO
Chi aspettava?
82
che al secondo colpo è qui.

[Scena seconda]

Cinzia in alto

CINZIA
83
Chi è?

RICCARDO
Io.

CINZIA
"Io" chi?

RICCARDO
84
Amici, Cinzia, dài, apri,
85
che c'è il duca qui con me:
86
tanto ho saputo vantarti.

CINZIA
87
Il duca?

RICCARDO
Dubiti?

CINZIA
Sì;
88
non tanto che ti accompagni,
89
ma che possa visitarmi
90
un tal signore a quest' ora.

RICCARDO
91
Per riempirti di ricchezze
92
viene così mascherato.

CINZIA
93
Riccardo, se il mese scorso
94
m'avessi detto che il duca
95
chiamava alla mia porta,
96
ne sarei stata convinta,
97
ché tutta la giovanezza
98
ha passato indegnamente:
99
era occasione di scandalo
100
quella vita licenziosa.
101
Che venisse da me il duca
102
lo avrei creduto di certo:
103
apposta non s'è sposato
104
per vivere più a suo gusto,
105
né considerava ingiusto
106
lasciare il regno a un bastardo,
107
anche se il suo Federico
108
è un giovane di valore.
109
Ma ora, da pari suo,
110
è giunto a seri consigli,
111
e ha deciso di accasarsi,
112
mandando a Mantova il figlio
113
per prendere Cassandra,
114
già sposata per procura;
115
è impossibile che vada
116
di notte a fare sciocchezze,
117
quando dovrebbe aspettarla
118
e preparare il suo ingresso:
119
ciò sarebbe leggerezza
120
in Federico, e in lui peggio.
121
E se tu gli fossi amico,
122
anche se egli ti spingesse,
123
non andresti da sfrontato
124
offuscando il suo decoro;
125
certo il duca, tuo signore,
126
dorme tranquillo nel letto.
127
Chiudo dunque la finestra;
128
so che è stata una trovata
129
per parlare un po' con me.
130
Arrivederci a domani.

[Si ritira.]

[Scena terza]

DUCA
131
Casa di spassi, davvero,
132
questa dove mi hai portato!

RICCARDO
133
Che colpa n'ho?

DUCA
È stato errore
134
fidarsi; e averne uno sgarbo!

FEBO
135
Se cuoi, io ti abbatterò
136
la porta, domani notte.

DUCA
137
Che m'è toccato ascoltare!

FEBO
138
È Riccardo che ne ha colpa!
139
Ma se chi governa vuole
140
sapere come dai sudditi
141
sia temuto o sia amato,
142
lasci le dolci lusinghe
143
del servo adulatore
144
e di nascosto, di notte,
145
in carrozza o travestito
146
esca, e saprà se è stimato,
147
che anche certi imperatori
148
questo espediente usarono.

DUCA
149
Chi ascolta lo fa a suo danno;
150
erano, anche se li lodi,
151
dei filosofi ignoranti;
152
perché il volgo non è teste
153
di verità, ed è errore
154
di grossolani intelletti
155
affidare il buon nome
156
a chi, incostante e volubile,
157
giudica tutto al contrario
158
dalla legge di ragione.
159
Un lagnoso, uno scontento,
160
sparge, solo per sfogarsi,
161
tra la gente una menzogna,
162
avido di novità,
163
e si, di umile estrazione,
164
non la può verificare
165
di persona nei palazzi.,
166
ecco, mormora dei grandi.
167
Confesso di aver vissuto
168
libero senza sposarmi
169
per non volere legami,
170
e perché pensavo, infine,
171
che poteva ereditarmi
172
Federico, anche bastardo.
173
Ma ora che aspetto Cassandra,
174
che lui scorta da Mantova,
175
dimenticherò ogni cosa.

FEBO
176
Tutto aggiusta il matrimonio.

RICCARDO
177
Metti, se ti vuoi calmare,
178
a questa porta l'orecchio.

DUCA
179
Cantano?

RICCARDO
Non senti?

DUCA
180
Chi
ci vive?

RICCARDO
Abita qui
181
un capocomico.

FEBO
Il meglio
182
d'Italia!

DUCA
Cantano bene.
183
E il repertorio?

RICCARDO
Secondo
184
se lo stanno giudicando
185
amici e nemici: buono
186
lo vantano gli amici,
187
tributandogli applausi,
188
ed i nemici cattivo.

FEBO
189
Non sarà tutto pregevole!

DUCA
190
Febo, me i miei sponsali
191
trova le migliori sale
192
e le commedie migliori;
193
non voglio che tu ti curi
194
di quelle troppo volgari.

FEBO
195
Proporrò quelle approvate
196
da letterati e signori.

DUCA
197
Provano?

RICCARDO
Parla una attrice.

DUCA
198
Se è Andreina, è bravissima.
199
Che mosse e coloriture!

Dentro [Voce di donna:]

200
Vattene via, pensiero,
201
basta, basta, memoria,
202
che la trascorsa gioia
203
sai mutare in tormento;
204
e di un tal sentimento
205
non voglio più ricordi, solo oblìo;
206
che di un bene perduto,
207
anche se credi addolcirmi le pene,
208
sono pensieri triti in ore allegre.

DUCA
209
Che interpretazione!

FEBO
Ottima!

DUCA
210
Ancora l'ascolterei,
211
ma m'è passata la voglia.
212
Decido di ritirarmi.

RICCARDO
213
Alle dieci?

DUCA
Tutto ormai
214
mi annoia.

RICCARDO
Ma questa donna
215
è unica.

DUCA
Temo mi possa
216
dire qualcosa di grave.

RICCARDO
217
A te? Sarà mai possibile?

DUCA
218
Tu non sai dunque, Riccardo,
219
che la commedia è uno specchio?
220
E lo sciocco, il saggio, il vecchio,
221
il giovane, il forte, il fiero,
222
il re, il governatore,
223
e la sposa, la fanciulla,
224
riproduce, ed i costumi
225
nostri, leggeri o severi;
226
e va presa come esempio
227
della vita e dell'onore,
228
ed è burla e verità,
229
tristezza ed allegria.
230
Bene: ho inteso nella parte
231
di quella prima attrice
232
lo stato della mia fama:
233
chiaramente mi parlava!
234
E m'inviti ad ascoltare
235
la seconda? Forse ignori
236
che non vogliono i signori
237
sentire verità chiare?

[Escono.]

[Scena quarta]

[Entrano] Federico, vestito da viaggio, molto elegante, e Batín, servitore.

BATÍN
238
Io non capisco più quello che vuoi!
239
Ora ti fermi qui tra quattro salici
240
quando un affare dovresti concludere
241
e di questa importanza!

FEDERICO
Il mio disgusto
242
non mi permette, e pur sarebbe giusto,
243
maggior fretta e più impegno.
244
Anzi, evito la gente, tormentato
245
da opposti pensieri;
246
vorrei dimenticarmi di me stesso
247
protetto da questi alberi, che vegliano
248
sull'onde addormentate del ruscello,
249
e nel cristallo freddo ed argentino,
250
che di verti mantelli li ha adornati,
251
si mirano le chiome.
252
Non sopporto mi lodino
253
le nozze di mio padre; io che pensai
254
d'esserne erede! E se sto mostrando
255
ai servi contentezza, come è giusto,
256
l'animo colmo di estremo disgusto,
257
quasi pazzo, a Mantova io vado,
258
ché vo a bere veleno
259
se a forza una matrigna ne ricavo.

BATÍN
260
La libera condotta di tuo padre,
261
censurata da intimi e da estranei,
262
di fronte alla virtù s'è ormai arresa,
263
e vuole ora calmarsi;
264
non c'è freno che uguagli lo sposarsi!
265
Regalò un suo vassallo
266
al re di Francia un superbo cavallo,
267
di bellezza notevole,
268
di nome "Cigno", per la neve pura
269
del manto, ricoperto
270
dalla cima del collo fino ai piedi
271
da lunghi crini, quando fiero ergeva
272
la finissima testa;
273
insomma la natura lo dotava
274
(e uguale lo faceva a qualche dama),
275
di bellezza e disdegno; la sua furia
276
considerava ingiuria
277
sopportare il migliore dei fantini.
278
Vedendo una bellezza sì sfrenata
279
lo fece il re gettare in un fossato
280
a un superbo leone, che lì stava.
281
Di fronte a quella fiera -appena viva
282
l'anima sensitiva-
283
intorno al corpo rigonfiò il pelame,
284
prima increspato senza legge, ed ora
285
domato dal timore, che formò
286
una sfera di lance biancheggianti.
287
E trasformato in riccio porcospino
288
da orgoglioso cavallo,
289
sudò per ogni pelo
290
una goccia di gelo,
291
e rimase sì umile e pacifico
292
che un nano fu del suo arcione accento,
293
e chi non sopportava cavalieri
294
fanti tollerò poi ben volentieri.

FEDERICO
295
Batín, io so che al mio vizioso padre
296
non si confà rimedio che gli torni
297
meglio del matrimonio;
298
ma non devo dolermi nel mio intimo
299
dell'inganno nel quale son vissuto?
300
Lo so che il più orgoglioso, il più lunatico
301
lo abbindola una donna, e che davanti
302
a questa fiera, il ribelle arrogante
303
ammansire si fa dal primo infante,
304
e con dolci carezze
305
balbettando sciocchezze,
306
tra le braccia cullandolo, acconsente
307
che gli tiri la barba.
308
Il contadino non guarda la messe
309
come un marito guarda la famiglia,
310
e da ogni stravaganza si allontana.
311
Ma che mi importa che si tranquillizzi
312
mio padre, e si ravveda
313
dei suoi trascorsi vizi,
314
se eredi ne saranno i nuovi figli,
315
e se io accudirò, quale stalliere,
316
una fiera che mi potrà sbranare?

BATÍN
317
Signore, gli uomini saggi e avveduti,
318
se si vedono vinti
319
da mali irrimediabili,
320
s'armano di pazienza,
321
fingono gioia, e fiducia, e allegrezza,
322
per non mostrarsi astiosi e per non dare
323
adito alla vendetta.

FEDERICO
324
Partirò una matrigna!

BATÍN
E non tacevi
325
delle molte che avevi
326
per i vizi del duca? È bene che ora
327
ne sopporti una sola, e gran signora!

FEDERICO
328
Che voci sono queste?

BATÍN
329
Nel guardo del torrente
330
sento arrivare gente.

FEDERICO
331
Sono donne! Vo loro incontro.

BATÍN
Fermati!

FEDERICO
332
Vigliacco! L'aiutarle è doveroso!

Esce

BATÍN
333
Rifuggire dal rischio: lì è il coraggio!
334
Lucindo, Albano, Floro!

[Scena quinta]

Questi entrano.

LUCINDO
Il conte chiama!

ALBANO
335
Federico dov'è?

FLORO
Non è che chiede
336
i cavalli?

BATÍN
Le grida di una dama,
337
lo portarono via da qui a gran passi,
338
con poco senno. Mentre io lo seguo,
339
voi chiamate gli altri.

Esce

[Scena sesta]

LUCINDO
Dove?... Aspetta!

ALBANO
340
Che sia uno scherzo?

FLORO
Lo credo anche io.
341
Ma della riva sale un trapestio
342
di persone in arrivo.

LUCINDO
343
Poca premura Federico mostra
344
di ricevere la nuova signora.

ALBANO
345
Ben evidente è il suo dispiacere.

[Scena settima]

Entra Federico, con Cassandra tra le braccia.

FEDERICO
346
Solo per deporvi qui
347
le mie braccia hanno il permesso.

CASSANDRA
348
Io ringrazio, cavaliere,
349
la vostra grande premura.

FEDERICO
350
Io la mia felice sorte
351
che mi portò in questi boschi,
352
quasi perduta la strada.

CASSANDRA
353
Che persone sono queste?

FEDERICO
354
Servi che sono con me.
355
Nessun timore, signora:
356
tutti sono ai vostri piedi.

[Scena ottava]

Entra Batín con Lucrezia, cameriera, tra le braccia.

BATÍN
357
Donna, dimmi, perché pesi?
358
E vi chiamano leggere!

LUCREZIA
359
Cavaliere, ove mi porti?

BATÍN
360
Almeno ti tiro fuori
361
dal fastidio della sabbia,
362
che il fiume nel ritirarsi
363
deposita sulla riva.
364
Rovesciare la carrozza
365
è stato un suo strattagemma,
366
scommetto, per catturare
367
delle ninfe così belle;
368
se non fossi stato qui
369
davvero c'era pericolo!

FEDERICO
370
Signora, perché io possa
371
parlarvi con il rispetto
372
che mi pare meritiate,
373
dite: chi siete?

CASSANDRA
Signore,
374
non c'è motivo che io debba
375
celarlo: sono Cassandra,
376
Duchessa, ormai, di Ferrara,
377
figlia del Duca di Mantova.

FEDERICO
378
E come potete esserlo
379
e viaggiare così sola?

CASSANDRA
380
Non sono sola: sarebbe
381
impossibile! Qua presso
382
c'è il marchese di Gonzaga:
383
attraversando un sentiero
384
io gli ho chiesto di lasciarmi
385
venire sola sul fiume
386
durante il meriggio ardente,
387
e per giungere alla riva,
388
che mi parve ricoperta
389
di più alberi e più ombra,
390
come più ricca di acque,
391
ecco che rischiai di fare,
392
fuori dal mare, naufragio;
393
fu sorte, ma sorte avversa
394
se le ruote si incepparono.
395
Dite, signore, chi siete,
396
anche se il nobile aspetto
397
fa fede della grandezza,
398
e rende certo il valore.
399
È giusto che del favore
400
non io sola vi ringrazi:
401
il marchese e mio padre
402
ve ne saranno assai grati!

FEDERICO
403
Vogliate darmi la mano
404
e lo saprà vostra altezza.

CASSANDRA
405
In ginocchio? Ma è eccessivo!
406
Vi sono tanto obbligata
407
che non posso consentirlo.

FEDERICO
408
Signora, è giusto, e dovuto;
409
sappiate: son vostro figlio.

CASSANDRA
410
Sono stata sciocca, ammetto,
411
a non averlo capito.
412
E chi, se non voi, avrebbe
413
aiutato nel pericolo?
414
Abbracciatemi!

FEDERICO
Che meriti
415
solo la mano.

CASSANDRA
Non basta!
416
Concedete alle mie braccia
417
di pagare questo debito,
418
signor conte Federico.

FEDERICO
419
E sia l'anima a rispondervi.

Parlano a voce bassa, e dice Batín.

BATÍN
420
Giacché la nostra fortuna
421
volle che questa gran dama
422
fosse quella che andavamo
423
a cercare fino a Mantova,
424
resta solo da sapere
425
se darti del tu, eccellenza,
426
signoria, o vostra grazia,
427
cosicché possa adeguare
428
le parole con i meriti.

LUCREZIA
429
Fino dai miei primi anni
430
servo la duchessa, amico;
431
sono la sua damigella:
432
abbiglio e spoglio sua altezza.

BATÍN
433
Sei la cameriera?

LUCREZIA
No.

BATÍN
434
Sarai quasi-cameriera,
435
come sul punto di esserlo,
436
congelata sulla soglia.
437
A volte hanno, i signori,
438
come mi stai raccontando,
439
delle servette a più usi,
440
tra donzelle e madri nobili,
441
e che sono tutto e nulla.
442
Come ti chiami?

LUCREZIA
Lucrezia.

BATÍN
443
Quella di Roma?

LUCREZIA
Più in su.

BATÍN
444
Grazie a Dio, che ho incocciato
445
in questa! Perché la storia
446
m'ha riempito la testa
447
di castità violentate
448
e di sciocche ostinatezze.
449
Hai visto Tarquinio?

LUCREZIA
Io?

BATÍN
450
E che faresti, a vederlo?

LUCREZIA
451
Hai moglie?

BATÍN
Per che ragione
452
lo domandi?

LUCREZIA
Perché possa
453
richiederle un parere.

BATÍN
454
M'hai risposto per le rime!
455
Tu, sai chi sono?

LUCREZIA
Che cosa?

BATÍN
456
Possibile che non giunga
457
fino a Mantova la fama
458
di Batín?

LUCREZIA
Per quali meriti?
459
Mi sa proprio che assomigli
460
a certi sciocchi, che pensano
461
che il loro nome nel mondo
462
viene tenuto in gran pregio,
463
e nessuno li consce.

BATÍN
464
Dio non voglia ch'io lo sia,
465
né che mormori invidioso
466
delle qualità degli altri.
467
Questo l'ho detto scherzando,
468
non che lo pensi, o che abbia
469
presunzione ed arroganza.
470
Però è vero che vorrei
471
avere fama tra i saggi
472
che sanno di scienze e lettere,
473
ché la lode degli zotici
474
non è fama, ma un raccolto
475
di chi semina schiocchezze,
476
e ricava quel che semina.

CASSANDRA
477
Ancora non so spiegarvi
478
quanto mi sia cosa grata
479
l'avervi qui conosciuto:
480
mi avevano detto poco
481
rispetto a quello che vedo.
482
Il parlare, il portamento
483
si attagliano alla persona,
484
figlio e signore, di modo
485
che mostra negli atti vostri
486
quale anima sostiene
487
una simile grandezza.
488
Ed è stata una fortuna
489
avere sbagliato strada:
490
per un felice errore
491
vi ho conosciuto prima.
492
Come dopo una tempesta
493
sull'ira del mare appare
494
la luce bella, così
495
è stato notte il mio sbaglio,
496
mare il fiume, nave il cocchio,
497
io il pilota, voi la stella.
498
Da oggi vi sarò madre,
499
signor conte Federico,
500
e vi prego d'onorarmi
501
fin d'ora con questo nome.
502
Sono di voi tanto lieta
503
e tanto l'anima ammira
504
così dolce e caro oggetto,
505
che mi dà più contentezza
506
l'acquistarvi come figlio
507
che in Ferrara esser duchessa.

FEDERICO
508
Bella signora, se il solo
509
vedervi mi intimorisce,
510
non so davvero rispondervi:
511
mi turba il vostro favore.
512
Oggi il duca, mio signore,
513
divide in duo il mio essere;
514
che del corpo mi ha dato
515
l'esistenza, solamente
516
perché dovessi l'anima
517
ad una seconda nascita.
518
Di questa duplice vita
519
voi sola avete il merito;
520
per nascere con un'anima
521
voglio da voi rinascere;
522
sebbene sia Dio ad infonderla,
523
fino a quando non vi ho visto
524
non sapevo da che parte
525
la tenessi. Ora, se a voi
526
devo il conoscerla, credo
527
che mi abbiate fatto nuovo:
528
io senz'anima vivevo.
529
E da ciò si può desumere,
530
poiché da voi voglio nascere,
531
che sono il primo figliolo
532
che il duca da voi genera.
533
E che io voglia, ormai adulto,
534
nascere, non è fantasia,
535
a discolpa può valermi
536
quello splendido crogiolo:
537
da seimila anni è sole
538
e rinasce tutti i giorni.

[Scena nona]

Il marchese Gonzaga, Rutilio e servi.

RUTILIO
539
Qui, signore, li ho lasciati.

MARCHESE
540
Ah, che disgrazia terribile,
541
se il cavaliere che dici
542
non le avesse dato aiuto!

RUTILIO
543
Mi ordinò di allontanarmi
544
per tuffare le sue nevi
545
nella corrente briosa,
546
bagnando i piedi nell'acqua
547
perché perle ne scorressero;
548
così non poté raggiungerla
549
rapidamente il mio zelo,
550
e in braccio a quel cavaliere,
551
signore, uscì la duchessa;
552
ma come ho visto che erano
553
già sicuri sulla riva
554
corsi a chiamarti.

MARCHESE
Laggiù
555
tra l'acqua e la sabbia sta
556
il cocchio vuoto.

RUTILIO
I salici
557
c'impedivano la vista:
558
eccola là, coi famigli
559
del cavaliere.

CASSANDRA
Già arrivano
560
i miei servi.

MARCHESE
Signora!

CASSANDRA
561
Marchese!

MARCHESE
In grande angoscia
562
ci ha tenuti tutti quanti
563
fin'ora l'altezza vostra.
564
Ma vi trovo sana e salva,
565
ringraziando Dio!

CASSANDRA
E poi
566
ringraziate questo nobile:
567
la sua cortesia partecipe
568
mi salvò da ogni pericolo
569
prendendomi tra le braccia.

MARCHESE
570
Signor conte, chi poteva,
571
se non voi, così soccorrere
572
chi è ormai giusto che abbia
573
per voi nome di madre?

FEDERICO
574
Signor marchese, ed allora
575
fossi io Giove, e mi cambiassi
576
in quell'uccello imperiale
577
(anche esponendo le piume
578
alla luce di un tal sole,
579
superbo come Fetonte):
580
tra i miei unghielli dorati
581
la farei insegna del petto,
582
ascendendo a lei abbracciato,
583
per i miei soli meriti,
584
la potrei porgere alfine
585
alle braccia di mio padre.

MARCHESE
586
Signore, è il cielo a disporre
587
questi casi che vedete,
588
perché Cassandra vi debba
589
un beneficio sì grande
590
che da questo attimo possa
591
riconfermare gli accordi;
592
e in tutta Italia si veda
593
che tali opposti si amano
594
da coincidere in un essere.

Parlano i due, e a parte Cassandra e Lucrezia.

CASSANDRA
595
Mentre i due parlano, dimmi
596
che te ne pare, Lucrezia,
597
di Federico.

LUCREZIA
Signora,
598
se me ne deste licenza
599
vi direi il mio parere.

CASSANDRA
600
Anche se non qualche remora
601
io te la do.

LUCREZIA
Dunque, dico...

CASSANDRA
602
Di'.

LUCREZIA
...Più felice sareste
603
se poteste fare un cambio.

CASSANDRA
604
Giusto, Lucrezia, e sbagliato
605
il mio destino, ma ormai,
606
anche quando io volessi
607
-inventando qualche inganno-
608
tornare a Mantova, certo
609
mi ucciderebbe mio padre
610
e la mia follia sarebbe
611
la favola dell'Italia;
612
e per giunta non potrei
613
sposarmi con Federico;
614
pertanto è assurdo che torni
615
a Mantova. Andrò a Ferrara,
616
dove mi aspetta il duca,
617
la cui vita libertina,
618
per le notizie che ho,
619
già mi tiene in apprensione.

MARCHESE
620
Su, che vengano i famigli,
621
e allegramente si esca
622
dai rischi di questa selva.
623
Tu, vai avanti a Ferrara,
624
Rutilio, e reca notizia
625
al duca del felice esito,
626
che non ci debba precedere
627
di voce in voce la fama,
628
che le buone nuove frena
629
e quelle cattive affretta.
630
Andiamo, dunque, signora;
631
portino al conte il cavallo.

FLORO
632
Il cavallo!

CASSANDRA
Vostra grazia
633
starà meglio nel mio cocchio.

FEDERICO
634
Come piace a vostra altezza,
635
così servirla desidero.

[Scena decima]

Il Marchese conduce fuori Cassandra, dandole la mano, e rimangono Federico e Batín.

BATÍN
636
Che splendore, la duchessa!

FEDERICO
637
È bella, vero, Batín?

BATÍN
638
Mi sembra un giglio di macchia
639
che sta chiedendo all'aurora
640
con quattro candide lingue
641
che cambi, per cortesia,
642
alle perle i grani d'oro.
643
Mai ne ho vista una così!
644
Ma già salgono, signore,
645
e non è bene attardarci;
646
ci fosse tempo, però,
647
ti direi...

FEDERICO
Non dire nulla,
648
che con l'acume che hai
649
mi hai visto negli occhi l'anima
650
e vuoi solo assecondarmi.

BATÍN
651
Non era più adatto a te
652
questo garofano fresco,
653
questa arancia ancora in fiore,
654
fatta tutta di boccioli,
655
zuccherino d'ambra e d'oro,
656
questa Venere, quest'Elena?
657
Maledizione alle leggi
658
assurde del nostro mondo!

FEDERICO
659
Vieni, non diamo sospetti;
660
e sarò il primo figliastro
661
a cui appare incantevole
662
la matrigna.

BATÍN
Bah, signore,
663
ci vuole solo pazienza:
664
dopo un paio di soprusi
665
vedrai che ti sembra brutta.

[Escono.]

[Scena undicesima]

Entrano il Duca di Ferrara e Aurora, sua nipote.

DUCA
666
La troverà sulla strada
667
Federico, se è partito
668
quando dicono.

AURORA
Ha aspettato
669
troppo; doveva partire
670
appena avvisato, subito,
671
per fare scorta a sua altezza.

DUCA
672
Sarà stata l'amarezza
673
a tardare la partenza.
674
Nel suo cuore, Federico,
675
era ben sicuro ormai
676
d'essere il mio erede, attesa
677
confermata dal mio amore.
678
Perché è Federico, Aurora,
679
la persona a me più cara,
680
e lo sposarmi è violenza
681
che faccio ai miei desideri:
682
sono stati i miei vassalli
683
che mi hanno spinto e costretto
684
a dargli un tale dolore.
685
Dicevano di sperare
686
di averlo come signore,
687
o per la mia inclinazione,
688
che appariva manifesta,
689
o perché anch'essi lo amavano;
690
ma aggiungendo che i parenti
691
in diritto di succedermi
692
si sarebbero poi opposti;
693
e se alle armi si arrivava
694
senza trovare un accordo
695
ne patirebbe il paese,
696
perché la guerra di solito
697
sono i sudditi a scontarla.
698
A tali istanze ho ceduto
699
e ho deciso di sposarmi.

AURORA
700
Signore, tu non ne hai colpa:
701
è stata la sorte avversa.
702
Ma la prudenza sagace
703
del conte saprà alleviare
704
la delusione, così
705
che sopporti con pazienza.
706
Tuttavia, in questa incertezza,
707
un consiglio voglio darti,
708
che sarà in parte rimedio
709
alla sua delusione
710
e al dolore che ne provi.
711
Perdonami, se oso troppo,
712
ma confido nell'affetto
713
che mi mostri: con franchezza
714
ti dorò quello che penso.
715
Io sono, invitto duca, tua nipote,
716
figlia di tuo fratello,
717
che nella verde età, come una giovane
718
pianta che il vento spoglia dei suoi fiori,
719
a cinque lustri -oh sorte
720
crudele!- rapì morte inesorabile.
721
In casa mi hai allevato, perché presto
722
ho perso anche la madre:
723
solo tu mi sei stato padre amato,
724
e nel confuso labirinto cieco
725
della mia triste sorte
726
il filo d'oro che guida alla luce.
727
Mi hai dato per fratello Federico,
728
allevandomi insieme
729
a mio cugino; alla sua fede onesta,
730
con dolce confidenza do il mio affetto,
731
non meno da lui amata,
732
vivendo tutti e due la stessa vita.
733
Una legge, un amore, una fiducia,
734
un volere ci regge,
735
che con il matrimonio sarà eterno:
736
io sarò sua, e Federico mio,
737
e un laccio così forte
738
la morte appena lo potrà spezzare.
739
Dalla fine del padre beneamato
740
si accrebbero i miei beni;
741
non vi è in Italia chi meglio lo meriti
742
per ricchezza e per stato;
743
io sola d'ogni grande
744
posso ignorare e la Spagna e le Fiandre.
745
Se lo sposi con me, stai pure certo,
746
non potrà rattristarsi
747
se un qualche erede ti offrirà Cassandra,
748
trovando in me difesa e baluardo.
749
Vedi se in questo modo
750
il mio consiglio può offrirti un rimedio.

DUCA
751
Abbracciami, o mia Aurora,
752
che tra incertezze e timori
753
sei per me quella del cielo,
754
che la notte fughi e indori.
755
Oggi spunta il mio soccorso:
756
nel sole del tuo consiglio
757
scorgo, come un chiaro specchio,
758
tutti i miei dubbi risolti.
759
Mi tuteli vita e onore;
760
così ti prometto il conte,
761
se al tuo affetto corrisponde
762
la fede per cui lo vuoi;
763
immagino che sarai
764
certa del suo giusto amore;
765
come io so che i tuoi pregi,
766
Aurora, anche più si meritano.
767
E così, se anche lui
768
ha le tu stesse intenzioni,
769
ti do parola di fare
770
insieme i due matrimoni.
771
Arrivi il conte, e vedrai
772
che giorno offrirò a Ferrara-

AURORA
773
Sono tua figlia e tua schiava:
774
non posso dirti di più.

[scena dodicesima]

Entra Batín.

BATÍN
775
Vostra grazia, qua una mancia
776
da dividere a metà
777
tra me e il vento: ne abbiamo
778
entrambi pieno diritto,
779
che non so quale dei due
780
ha corso fin qui nell'altro,
781
io nel vento, il vento in me,
782
lui nei passi, io nel suo volo.
783
La duchessa, tutto bene;
784
e se prima è corsa voce
785
che quel fiume, troppo ardito,
786
ha travolto il cocchio, all'ultimo
787
tutto è andato per il meglio,
788
perché il conte in un baleno
789
arrivò e la prese in braccio;
790
e hanno smentito con questo
791
quella opinione comune
792
che non si possono amare
793
il figliastro e la matrigna,
794
perché vengono così
795
contenti insieme, che sembrano
796
figlio e madre naturali.

DUCA
797
Caro Batín, questa intesa
798
è la nuova a me più grata,
799
e che il conte sia contento
800
è una nuova e un fatto nuovo.
801
Voglia Iddio che Federico,
802
intelligente com'è,
803
armonizzi con Cassandra.
804
Dunque, già si sono visti,
805
e in modo che Federico
806
la poté aiutare?

BATÍN
Certo
807
è stata una gran fortuna
808
per tutti e due.

AURORA
Anche io
809
voglio delle informazioni.

BATÍN
810
Oh Aurora, che col tuo nome
811
spingeresti il cielo stesso
812
a dirti rare acutezze!
813
Che cosa vuoi domandarmi?

AURORA
814
Di', è molto bella Cassandra?

BATÍN
815
Domanda è curiosità,
816
questa, più consona al duca
817
che a vostra grazia, ma penso
818
che sapete già per fama
819
quel che non posso ripetere
820
perché arrivano.

DUCA
Batín,
821
questa catena è per te.

[Scena tredicesima]

Entrano con grande seguito e pompa Rutilio, Floro, Albano, Lucindo ed il marchese Gonzaga, Federico, Cassandra e Lucrezia.

FEDERICO
822
Signora, in questo giardino
823
hanno fatto un padiglione
824
perché il duca vi riceva,
825
mentre si va preparando
826
Ferrara alla vostra entrata,
827
la più sfarzosa che mai
828
in Italia si sia vista,
829
pur se sotto i vostri meriti.

CASSANDRA
830
Federico, il tuo silenzio
831
mi induceva alla tristezza.

FEDERICO
832
Il motivo è stato questo.

FLORO
833
Già escono per accogliervi
834
il duca ed Aurora.

DUCA
Il cielo,
835
mia bella Cassandra, a cui
836
con tutta l'anima offro
837
questi stati, vi protegga,
838
come signora e padrona,
839
a loro gloria ed onore
840
tant'anni quanti io desidero.

CASSANDRA
841
Per esser vostra schiava
842
altezza, sono venuta;
843
da questo titolo solo
844
la mia stirpe si illustra,
845
acquista onore mio padre
846
e gloria la mia patria;
847
è da qui solo che attingo
848
i meriti per giungere
849
a farmi degna dei vostri.

DUCA
850
Datemi, signor marchese,
851
le braccia, perché a voi devo
852
pegno di tale valore.

MARCHESE
853
Nel suo nome le merito,
854
e per la parte che ho avuto
855
in questo lieto imeneo:
856
fino a che non sia operante
857
me ne dovete l'impegno.

AURORA
858
Io, Cassandra, sono Aurora.

CASSANDRA
859
Tra le gioie che mi aspetto
860
della mia grande fortuna
861
c'è l'avervi, cara, Aurora,
862
per amica e per signora.

AURORA
863
Col servirvi e con l'amarvi,
864
come padrona di tutto,
865
solo vi posso rispondere.
866
Felice è stata Ferrara
867
a meritarvi, Cassandra,
868
per fare illustre il suo nome.

CASSANDRA
869
Tali favori mi accolgono
870
che già per ogni mio atto
871
prevedo un prospero esito.

DUCA
872
Sedete, perché vi onorino
873
con amore familiari
874
e parenti.

CASSANDRA
Dico solo:
875
comandate, ed io obbedisco.

Si seggono sotto un baldacchino il Duca e Cassandra, e il Marchese e Aurora.

CASSANDRA
876
Non si siede il conte?

DUCA
No,
877
perché dev'essere il primo
878
a baciarvi la mano.

CASSANDRA
879
Perdonate, non consento
880
che si umìli.

FEDERICO
Ma fareste
881
torto al mio amore, ed io, poi,
882
mancherei all'obbedienza.

CASSANDRA
883
Questo no.

FEDERICO
[Tra sé]
Mi sento un tremito.

CASSANDRA
884
Fermatevi.

FEDERICO
Non chiedetelo.
885
Tre volte, signora, bacio
886
questa mano: una per voi,
887
e mi assoggetto con questo
888
a esser vostro finché viva,
889
di questi sudditi esempio;
890
la seconda per il duca
891
mio signore, che rispetto
892
obbediente; eppoi la terza
893
per me, perché già compiuti
894
gli obblighi che ho verso voi,
895
e il volere di mio padre,
896
di mia propria volontà
897
signora vi riconosco;
898
che se dall'animo sgorga
899
senza costrizione d'altri
900
l'obbedienza, allora è autentica.

CASSANDRA
901
Di un così docile collo
902
sian catena le mie braccia.

DUCA
903
[tra sé]
Federico è molto accorto.

MARCHESE
904
Da giorni, mia bella Aurora,
905
la vostra fama m'ha acceso
906
la bramosia di conoscervi,
907
e devo alla mia fortuna
908
ritrovarmi qui vicino
909
a voi, seppur timoroso.
910
Compiutasi la speranza
911
cresce il giusto di servirvi,
912
vedendovi così bella.

AURORA
913
Queste parole che vengono
914
da voi, le apprezzo, marchese,
915
perché già del vostro nome
916
-nome in Italia eterno
917
nelle armi- m'era giunta
918
notizia per tante imprese.
919
Ignoravo che eravate
920
galante, ma avevo torto,
921
che galanteria e prodezza
922
ovviamente vanno insieme,
923
e ancor più in una persona
924
di tale stirpe e valore.

MARCHESE
925
Facendo dunque tesoro
926
di questo favore, da oggi
927
vostro mi dico, e prometto
928
di sfidare in queste feste
929
tutti quanti i cavalieri
930
di Ferrara, ché nessuno
931
ha una dama così bella.

DUCA
932
[a Cassandra]
Dovete ora riposare;
933
intrattenervi qui ancora
934
sarebbe quella stoltezza
935
che s'attribuisce allo sposo
936
alla sua prima visita.
937
Non dica la lunga strada
938
che sono poco accorto,
939
né amore che sprezzo il bene
940
perché troppo tempo esigo.

Tutti escono con grandi dimostrazioni di cortesia; rimangono Federico e Batín.

[Scena quattordicesima]

FEDERICO
941
Che pazzesche fantasie!

BATÍN
942
Pazzesche? Ma che ti piglia?

FEDERICO
943
Hanno ragione, la vita
944
è sogno, e soltanto sogno:
945
non solo da addormentati,
946
ma anche quando siamo svegli
947
cose si immagina un uomo
948
che un febbricitante infermo
949
nel culmine della crisi
950
non potrebbe figurarsi!

BATÍN
951
Proprio vero: a volte stando
952
in un gruppo di persone,
953
non so come, ma mi viene
954
di dare uno schiaffo ad uno;
955
o di saltargli alla gola.
956
Se mi trovo su un balcone
957
ho la voglia o la paura
958
di buttarmi giù e ammazzarmi.
959
Se in chiesa sto ad ascoltare
960
qualche predica, mi immagino
961
di dire al predicatore
962
che l'ho già vista stampata.
963
Qualche volta ai funerali
964
mi viene la ridarella,
965
o se vedo due che giocano
966
ecco che mi prende l'estro
967
di turargli un candeliere.
968
Se c'e qualcuno che canta
969
anche a me vien di cantare,
970
e se incontro qualche dama
971
mi verrebbe il ghiribizzo
972
di acciuffarla per la crocchia,
973
e arrossisco come un gambero,
974
quasi che l'avessi fatto.

FEDERICO
975
Dio n'aiuti! E voi, lasciatemi
976
dissennate fantasie
977
di sogni a occhi aperti!
978
Che io così immagini e pensi,
979
che mi riprometta e dica,
980
che inventi e che m'affani...
981
Ma basta, strana pazzia!

BATÍN
982
Dunque mi tieni un segreto!

FEDERICO
983
Non è qualcosa che ho fatto,
984
e così nulla ti celo,
985
che sono, le fantasie,
986
solo larve senza corpo.
987
Non ti nascondo il mio animo
988
se taccio ciò che non è
989
e che mai potrà essere.

BATÍN
990
E se a dirlo fossi io,
991
tu lo negheresti?

FEDERICO
Prima
992
che tu possa indovinarlo
993
nasceranno fiori in cielo
994
e in questo giardino stelle.

BATÍN
995
Guarda come lo indovino:
996
ti piace la tua matrigna
997
e tra te ti stai dicendo...

FEDERICO
998
Non lo dire! Eppure è vero.
999
Ma io, che colpa ne ho?
1000
Non è libero il pensiero?

BATÍN
1001
Sì, e tanto; nel suo volo
1002
l'immortalità dell'anima
1003
si rimira e si rispecchia.

FEDERICO
1004
Fortunato il duca!

BATÍN
E molto.

FEDERICO
1005
È impossibile; sì, eppure
1006
sono invidioso di lui.

BATÍN
1007
Più che possibili! Pensa
1008
che era meglio adatta a te
1009
Cassandra!

FEDERICO
Potrò morire
1010
così di un amore assurdo
1011
e gelosia ben concreta.


Atto secondo

[Scena prima]

Cassandra e Lucrezia.

LUCREZIA
1012
Profondamente sconvolta
1013
Mi ha lasciato vostra altezza.

CASSANDRA
1014
Non c'è altezza se uno è triste,
1015
e -peggio- per cose basse!
1016
Ah fossi io, magari fossi,
1017
una donna di campagna
1018
per svegliarmi la mattina
1019
la lato di un contadino,
1020
non accanto a chi, tra oro,
1021
e tra porpora, mi sprezza!
1022
Ah, non fossi nata nobile!
1023
Allora sì averi trovato
1024
veramente uno capace
1025
di apprezzare quel che sono
1026
e ricambiare il mio affetto!
1027
In quei modesti recessi
1028
come nei letti regali
1029
si hanno tali contentezze
1030
che nessun rango può accrescere,
1031
se di notte sono uguali
1032
le scoperte dell'amore.
1033
Non trova i novelli sposi
1034
il sole, attraverso i vetri
1035
di cristallo, sulle prime
1036
luci dell'alba, abbracciati
1037
con più gusto, né può scorgere
1038
sotto dorati soffitti
1039
gioia maggiore di quella
1040
che forse un suo raggio ha visto
1041
sul principio dell'aurora
1042
all'entrare in un pertugio
1043
scorgendo due corpi e un'anima!
1044
Fortunata chi non soffre
1045
la freddezza di un potente,
1046
ma si leva su dal fianco
1047
del suo sposo tutta lieta;
1048
felice chi ad una fonte,
1049
cosa rara, vede e lava
1050
con le due mani la faccia,
1051
non con il pianto, a sapersi
1052
moglie di un uomo incostante
1053
pur se Duca di Ferrara!
1054
Solo una notte di un mese
1055
l'ho visto tra le mie braccia,
1056
e mille volte l'ho visto
1057
che non voleva vedermi.
1058
Ma se lui vive così,
1059
come posso lamentarmi?
1060
Dove mai avevo appreso
1061
che chi agito male un tempo
1062
può ravvedersi e cambiare
1063
solo col mutare stato?
1064
Che un uomo ritorni a casa
1065
quando sta spuntando l'alba,
1066
e che viva a suo capriccio,
1067
si può anche considerare
1068
come libertà maschile.
1069
Chi la protrebbe frenare?
1070
Ma chi con tanto disprezzo
1071
tratta una donna di rango,
1072
dimentico che è sposato,
1073
o vuol esser disgraziato
1074
o ha molto dello sciocco.
1075
Mi pare che il duca sia
1076
come quelli che ritengono
1077
-quando ne han preso possesso-
1078
di poter tener in casa
1079
la sposa come un oggetto,
1080
un addobbo, un ornamento,
1081
uno scrittoio, o una seggiola.
1082
Ed è una cosa esecrabile,
1083
perché è il marito cattivo
1084
che fa la moglie malvagia.
1085
La donna d'animo onesto
1086
viene per essere sposa
1087
in casa sua, non per fare
1088
da quadro, sedia, scrittoio!
1089
Basterebbe che, se è arido,
1090
non fosse poi anche scortese;
1091
e sarà meglio, se provoca
1092
qualche indebito pensiero,
1093
non dare occasione al danno
1094
che tentare poi il rimedio.

LUCREZIA
1095
Le vostre parole m'hanno
1096
dato dolore e sorpresa:
1097
a ragione vi dolete
1098
di un torto così palese.
1099
Chi poteva mai pensare
1100
che anche da sposato il duca
1101
continuasse nei suoi vizi?
1102
E se incapace di affetto,
1103
fosse almeno, come dite,
1104
cortese, così che avrebbe
1105
sopportato il vostro cuore!
1106
Durante il corteggiamento
1107
magari puoi civettare,
1108
cercando di stimolare
1109
un interesse assopito:
1110
lo sdegno, il broncio, il sorriso
1111
con qualcuno che è passato,
1112
e lodare chi ci parla,
1113
svegliano gli addormentati;
1114
ma ingelosire un marito,
1115
questo a nessuno è possibile!
1116
Ha scritto di queste angustie
1117
a suo padre vostra altezza?

CASSANDRA
1118
No, Lucrezia, che i miei occhi
1119
soli sanno le mie pene.

LUCREZIA
1120
Ma seguendo la ragione
1121
e le leggi di natura,
1122
non sarebbe stato meglio
1123
se aveste sposato il conte?
1124
Un nipotino l'erede
1125
sarebbe stato del duca,
1126
rendendo così sicuro
1127
lo stato. La depressione
1128
del conte non è davvero,
1129
mia signora, senza causa.

CASSANDRA
1130
Certo le sue fantasie,
1131
Lucrezia, non hanno origine
1132
da invidie che io gli provochi,
1133
né potrò dargli fratelli;
1134
sia sicuro, Federico,
1135
che non posso essere io
1136
causa delle sue amarezze.
1137
Siamo entrambi disgraziati.

[Scena seconda]

Il Duca, Federico e Batín.

DUCA
1138
Se avessi mai pensato che ti avrebbe
1139
rattristato così il mio matrimonio
1140
prima di progettarlo sarei morto.

FEDERICO
1141
Non sarebbe sensato, mio signore,
1142
che le tue nozze mi dessero pena,
1143
né posso dubitare del tuo affetto.
1144
La tua lucida mente ben comprende
1145
che se mi addolorasse il matrimonio
1146
saprei dissimulare lo scontento.
1147
Si vede in volto la mia malattia,
1148
non la causa si vede.

DUCA
I nostri medici,
1149
in Mantova e Ferrara, varie ipotesi
1150
hanno avanzato, e tutte per concludere
1151
che sposarti sarà il miglior rimedio:
1152
così la tua tristezza sparirà.

FEDERICO
1153
Rimedio ben più adatto a una fanciulla,
1154
signore, che a un uomo del mio stato;
1155
non guarirò con simili espediente.

CASSANDRA
1156
Quasi non mi ha guardato il duca, vedi?
1157
Strana freddezza e rozza scortesia!

LUCREZIA
1158
Se non vi ha visto non si può incolpare!

CASSANDRA
1159
Fingere distrazione è crudeltà.
1160
Vieni, Lucrezia; temo che in futuro
1161
questo disdegno gli rincrescerà.

Escono tutte e due.

[Scena terza]

DUCA
1162
Se la causa è quella che suppongo
1163
io ti voglio proporre un matrimonio
1164
e di tuo gusto, e qui nel nostro regno.

FEDERICO
1165
Per caso con Aurora?

DUCA
Il mio pensiero
1166
mi rubi, ed esso affiora alle tue labbra
1167
come avessi lo stesso intendimento.
1168
Ho interpellato i più avveduto anziani
1169
del mio consiglio, e tutti mi confermano
1170
che questo risarcisce le tue perdite.

FEDERICO
1171
Hanno poca esperienza del mio cuore:
1172
scioccamente mi pensano irritato,
1173
senza motivo mi credono offeso.
1174
Siano certi che mai ho disapprovato
1175
questo tuo matrimonio, ed anzi l'ho
1176
desiderato, sì, per il tuo bene.

DUCA
1177
Certo: ci credo, e sempre l'ho creduto,
1178
e la tua obbedienza, figlio, pago
1179
con l'essere pentito del mio passo.

FEDERICO
1180
Signore, sappi allora che una cosa
1181
così giusta non mi può addolorare
1182
e rispondo all'affetto che mi mostri.
1183
Che accerti se ciò piace a mia cugina,
1184
e poi mi disporrò ad obbedirti:
1185
poiché il contrario non sarebbe giusto,
1186
compirò il tuo volere.

DUCA
Il suo consenso
1187
l'ho sentito dalle sue stesse labbra.

FEDERICO
1188
So tuttavia ch'è mutato qualcosa;
1189
e so che, a corteggiarla incoraggiato,
1190
il marchese si ferma qui a Ferrara.

DUCA
1191
Ma questo, Federico, che ti importa?

FEDERICO
1192
Chi si sposa non può non preoccuparsi
1193
e dolersi di precedenti amori;
1194
è scrivere su carta già segnata!

DUCA
1195
Se ci si invischia in scrupoli del genere
1196
le donne le dovremmo tener chiuse
1197
da quando nascono, in una fortezza,
1198
al riparo dagli occhi altrui! Il cristallo
1199
se ti specchi, con l'alito si appanna,
1200
ma se ti vuoi vedere, che ti importa?
1201
Dopo infatti si lustra e si pulisce
1202
ed è più terso com'era prima.

FEDERICO
1203
Buoni concetti e sottili ragioni
1204
mi dici! Quando una fucina ardente
1205
vomita le faville rutilanti
1206
e il fabbro vuole spengere la fiamma
1207
bagna le braci ardenti dei tizzoni,
1208
ma ecco che si ribellano e ricrescono
1209
ed il fuoco divampa accanto all'acqua.
1210
Così un marito acquieta il desiderio
1211
e il primo ardore di un nascosto amante,
1212
ma può rinfocolare la fiammata;
1213
e per questo ho timore di chi l'ama,
1214
né voglio essere l'acqua che l'aumenti,
1215
incendiando il mio onore, ed offuscando
1216
con fumo la mia fama.

DUCA
Impertinente,
1217
perfino sciocco, conte, ti riveli!
1218
Parli di "Aurora" come fosse "notte",
1219
con frasi sia scortesi che indecenti.

FEDERICO
1220
Aspetta...

DUCA
Perché mai?

Esce.

[Scena quarta]

FEDERICO
Signore, aspetta!...

BATÍN
1221
Ti sei proprio conquistato
1222
la grazia del duca!

FEDERICO
Spero
1223
cadergli in disgrazia: in tutto
1224
voglio essere sventurato!
1225
Che la mia disperazione
1226
è giunta ad un tale estremo
1227
che soltanto mi consente
1228
la morte come rimedio.
1229
E se morissi, vorrei
1230
potere tornare a vivere
1231
mille volte, per morire
1232
ogni volta che rivivo.
1233
Sono in stato così misero
1234
che non mi so decidere
1235
né a morire, né a vivere
1236
perché vivere sarebbe
1237
tornare ancora a morire.
1238
E se da me non m'uccido
1239
è perché patisco tanto
1240
che la morte mi sarebbe
1241
assai meno dolorosa.

BATÍN
1242
E perciò, conte, non vuoi
1243
né vivere né morire;
1244
e tra la morte e la vita
1245
ti puoi dire ermafrodita:
1246
che se questi si compone
1247
di uomo e donna, tu di vita
1248
e morte; ed a tal punto
1249
la tristezza ti riduce
1250
che non sei vivo né morto.
1251
Ma, per Dio, considerato
1252
il tuo stato miserando,
1253
mi costringi a domandarti
1254
o la causa del tuo male,
1255
o il permesso di andarmene,
1256
per dimostrare che sono
1257
sfortunato perché leale.
1258
Dammi il congedo.

FEDERICO
Batín,
1259
se ti potessi spiegare
1260
il mio male, esso sarebbe
1261
limitato ed ammissibile.
1262
Ma la sfortuna ha voluto
1263
che il mio sia un male
1264
che non nasce da ragione,
1265
ma solo dai sentimenti.
1266
Se tento, per alleviarmi,
1267
di parlare, mi raggelo
1268
a vedere la distanza
1269
tra il sentire e la parola:
1270
più che dalla terra al cielo.
1271
E se vuoi, vattene pure
1272
e lasciami qui da solo,
1273
che non mi possa restare
1274
una parvenza di bene.

[Scena Quinta]

Entrano Cassandra e Aurora.

CASSANDRA
1275
Di questo piangi?

AURORA
E le pare
1276
senza motivo, se il conte
1277
mi abborrisce ora e mi sprezza?
1278
Dice che amo il marchese
1279
Gonzaga. Io amare Carlo?
1280
Quando? Come? Oh, no! Ma vedo
1281
cosa significa questo!
1282
È che Federico, offeso
1283
per le nozze di suo padre,
1284
pensa d'andare in Ispagna.
1285
Prima io ero per lui
1286
la stessa luce degli occhi,
1287
ora offendo la sua vista
1288
e il mio sguardo lo disturba.
1289
Nessuna aurora al mondo
1290
annunciava il nuovo giorno
1291
che non lo trovasse in cerca
1292
di quella che gli era cara.
1293
A ogni pianta, a ogni fontana
1294
lui d'amore mi parlava!
1295
Che gelsomini e che fiori
1296
non erano proprio come
1297
il mio labbro e la mia fronte?
1298
Quando mai si allontanava
1299
da me, sia pure un istante?
1300
Pareva non poter vivere
1301
se io non l'incoraggiavo.
1302
La consuetudine tanto
1303
rinsalda la fede d'amore,
1304
che se Dio ci dette due anime
1305
noi ne facemmo una sola.
1306
Questo dai più teneri anni,
1307
perché insieme a noi due nacque
1308
quell'amore, oggi finito
1309
e per colpa dei suoi inganni.
1310
Tanto poté l'ambizione
1311
dello stato, che ha perduto!

CASSANDRA
1312
Mi dispiace sia successo
1313
Aurora, per causa mia;
1314
ma contiene il tuo dolore
1315
mentre parlerò con lui,
1316
anche se mi par difficile
1317
discutere di gelosia.

AURORA
1318
E sarei io a provocarla?

CASSANDRA
1319
Con il marchese, così
1320
dice il duca.

AURORA
No, mi creda,
1321
signora, quella tristezza
1322
non è gelosia né amore.

Esce Aurora.

[Scena sesta]

CASSANDRA
1323
Federico.

FEDERICO
Mia signora,
1324
vostra altezza dia la mano
1325
al suo schiavo.

CASSANDRA
Tu in ginocchio!
1326
Non umiliarti così,
1327
o tu chiamerò "eccellenza".

FEDERICO
1328
E farai torto al mio amore.
1329
Né mi voglio alzare senza
1330
la tua mano.

CASSANDRA
Eccoti, invece,
1331
le mie braccia. Che succede?
1332
Cosa hai visto in me? Che hai?
1333
Sembra che tu stia tremando.
1334
Sai già che voglio da te?

FEDERICO
1335
Non appena indovinato,
1336
l'anima lo disse al petto,
1337
il petto al viso, causando
1338
il turbamento che vedi.

CASSANDRA
1339
Lasciaci soli un momento,
1340
Batín, che voglio parlare
1341
col conte.

BATÍN
Il conte sconvolto
1342
e in colloquio solitario
1343
con Cassandra? Che vuol dire?

Esce

[Scena settima]

FEDERICO
1344
(Mentre, o cielo, così ardendo
1345
placami una tale fiamma,
1346
se un'altra vita mi attende.)

CASSANDRA
1347
Federico, anche se so,
1348
-me lo ha rivelato Aurora-
1349
le tu gelose inquietudini
1350
da quando con me è venuto
1351
il marchese qui a Ferrara,
1352
e perciò non vuoi sposarti,
1353
non riesco a persuadermi
1354
che ignori i tuoi stessi meriti,
1355
se nasce -dicono i saggi-
1356
la gelosia dall'invidia.
1357
Il marchese è un rude uomo
1358
d'armi, certo valoroso,
1359
ma non ha garbo né stile.
1360
Penso dunque che la causa
1361
del tuo triste segregarti
1362
sarà forse il matrimonio
1363
di tuo padre, e che consideri
1364
ormai perduto il diritto
1365
che avevi a questi domini,
1366
appena io avessi un erede.
1367
Se sono, dunque, l'origine
1368
delle tue amare apprensioni,
1369
ti assicuro fin da ora
1370
che fratelli non ne avrai,
1371
perché il duca solamente
1372
per contentare i vassalli
1373
ha ceduto a queste nozze;
1374
ma il suo vizioso svagarsi
1375
-per non chiamarlo altrimenti-
1376
permise che mi abbracciasse
1377
appena il breve intervallo
1378
di una notte -che dovette
1379
sembrargli lunga dei secoli-;
1380
e poi ai soliti piaceri
1381
si è dato con maggior foga,
1382
rotto il freno dei miei lacci.
1383
Come si scioglie un cavallo
1384
imbizzarrito al rumore
1385
del tamburo -perché voglio
1386
fare u casto paragone-
1387
e del freno ricamato
1388
va seminando i frammenti,
1389
e i finimenti spezzati
1390
sparge di schiuma iridata,
1391
qua redini e barbazzale,
1392
là le corregge ed i fiocchi,
1393
così rotta l'obbedienza
1394
al sacro vincolo, il duca
1395
cerca donnucole vili
1396
seminando onore a pezzi:
1397
e là abbandona la fama,
1398
lì gli allori ed i trionfi,
1399
ed i titoli ed i nomi
1400
dei suoi antenati illustri,
1401
lì il valore, la salute,
1402
e il tempo così mal speso,
1403
facendo di notte giorno
1404
in questi indegni sollazzi.
1405
Puoi essere, dunque, sicuro
1406
di ereditare il regno:
1407
sia che io scriva a mio padre
1408
perché venga a riscattarmi
1409
da uno sposo che è un tiranno,
1410
da una reggia che è un carcere;
1411
sia che la mia morte anticipi
1412
la fine di tanti mali.

FEDERICO
1413
Iniziando vostra altezza
1414
coi rimproveri, finisce
1415
in pianto, tale da imprimere
1416
nella pietra più insensibile
1417
compassione. E perché questo?
1418
È chiaro che mi considera
1419
figlio di chi la offende,
1420
ma voglio disingannarla,
1421
ch'io non appaia suo figlio
1422
in vicende così ingrate.
1423
Chiarito questo, e passando
1424
alla mia tristezza, è ingiusto
1425
che cogliate attribuirla
1426
a pensieri così vili,
1427
Ha bisogno Federico
1428
per esse chi è, di beni?
1429
Non ne ha abbastanza Aurora,
1430
se mi sposassi con lei?
1431
O se sguainassi la spada
1432
contro qualche principato
1433
di questi ai nostri confini,
1434
non riacquisterei uno stato?
1435
Non nasce la mia tristezza
1436
da interesse, e se ci torno
1437
così sopra, è perché sappia
1438
l'altezza vostra che passo
1439
la vita più miserevole
1440
che un uomo possa condurre
1441
da quando Amore nel mondo
1442
scoccò frecce col suo arco.
1443
Io muoio senza rimedio,
1444
la vita si va spegnendo
1445
pian piano come candela,
1446
e chiedo alla morte invano
1447
che non aspetti che agli ultimi
1448
bagliori giunga la cera,
1449
ma che con rapido soffio
1450
copra di notte i miei anni.

CASSANDRA
1451
Frena, illustre Federico,
1452
le lacrime; non ha dato
1453
il cielo agli uomini il pianto,
1454
ma la vigoria dell'animo.
1455
La natura fece il piangere
1456
appannaggio delle donne,
1457
che magari hanno valore
1458
ma non potere. In un caso
1459
gli uomini possono piangere:
1460
quando hanno perso l'onore,
1461
e prima che l'onta lavino.
1462
E maledetta sia Aurora,
1463
ché per gelosia di lei
1464
un gentile cavaliere,
1465
dolce, saggio, e così degno
1466
d'essere amato, a uno stato
1467
s'è ridotto tanto misero!

FEDERICO
1468
Non per Aurora; ti inganni.

CASSANDRA
1469
E allora chi?...

FEDERICO
Il sole stesso,
1470
che posso, di quelle aurore,
1471
trovarne molte al suo sorgere.

CASSANDRA
1472
Non è Aurora?

FEDERICO
Ben più in alto
1473
sta volando il mio pensiero.

CASSANDRA
1474
E vuoi dire che una donna
1475
t'ha veduto e t'ha parlato
1476
e tu le hai detto il tuo amore,
1477
e che questa donna può
1478
respingerti? Non ti accorgi
1479
che sono effetti contrari,
1480
impossibile che nascano
1481
da una causa?

FEDERICO
Eppure, quando
1482
tu sapessi il mio segreto,
1483
diresti che sono un marmo,
1484
perché non muoio di angoscia;
1485
o che vivo per miracolo.
1486
Quale Fetonte toccò
1487
il carro d'oro del sole?
1488
Quale Icaro legò
1489
con cera fragili penne,
1490
che seminate nei venti
1491
le credette uccelli in volo
1492
il mare, prima di accoglierle
1493
nei suoi salati cristalli?
1494
Che Bellerofonte vide
1495
sopra il cavallo Pegaso
1496
il mondo simile a un punto
1497
nel circolo dei pianeti?
1498
Quale Sinone introdusse
1499
dentro Troia quel cavallo
1500
gravido d'uomini armati,
1501
che ne partorì l'incendio?
1502
Quale Giasone tentò
1503
di solcare temerario
1504
il mare, soggiogandolo
1505
con pini e con vele d'Argo?
1506
Chi c'è mai, di tutti loro,
1507
che sia pari alla mia insania?

CASSANDRA
1508
Ma sei, conte, innamorato
1509
di una immagine di bronzo,
1510
ninfa, dea di alabastro?
1511
No, l'anima delle donne
1512
non la copre diaspro gelido;
1513
un tenue velo riveste
1514
ogni sentimento umano.
1515
Mai bussò amore, adornato
1516
di tanti meriti, a un petto
1517
che l'anima non rispondesse:
1518
«Eccomi, ma entrate piano».
1519
Chiunque sia, dille il tuo amore,
1520
che non a torto u greci
1521
dipinsero a volte Venere
1522
arresa a un satiro o un fauno.
1523
Era ben alta la luna,
1524
ma dal sul cerchio argentato
1525
scese per Endimione
1526
mille volte al monte Latmo.
1527
Conte, ascolta il mio consiglio:
1528
anche il più eburneo edificio
1529
ha porte di cera. Parla,
1530
non morire di silenzio.

FEDERICO
1531
Il cacciatore avveduto
1532
fa un fuoco sotto il nido
1533
del pellicano indiano,
1534
e l'uccello lascia i rami
1535
e per liberare i figli
1536
batte sconvolto le ali,
1537
e così alza le fiamme
1538
che pensava di domare.
1539
E con le penne bruciate,
1540
oramai senza più ali,
1541
lo catturano tra l'erba
1542
e non sa che se volava
1543
non l'avrebbero mai preso.
1544
I miei pensieri, che sono
1545
figli di un amore chiuso
1546
dentro il nido del silenzio,
1547
stanno, signora, avvampando;
1548
l'amore batte le ali
1549
e li brucia, per salvarli.
1550
Cresce il fuoco, ed egli v'arde:
1551
tu mi inganni, ed io divampo,
1552
tu m'inciti, io mi perdo,
1553
tu mi animi, io mi sgomento,
1554
tu mi sproni, ed io mi turbo,
1555
tu mi liberi, io mi lego,
1556
tu mi trascini, io mi freno,
1557
tu mi esorti, ed io mi arresto,
1558
perché è tanto il mio pericolo
1559
che minore danno reputo
1560
-visto che ne morirò-
1561
morire in dolore muto.

Federico esce.

[Scena ottava]

CASSANDRA
1562
Nulla di così confuso
1563
ha creato il cielo in terra
1564
per angosciare l'uomo
1565
come l'immaginazione.
1566
Lei che rende gelo il fuoco,
1567
che si trasforma in colore
1568
del desiderio, a dipingere
1569
pace, guerra, calma, turbine,
1570
è una tendenza dell'anima
1571
che non rivela, ma inganna.
1572
Queste opache indicazioni,
1573
queste chiare oscurità,
1574
più che darmi qualche lume
1575
m'hanno messo in apprensione.
1576
Quali tempeste scatenano
1577
i venti, più incontrollate
1578
che nell'immaginazione
1579
queste verità sconvolte?
1580
Quelle dell'anima sono
1581
le tempeste più tremende.
1582
Quando giungo a immaginare
1583
che sono io che il conte vuole,
1584
lo stesso inganno mi dice
1585
che immagino l'impossibile.
1586
Poi il mio fatale destino
1587
m'indica la mia situazione
1588
e acconsento a quel che sento:
1589
non esiste un impossibile
1590
che gli occhi della mente
1591
non riescano a vedere.
1592
Tante cose mi si affollano
1593
intorno, e, su tutto, questo
1594
mio inumano marito,
1595
da farmi impazzire, credo.
1596
L'impossibile mi pare
1597
facile; m'inganno e penso
1598
d'essere già vendicata;
1599
ma è un errore così indegno
1600
che all'ombra del mio desiderio
1601
quel che vedo è la sua spada.
1602
I pregi del conte sono
1603
grandi, ma ancora più grande
1604
sarebbe la mia pazzia
1605
se permettesse l'amore.
1606
Basta, stolta fantasia!
1607
Cielo, ti invoco a difesa,
1608
anche se non posso credere
1609
che pensare sia una colpa:
1610
tutti gli uomini sarebbero
1611
senza più onore, se fosse
1612
offesa pensare offesa.
1613
Non hanno deviato finora
1614
né il mio onore né i miei senti;
1615
ho soltanto acconsentito
1616
a un errore immaginato.
1617
Cedere alla fantasia
1618
se per Dio è una colpa
1619
non lo è per il disonore;
1620
la differenza è nel fatto
1621
che i pensieri Iddio li vede,
1622
l'onore non può vederli.

[Scena nona]

Aurora entra.

AURORA
1623
Ha avuto un lungo colloquio
1624
vostra altezza con il conte.
1625
Che ha risposto?

CASSANDRA
Che risponde
1626
riconoscente al tuo amore.
1627
Placa la sua gelosia,
1628
che questo vuole, nient'altro.

Cassandra esce.

[Scena decima]

AURORA
1629
Quale tiepido conforto
1630
offri ai miei ardenti timori!
1631
Che tanto possa su un uomo,
1632
schiavo di ogni mio pensiero,
1633
veder deluse le proprie
1634
ambizïose speranze
1635
di ereditare Ferrara!
1636
Amore, tu sei potente:
1637
per te si giunge a arrischiare
1638
la vita, l'onore, l'anima;
1639
e Federico si strugge
1640
-lui che tanto m'adorava-
1641
timoroso di quanto
1642
Cassandra può causargli.
1643
Ma visto che Federico
1644
va fingendosi geloso
1645
per nascondere il reale
1646
motivo, e la gelosia
1647
suole avvivare l'amore,
1648
voglio offrirgli l'occasione
1649
di diventarlo davvero,
1650
incoraggiando il marchese.

[Scena undicesima]

[Entrano] Rutilio e il Marchese.

RUTILIO
1651
Con un rivale così
1652
invano cerchi conforto
1653
alle tue folli speranze.

MARCHESE
1654
Zitto, Rutilio, che qui
1655
c'è Aurora.

RUTILIO
E tu invece sei
1656
fuori di te stesso, fermo
1657
tra tante cose cangianti.

MARCHESE
1658
Aurora del chiaro giorno
1659
in cui gli occhi ti resero,
1660
con l'anima, le spoglie
1661
della libertà che avevo;
1662
Aurora, che il sole invia
1663
quando è notte sul mio affanno,
1664
e riveste di colori
1665
ogni cosa che fiorisce,
1666
ché tra perle e rose nasce
1667
proprio dalle tue labbra,
1668
da quando venni da Mantova
1669
con poca fortuna ho scelto
1670
la tua bellezza, che attrae
1671
i cuori di tutti gli uomini.
1672
Non ho previsto il mio danno,
1673
e che la mia adorazione
1674
servisse soltanto a farti
1675
stancare di me, signora:
1676
ho trovato la mita notte
1677
desiderando l'Aurora.
1678
Non è stata una disgrazia
1679
il vederti: non lo è mai
1680
vedere la luce; un male
1681
è stato l'amarti, causa
1682
di tanto gelido oblìo.
1683
Ho disposto di partire
1684
come unico rimedio:
1685
fuggo davanti al diniego
1686
e cercherò di resistere
1687
consolato dal distacco
1688
e da vendette d'amore.
1689
Dammi dunque la tua mano
1690
da baciare, ed il congedo.

AURORA
1691
Non morirà di tristezza
1692
chi così male sopporta,
1693
poco galante e cortese,
1694
un iniziale disdegno:
1695
i favori non si addicono
1696
all'amore sul suo sorgere,
1697
prima che si corrisponda.
1698
Poco sopportate e amate,
1699
ma in questa disparità
1700
con la stessa libertà
1701
con cui volete il congedo,
1702
vi commando di restare.

MARCHESE
1703
Signora, a un tale favore
1704
-per rigoroso che appaia-
1705
con cui volete che speri,
1706
non i dieci anni che il greco
1707
assediò Troia, né i sette
1708
del pastore a cui promise
1709
Labano la pura perla,
1710
bensì secoli infiniti
1711
come Tantalo starò,
1712
tra la fede ed il timore
1713
e del premio e delle pene.
1714
Io domanderò compenso
1715
al mio amore della fede:
1716
finché al premio non si arriva
1717
ha i suoi meriti soffrire.

[Scena dodicesima]

[Entrano] il Duca, Federico e Batín.

DUCA
1718
Sua Santità mi scrive
1719
di andare a Roma subito.

FEDERICO
1720
E non dice il perché nella sua lettera?

DUCA
1721
Solo che la risposta
1722
sia una pronta partenza.

FEDERICO
1723
Se non vuoi dirlo, non ti chiedo altro.

DUCA
1724
T'ho mai nascosto il mio animo, conte?
1725
Solo ti posso dire che sospetto
1726
che con le molte guerre che ha in Italia,
1727
se riesce a formare un grosso esercito
1728
forse mi vuol proporre a comandante
1729
supremo, e anche vorrà da parte mia
1730
un aiuto in denaro,
1731
se poi non cambia di penserio e scelta.

FEDERICO
1732
Vuoi andare solo? Ecco perché
1733
celavi il tuo pensiero!
1734
Invece andremo insieme, che al tuo lato
1735
non penso avresti migliore soldato.

DUCA
1736
Non si può: non è giusto che la casa
1737
rimanga senza uno di noi due.
1738
Nessuno come te potrà guidarla.
1739
Questo è ciò che conviene, ciò che io voglio.

FEDERICO
1740
Non posso contrariarti, mio signore;
1741
ma che diranno in Italia se resto?

DUCA
1742
Che questo è necessario per lo stato,
1743
e che nemmeno posso tollerare
1744
la vicinanza del mio stesso figlio.

FEDERICO
1745
Gran prova ti darò nell'obbedirti.

Il duca esce.

[Scena tredicesima]

BATÍN
1746
Mentre tu parlavi al duca,
1747
ho notato che Aurora,
1748
senza fare caso a te,
1749
si è appartata col marchese.

FEDERICO
1750
Col marchese?

BATÍN
Sì, signore.

FEDERICO
1751
E tu pensi che m'importi?

AURORA
1752
Questa sciarpa è un primo pegno
1753
del mio favore.

MARCHESE
Signora,
1754
sarà catena al mio collo,
1755
e per la mano legame;
1756
non la cederò che morto!
1757
Se volete che la cinga
1758
il favore sarà doppio.

AURORA
1759
[tra sé]
(Anche se´è per ritorsione
1760
al mio amore suona offesa.)
1761
Migliora di padrone:
1762
vi prego dunque di metterla.

BATÍN
1763
Che le donne siano facili
1764
è stata una trovata
1765
stupenda della natura:
1766
se traditrici non fossero
1767
-alcune, dico, non tutte-
1768
gli uomini che le adorano
1769
potrebbero idolatrarle.
1770
Vedi la sciarpa?

FEDERICO
Che sciarpa?

BATÍN
1771
Che sciarpa? Ma vuoi scherzare?
1772
Una che appartenne al sole,
1773
poiché era di una, sola
1774
per la grazia e la bellezza,
1775
pianeti che la coronano;
1776
ed ora, come in eclisse,
1777
tocca gli antipodi estremi.
1778
Mi ricorda, come fosse
1779
la sciarpa della discordia,
1780
la famosa mela d'oro
1781
di Paride e le tre dee.

FEDERICO
1782
Questo, Batín, fu una voltra,
1783
ora i tempi son cambiati.

AURORA
1784
Venite con me in giardino.

Escono i due [e Rutilio].

[Scena quattordicesima]

BATÍN
1785
Con che libertà la prende
1786
per mano ed escono insieme!

FEDERICO
1787
Che vuoi dunque, se s'intendono
1788
le anime!

BATÍN
Questo rispondi?

FEDERICO
1789
Cosa vuoi che ti risponda!

BATÍN
1790
Se un cigno un altro cigno
1791
non tollera accanto a sé,
1792
e con l'amata compagna
1793
fugge per acque lontane;
1794
e un gallo, se un altro gallo
1795
trova nel proprio pollaio,
1796
a beccate gli devasta
1797
i becchi della corona,
1798
e gonfiando il suo turbante
1799
quasi turco barbarossa
1800
geloso cerca di vincerlo
1801
fino nel canto notturno,
1802
com'è che tu puoi patire
1803
che il marchese intenda toglierti
1804
un oggetto tanto amato?

FEDERICO
1805
Ma la miglio vendetta
1806
per castigare le donne
1807
che provocano gli uomini
1808
è lasciare ai loro giochi:
1809
mette l'onore in pericolo
1810
chi lo affida ai loro umori!

BATÍN
1811
E dammi allora una copia
1812
di questo tuo manuale
1813
da innamorati, che voglio
1814
impararmelo a memoria.
1815
No, la tua sopportazione,
1816
scusa, conte, ha del mistero:
1817
vedi, i pensieri d'amore
1818
son condotti d'acquedotto:
1819
getta l'acqua precedente
1820
chi ne riceve dell'altra.
1821
Un qualche nuovo interesse
1822
ti fa scordare di quello
1823
che avevi per Aurora;
1824
che se c'è abbondanza c'acqua
1825
non si può metterne ancora.

FEDERICO
1826
Gran dottore sei, Batín,
1827
che con tanto d'argomenti
1828
t'avventuri a dedurre
1829
quello che non so neanch'io.
1830
Entra, e guarda che fa il duca,
1831
e informati del viaggio,
1832
perché vada a salutarlo.

BATÍN
1833
No, non puoi chiamarmi sciocco;
1834
se accettassi i tuoi deliri
1835
quella sì, vedi, sarebbe
1836
la più sciocca adulazione.

Esce [Batín.]

[Scena quindicesima]

FEDERICO
1837
Che cerchi, mio impossibili pensiero?
1838
Crudele, che mai vuoi? Perché mi sproni?
1839
Perché la vita mia, senza ragioni
1840
mi togli, e voli ove non osa il vento?
1841
Ferma il tuo errabondo movimento,
1842
ché la morte di entrambi ti proponi:
1843
dammi una tregua, e non fare che trovi
1844
fine infelice un così alto intento.
1845
Non c'è pensiero, una volta sconfitto,
1846
che sopravviva, senza più un traguardo:
1847
se spera regge ad ogni colpo inflitto.
1848
Può tutto colui che osa, innamorato;
1849
ma tu sarai impossibile in eterno,
1850
tu solo, tu, dal mio sguardo nato.

[Scena sedicesima]

Entra Cassandra.

CASSANDRA
1851
In mezzo a offese e vendette
1852
rapido avanza il mio amore
1853
dopo tanti mutamenti,
1854
e contro il mio onore semina
1855
speranze ignominiose.
1856
Vuole in cose inaccessibili
1857
gettare le fondamenta
1858
quasi potesse vederle,
1859
ma non c'è felicità
1860
che si basi su impossibili.
1861
Nel mio animo, rivolto
1862
al male per tanti oltraggi
1863
del duca, pazza, mi immagino
1864
di trovar gioia e vendetta
1865
nella peggiore follia.
1866
Al conte, gentile e saggio,
1867
che gli è figlio, già permetto,
1868
per mia rivalsa, un'intesa,
1869
perché ad una colpa tale
1870
si addice un tale segreto.
1871
Lo vidi turbato quando
1872
mi svelava il suo pensiero,
1873
e tremante venir meno;
1874
ma ancor più grande è l'ardire
1875
se un uomo parla tacendo.
1876
E quel turbamento, poi,
1877
tanto mi rallegra il cuore,
1878
così ferito dal duca,
1879
che nell'anima mi dico
1880
che se questo è amore, è lecito;
1881
e se mai dovessi arrendermi
1882
disperata alla sua forza,
1883
né l'ultima innamorata
1884
sarei, né la prima donna
1885
che commette un tradimento.
1886
Certe donne il loro padre
1887
hanno amato, ed altre i propri
1888
fratelli: così il mio caso
1889
non lo credo disumano,
1890
né il mio sangue io dimentico.
1891
Ma non è scusa valida
1892
ricordare errori analoghi
1893
nel pericolo che corro:
1894
non è bene, per peccare,
1895
prendere esempio dal male.
1896
Viene il conte. Oh, mio Dio!
1897
Ma se sono già decisa,
1898
cosa temo?

FEDERICO
Ecco snudata
1899
qui viene la dolce spada
1900
per cui ho perduto la vita.
1901
O celestiale bellezza!

CASSANDRA
1902
Sei ancora così abbattuto,
1903
Federico?

FEDERICO
In tanto male
1904
rispondo a vostra altezza
1905
che è una tristezza immortale.

CASSANDRA
1906
La melanconia rovina
1907
la salute: sei malato.

FEDERICO
1908
Sono stolte ostinazioni,
1909
e sono soltanto mie;
1910
altro non vi posso dire.

CASSANDRA
1911
Se potessi darti qualche
1912
aiuto, conta su me,
1913
perché in amore ti supero.

FEDERICO
1914
Ho grande fiducia in voi,
1915
ma il timore non mi lascia.

CASSANDRA
1916
Mi dicevi che l'amore
1917
è il tuo male.

FEDERICO
Le mie pene
1918
e la mia gioia son nate
1919
dalla sua spietata legge.

CASSANDRA
1920
L'amore richiede ardire.
1921
Ascolta una storia antica:
1922
Antioco, innamorato
1923
della matrigna, ammalò
1924
per la tristezza e il timore.

FEDERICO
1925
Lui felice se morì!
1926
Io non ho tanta fortuna.

CASSANDRA
1927
Il re suo padre, accorato,
1928
i più famosi dottori
1929
convocò: tempo perduto.
1930
Un tale amore impediva
1931
che si dicesse la causa.
1932
Ma Erostrato, più saggio
1933
di Ippocrate e di Galeno,
1934
intuì subito il punto:
1935
il veleno stava lì,
1936
proprio tra il cuore e le labbra.
1937
Gli prese il polso e dispose
1938
che le dame di palazzo
1939
entrassero.

FEDERICO
C'è da credere,
1940
signora, che avrà parlato
1941
in sua vece qualche spirito.

CASSANDRA
1942
Quando la matrigna entrò
1943
all'alterarsi del polso
1944
capì ch'era lei la causa
1945
del male.

FEDERICO
Geniale idea!

CASSANDRA
1946
Per questo il mondo lo loda.

FEDERICO
1947
E poté così guarire?

CASSANDRA
1948
Non puoi negare che in te
1949
ho visto la stessa cosa.

FEDERICO
1950
E v'è dispiaciuto?

CASSANDRA
No.

FEDERICO
1951
Ed avrete pietà?

CASSANDRA
Sì.

FEDERICO
1952
Ohimè, signora, perduto
1953
il timor di Dio e del duca,
1954
son giunto a stato sì misero
1955
che questo amore impossibile
1956
m'ha ridotto disperato.
1957
Mi vedo privo, signora,
1958
di me, di voi e di Dio:
1959
senza Dio, se vi desidero,
1960
senza me, se di voi manco,
1961
senza voi, che non possiedo.
1962
E in caso non comprendiate,
1963
dovrò su questo argomento
1964
dirvi tanto, da potervi
1965
persuadere della colpa
1966
che voi avete dei miei mali.
1967
Dicono che il non essere
1968
è, signora, il maggior danno,
1969
ma tale per voi mi vedo
1970
che per non vedermi tale
1971
correi cessare di esistere.
1972
In tante pene mi vedo
1973
da quando ha perso me stesso,
1974
e vedermi non vorrei,
1975
che di quello che son stato
1976
mi vedo privo, signora.
1977
In questo stato non oso
1978
dire ch'io sono chi sono,
1979
e per tale strada vado
1980
che la vita che vi offro
1981
scordo di doverla a Dio.
1982
Tutti e due abbiamo la colpa
1983
di questo mio non essere,
1984
perché per voi, mia signora,
1985
mi dimentico me stesso:
1986
eccomi rimasto privo
1987
di me, di voi e di Dio.
1988
Senza me non meraviglia,
1989
perché ormai non c'è più vita,
1990
senza voi, che possa chiedere
1991
a Lui che solo la dà,
1992
ma senza Dio, che è la vita,
1993
può stare solo il mio amore.
1994
Se consento al desiderio,
1995
Dio non vuole che io desideri
1996
la bellezza che in voi vedo;
1997
così che vengo a trovarmi
1998
senza Dio, se vi desidero.
1999
Che disperata follia
2000
è voler vivere ancora
2001
in questo cieco abisso,
2002
per uno che non può stare
2003
né un voi, né in Dio, né in se stesso!
2004
Noi due, che dobbiamo fare,
2005
se per voi ho perduto Dio
2006
da quando Dio vi ritengo:
2007
senza Dio, se siete in me,
2008
senza me, se di voi manco?
2009
Solo per il vostro bene
2010
sopporto i miei tanti mali;
2011
io ho onore, e voi disdegno,
2012
tanto che posso ben dire:
2013
con chi sono e senza chi!
2014
Senza voi e senza me
2015
sto combattendo, scorato;
2016
senza me, perché in voi vedo
2017
la mia speranza impossibile,
2018
senza voi, che non possiedo.

CASSANDRA
2019
Conte, quando penso a Dio
2020
o al duca, io ti confesso
2021
che tremo, perché indovino
2022
uniti per il castigo
2023
potere umano e divino;
2024
ma vedendo che l'amore
2025
può essere discolpato,
2026
quasi scuso la mia colpa,
2027
perché le buone ragioni
2028
la rendono meno grave.
2029
seguo l'esempio di tante
2030
che hanno scelto l'errore,
2031
perché chi vuole sbagliare
2032
sempre guarda chi ha sbagliato,
2033
e non chi seppe frenarsi.
2034
Se un rimedio ci può essere
2035
è evitare di vedersi
2036
e parlarsi; senza questo
2037
o avrà fine la vita
2038
o sarà vinto l'amore.
2039
Fuggi da me, che non so,
2040
a meno che non mi uccida,
2041
come fuggire da te.

FEDERICO
2042
Io morrò, signora: è il meglio
2043
che possa fare per me.
2044
Io non voglio vita, sono
2045
corpo senz'anima ormai,
2046
e cerco tanto la morte
2047
che non penso di trovarla
2048
per la gioia che ne avrei.
2049
Solo ti prego di darmi
2050
la mano; dammi il veleno
2051
che mi ha ucciso.

CASSANDRA
Federico,
2052
ogni principio calpesto
2053
se offro esca al tuo fuoco.
2054
Vai, addio...

FEDERICO
È un tradimento!

CASSANDRA
2055
Mi sono decisa, ormai,
2056
ma occorre tener presente
2057
che per la mano passa
2058
il veleno fino al cuore.

FEDERICO
2059
Come sirena hai cantato
2060
perché mi mettessi in mare,
2061
dove, Cassandra, m'hai dato
2062
la morte!

CASSANDRA
Io sto per perdermi:
2063
né mi vale onore e fama.

FEDERICO
2064
Posso appena camminare.

CASSANDRA
2065
Ho smarrito anima e sensi.

FEDERICO
2066
Oh che ignoto turbamento!

CASSANDRA
2067
Io sto morendo per te.

FEDERICO
2068
Io, ormai, sono già morto.

CASSANDRA
2069
Conte, sarai la mia fine.

FEDERICO
2070
Ed io, anche nella morte,
2071
mi rallegro, nel perderti,
2072
che l'anima sia immortale,
2073
per non cessare d'amarti.


Atto terzo

[Scena prima]

Aurora e il Marchese.

AURORA
2074
T'ho detto la verità.

MARCHESE
2075
Non riesco a persuadermene.
2076
Vedi se qualcuno ascolta
2077
e stai attenta a quel che dici.

AURORA
2078
Per domandarti consiglio,
2079
Carlo, ho voluto svelarti
2080
questa infamia.

MARCHESE
Ma come hai
2081
potuto veder Cassandra
2082
con Federico?

AURORA
Ascoltami.
2083
Debbo dirti ch'io ho amato,
2084
ricambiata, il conte, lui,
2085
più infido del greco Ulisse!
2086
Crebbe nel tempo l'amore;
2087
stavo preparando tutto
2088
per le nozze, quando andarono
2089
per condurre qua Cassandra.
2090
Speravo in ferme promesse,
2091
secondo quanto si addice
2092
a persone che corteggiano
2093
dame di pari lignaggio.
2094
Andò Federico a prenderla,
2095
e ritornò così triste
2096
che proponendogli il duca
2097
di coronare il legame
2098
-glielo avevo detto io stessa-
2099
per evitarlo sostenne
2100
che era geloso di te.
2101
E poiché l'amore pigro
2102
può essere sollecitato
2103
con la gelosia, anche finta,
2104
con te, Carlo, cercai allora
2105
di provocargliela; ne ebbi
2106
lo stesso effetto che avrei
2107
ottenuto su un diamante:
2108
la gelosia non incide
2109
in un cuore indifferente.
2110
E vedendo lui insensibile
2111
e me così disprezzata,
2112
volli capirne i motivi.
2113
La gelosia è una lince
2114
che trapassa le pareti:
2115
così la causa ho scoperto.
2116
Lo spogliatoio di Cassandra
2117
ha due camerini uguali
2118
contigui, ben tappezzati
2119
di ritratti, vetri e specchi,
2120
ed io col passo leggero,
2121
il passo di chi sospetta,
2122
spiando da due stanze prima
2123
scorsi -che cosa terribile!-
2124
nel cristallo di uno specchio
2125
che il conte esplora le rose
2126
di Cassandra con le labbra.
2127
Allora, stravolta, corsi
2128
a pianger la mia disgrazia
2129
e quella dei due, che vivono
2130
-assente il duca- sì ciechi
2131
che sembra facciano a gara
2132
nell'amore e nel disprezzo,
2133
e godono ad esibire
2134
la più enorme trasgressione
2135
mai avvenuta tra i cristiani
2136
e tra gli ignudi selvaggi
2137
che si vestono di pelli.
2138
E mi sembrò che lo specchio
2139
che duplica i loro abbracci
2140
per non vedere lo sconcio
2141
oscurasse il suo riflesso;
2142
ma l'amore, più indiscreto,
2143
proseguì l'impresa infame,
2144
così che non vi fu offesa
2145
di cui non venni informata.
2146
Dicono che il duca torna
2147
vittorioso, e che cingono
2148
sacri allori la sua fronte
2149
per le felici azioni
2150
con cui ha sconfitto i nemici
2151
del Pontefice romano.
2152
Dimmi tu, che posso fare
2153
in questa sventura? Temo
2154
che ne venga un maggior danno;
2155
è vero che m'hai parlato
2156
con tanto sincero affetto,
2157
no son così disgraziata
2158
che potrai imitare il conte
2159
nell'ingannarmi o fuggire.

MARCHESE
2160
Solo la morte, Aurora
2161
sconfigge senza speranza,
2162
e anche nel tumulo il tempo
2163
trasforma molti in fenice,
2164
perché non muoiono quelli
2165
che vivono nella fama.
2166
Di' al duca che vuoi sposarti,
2167
e confermato il tuo sì,
2168
tu ed io andremo a Mantova
2169
e non dovrai più temere.
2170
Che se la tigre si getta
2171
nel mare, per il dolore
2172
tremendo dei figlioletti
2173
che i cacciatori le rubano,
2174
quando non li può raggiungere,
2175
cosa farà per l'onore,
2176
per la sua reputazione,
2177
questo ferrarese Achille?
2178
Come vuoi che senza sangue
2179
lavi, a memoria perenne,
2180
una macchia cosí immonda?
2181
A meno che il cielo stesso
2182
castighi le loro colpe,
2183
e con fulmini annienti
2184
queste infamie gigantesche.
2185
E il consiglio che ti do,

AURORA
2186
E di tua mano lo accetta
2187
il mio animo sconvolto.

MARCHESE
2188
Quello in cui tu l'hai veduta
2189
sarà per la nuova Circe
2190
uno specchio di Medusa.

[Scena seconda]

Federico e Batín.

FEDERICO
2191
Non ha voluto aspettare
2192
che usciessero a riceverlo?

BATÍN
2193
Non appena il duca ha visto
2194
i confini tanto amati,
2195
lasciando subito il seguito,
2196
senza nemmeno avvisarti,
2197
ha preso il cavallo e via;
2198
male domina l'affetto
2199
e la voglia di vederti,
2200
che se pure ha degli obblighi
2201
per la duchessa, non c'è
2202
amore che sia uguale al tuo:
2203
sei il sole degli occhi suoi,
2204
e quattro mesi di eclissi
2205
gli hanno tolto la pazienza.
2206
Tu, conte, prepara il trionfo
2207
per quando giunga qui il seguito:
2208
che le truppe che comanda
2209
con mille trofei avanzino,
2210
ricchi di dorate insegne.

FEDERICO
2211
Sempre avanti a me, Aurora,
2212
col marchese?

AURORA
Stai scherzando?

FEDERICO
2213
Con questo freddo distacco
2214
tu rispondi ai miei rimproveri?

AURORA
2215
Mi stupisce che il marchese
2216
ti possa dare fastidio.
2217
Sembra che ti sia svegliato
2218
da un sonno di quattro mesi!

MARCHESE
2219
Io, signor conte, non so,
2220
né ho saputo, che vi spiaccia
2221
quello che adesso mi dite;
2222
Aurora ho servito, ignaro
2223
di avere un competitore,
2224
e, per giunta, come voi.
2225
Vi avrei ceduto, a saperlo,
2226
tutto, ma non il mio amore.
2227
Sappiate che mai vi ho visto
2228
corteggiarla; ma se è gusto
2229
vostro, che la lasci è giusto,
2230
poiché assai più che di me
2231
di voi son degni i suoi pregi.

[Il Marchese] esce.

[Scena terza]

AURORA
2232
Che cosa vorresti fare?
2233
E che frenesia ti è presa
2234
se di me non te ne importa?
2235
Quante volte col marchese
2236
tu m'hai visto che parlavo,
2237
da quando sei caduto in quella
2238
melanconia, e anche dopo?
2239
E mai mi hai dato uno sguardo,
2240
o m'hai rivolto attenzioni!
2241
E ti fai geloso adesso,
2242
quando penso di sposarmi?
2243
Conte, ormai tutto ,'è chiaro;
2244
lascia che mi sposi, e sappi
2245
che piuttosto io mi uccido
2246
che aiutarti nei tuoi inganni!
2247
Torna, conte, a essere triste,
2248
torna alla tua inquieta attesa,
2249
che il tuo disprezzo lo porto
2250
ben infitto dentro l'anima.
2251
Di te ormai non mi ricordo
2252
neanche. Che inganni! Dio mio!
2253
E stai attento, che ormai è tardi
2254
per potermi utilizzare.

Aurora esce.

[Scena quarta]

BATÍN
2255
Che hai fatto?

FEDERICO
Non so, davvero.

BATÍN
2256
Forse c'è un qualche mistero
2257
per cui li vuoi separare;
2258
o sennò sembri Tiberio:
2259
fece uccidere la moglie,
2260
e dopo l'esecuzione
2261
comandò, seduto a mensa,
2262
di chiamarla per mangiare.
2263
E Messalla fu un romano
2264
che dimenticò il suo nome.

FEDERICO
2265
Io non so più se sono uomo!

BATÍN
2266
O sei come quel villano
2267
che disse alla sua sposina,
2268
ed erano ben due anni
2269
passati dal matrimonio:
2270
"La mia bella ha gli occhi neri!".

FEDERICO
2271
Oh, Batín, sono turbato
2272
e smanio, di me dimentico.

BATÍN
2273
Sei come quel biscaglino
2274
che lasciò al puledro il morso,
2275
e siccome non mangiava,
2276
neanche con le carezze,
2277
chiamò a vedere che aveva
2278
un dottore di animali.
2279
Questi lo vide col morso,
2280
mandò fuori il biscaglino,
2281
lo liberò, e al suo ritorno
2282
della mangiatoia piena
2283
non restava manco un grano:
2284
tutto contento il cavallo
2285
dopo la paglia, già stava
2286
mangiando la mangiatoia!
2287
"Veterinario -gli disse.
2288
-siete meglio di un dottore,
2289
perbacco, e d'ora in avanti
2290
sia io che la mia bestia
2291
saremo vostri pazienti."
2292
Che morso è questo che hai in bocca
2293
che non ti fa mangiare?
2294
Se io ti posso guarire
2295
che aspetti? Che ti trattiene?

FEDERICO
2296
Batín! Son fuori di me!

BATÍN
2297
Allora lascia la biada
2298
e non mi dire parola

[Scena quinta]

Entrano Cassandra e Lucrezia.

CASSANDRA
2299
Sta arrivando?

LUCREZIA
Sì, signora.

CASSANDRA
2300
Così presto?

LUCREZIA
Per vedervi
2301
tutto il seguito ha lasciato.

CASSANDRA
2302
Non lo credere! E io vorrei
2303
che arrivasse la mia morte!
2304
Dunque, signor conte, è giunto
2305
il duca nostro signore?

FEDERICO
2306
Dicono che già si approssima.
2307
Bene dimostra l'amore
2308
che vi porta.

CASSANDRA
Sto morendo
2309
se penso che non potrò
2310
più vederti come il solito.

Parlano tra loro.

FEDERICO
2311
Che morte potrà il mio amore
2312
aspettare, ineludibile
2313
come il fatto che lui arrivi?

CASSANDRA
2314
Conte, perdo la ragione.

FEDERICO
2315
Io, ormai, l'ho già perduta.

CASSANDRA
2316
Mi manca l'anima.

FEDERICO
A me
2317
la vita.

CASSANDRA
Che fare?

FEDERICO
Morire.

CASSANDRA
2318
Non c'è altro scampo?

FEDERICO
No:
2319
se ti perdendo, allora
2320
perché mai dovrei io vivere?

CASSANDRA
2321
E così me perderai?

FEDERICO
2322
Voglio fingere fin d'ora
2323
che corteggio ed amo Aurora.
2324
La chiederò al duca in moglie,
2325
per sviare lui e la corte;
2326
so che di noi già si mormora.

CASSANDRA
2327
Mi offendi! Non basta dunque
2328
la gelosia? E voi sposarti?
2329
Stai delirando?

FEDERICO
È il pericolo
2330
di tutti e due che mi obbliga.

CASSANDRA
2331
Che! Vivaddio, se tu vuoi
2332
prenderti gioco di me,
2333
tu, che sei stato la causa
2334
di questa disgrazia, io
2335
-come mi conosci male!-
2336
griderò la tua perfidia
2337
ed il tradimento mio.

FEDERICO
2338
Signora...

CASSANDRA
Non dire altro!

FEDERICO
2339
...ti udranno.

CASSANDRA
Non mi fermare!...
2340
Mi tolga il duca la vita,
2341
ma tu non tu sposerai!

[Scena sesta]

Floro, Febo, Riccardo, Albano, Lucindo, il Duca dietro, elegante, in abiti militari

RICCARDO
2342
Stavano preparandosi a riceverti...

DUCA
2343
Sa anticipare i tempi il mio amore.

CASSANDRA
2344
[a Federico]
(Come hai fatto, signore, a concepire
2345
un così grande affronto?)

FEDERICO
E di un affronto
2346
si duole la duchessa mia signora,
2347
e pensa che la colpa sia il mio amore...

DUCA
2348
Figlio, l'amor paterno, che non cessa
2349
d'amare il proprio sangue e il proprio simile,
2350
rese facile e pronto il mio ritorno;
2351
non sente né stanchezza né fatica
2352
chi, intollerante di una lunga attesa,
2353
i suoi cari desidera vedere.
2354
E tu, signora, ragionevolmente,
2355
comprendi questo affetto, e se sei uguale
2356
al conte nel mio amore, non offenderti.

CASSANDRA
2357
Il tuo alto lignaggio e il suo valore,
2358
o signore, attestano che appieno
2359
merita il tuo favore; io ti ringrazio:
2360
il tuo valore al suo corrisponde.

DUCA
2361
Di tutti e due mi merito l'amore,
2362
ché sono a tutti e due sì affezionato
2363
come dimostrerò al momento giusto.
2364
Ho saputo che Federico ha retto
2365
in mia assenza lo stato con tal senno
2366
che nemmeno un vassallo s'è lagnato.
2367
Vi dico che anche in mezzo alle battaglie
2368
lo vedevo con la sua gran prudenza
2369
mostrarsi qui un perfetto governante.
2370
Grazie a Dio che i nemici del Pontefice
2371
con fuga ingloriosa hanno temuto
2372
la sua sacra presenza nel mio brando.
2373
Cinto d'allori baciai la sua mano,
2374
dopo che Roma mi vide in trionfo,
2375
come se fossi l'ispano Traiano.
2376
D'ora in avanti penso di cambiare
2377
l'irrequietezza in virtù, ed il mio nome,
2378
ora applaudito, resti anche nei canti,
2379
che quando giunge un uomo a un tale stato
2380
da esser nobilitato dal valore
2381
non è bene che siano a ricordarlo
2382
i vizi, invece delle qualità.

RICCARDO
2383
Arrivano, signore, Carlo e Aurora.

[Scena settima]

[Entrano] Carlo e Aurora.

AURORA
2384
Sia vostra altezza così benvenuto
2385
come era atteso da chi tanto l'ama.

MARCHESE
2386
Date la mano a Carlo, che desidera
2387
che sappiate il suo amore.

DUCA
Ricompensino
2388
gli abbracci i giusti debiti dell'anima.
2389
L'amore male sopporta l'attesa,
2390
ma poi gioisce il giorno fortunato
2391
in cui merita tanti dolci vincoli.
2392
Con questo, o miei diletti, ora vorrei
2393
riposare del viaggio, perché è tardi;
2394
dopo, festeggeremo tanta gioia.

FEDERICO
2395
Il cielo ti conservi per i secoli.

Tutti escono col Duca e rimangono Batín e Riccardo.

[Scena ottava]

BATÍN
2396
Riccardo, amico!

RICCARDO
Batín!

BATÍN
2397
Come è andata con la guerra?

RICCARDO
2398
Come volle la giustizia,
2399
che a sua difesa ha il cielo.
2400
La Lombardia ora è quieta,
2401
i nemici sono stati
2402
messi in fuga ignominiosa,
2403
perché il leone della Chiesa
2404
con un ruggito soltanto
2405
fece cader l'armi in terra.
2406
Il duca s'è fatto un nome
2407
che per l'Italia risuona;
2408
per lui le fanciulle cantano:
2409
"Se mille ne uccise Saul,
2410
David ben centomila!".
2411
Ed è cambiato in tal modo
2412
che ora abbiamo un altro duca;
2413
non più amanti, gozzoviglie,
2414
non più corazze né spade,
2415
pensa ormai solo a Cassandra
2416
ed i suoi unici affetti
2417
sono il conte e la duchessa.
2418
Il duca, oramai, è un santo!

BATÍN
2419
Ma che dici? Che racconti?

RICCARDO
2420
Certi, quando la fortuna
2421
li favorisce, diventano
2422
pieni di vizi e di boria,
2423
non guardano più nessuno,
2424
tanto immortali si pensano.
2425
Invece il duca si è fatto
2426
umile, e sembra sprezzare
2427
gli allori del suo trionfo:
2428
il vento delle bandiere
2429
non gli ha montato la testa.

BATÍN
2430
Magari che non succeda,
2431
Con tutte queste umiltà,
2432
come a quel tipo di Atene
2433
che con suppliche ed offerte
2434
pregò Venere di fargli
2435
una moglie da una gatta
2436
bianca o nera, come a dire
2437
domenicana; ed un giorno
2438
che la nuova donna stava
2439
nel suo salotto, agghindata
2440
con crocchia e gonne in broccato,
2441
ecco, passa un animale
2442
di quelli che, come poeti,
2443
vanno rosicchiando fogli,
2444
e lei, con un salto rapido
2445
dal divano sopra il topo,
2446
mostrò a tutti che nell'indole
2447
chi è gatta resta gatta,
2448
chi è cagna resta cagna
2449
in secula seculorum.

RICCARDO
2450
Non temere che il duca
2451
ritorni ai suoi disordini,
2452
e più se avrà dei figlioli,
2453
che con le dolci manine
2454
le gravi barbe pettinano
2455
dei più feroci leoni.

BATÍN
2456
Sarei felice se fosse
2457
verità quello che dici.

RICCARDO
2458
Bene, Batín, io ti lascio.

BATÍN
2459
Dove vai?

RICCARDO
Fabia mi aspetta.

Esce. Entra il Duca con dei documenti.

[Scena nona]

DUCA
2460
C'è qualche famiglio qui?

BATÍN
2461
Ecco qui, per vostra altezza,
2462
il più indegno.

DUCA
Batín!

BATÍN
2463
Dio vi protegga. Vi trovo
2464
bene. Vi bacio le mane.

DUCA
2465
Cosa fai?

BATÍN
Stavo ascoltando
2466
lodi del vostro valore
2467
da Riccardo, che cronista
2468
di imprese, vi dipingeva
2469
come un Ettore d'italia.

DUCA
2470
Come è andato in mia assenza
2471
il governo con il conte?

BATÍN
2472
Certo, signore, potrei
2473
dire che in pace uguagliò
2474
le tue imprese nella guerra.

DUCA
2475
È stato in buoni rapporti
2476
con Cassandra?

BATÍN
Mai si vide
2477
matrigna tanto benevola
2478
col figliastro: è molto saggia,
2479
molto virtuosa e santa.

DUCA
2480
Di questo accordo col conte
2481
le sono davvero grato,
2482
perché il conte è la persona
2483
che io più amo e più stimo,
2484
e ho visto la sua tristezza
2485
quando partii per la guerra;
2486
mi rallegra che Cassandra
2487
con lui abbia agito con tatto;
2488
che stiano in pace e amicizia
2489
è la cosa che desidera
2490
l'anima con maggior forza
2491
di quante potrei impetrare
2492
dal cielo; così in palazzo
2493
ben due vittorie si vantano:
2494
la mia, riportata in guerra,
2495
la seconda di Cassandra
2496
che conquistò Federico.
2497
Penso da oggi in poi di amare
2498
lei sola al mondo, sedotto
2499
da sì fine intelligenza,
2500
e stanco allo stesso tempo
2501
delle mie sciocche follie.

BATÍN
2502
È un miracolo del Papa:
2503
è andato in guerra Luigi
2504
quale Duca di Ferrara,
2505
ed è tornato eremita.
2506
Bah! Potreste istituire
2507
una seconda Camaldoli!

DUCA
2508
Che sappiano i miei vassalli
2509
che sono ormai un altro duca.

BATÍN
2510
Ma, vostra altezza, perché
2511
così poco ha riposato?

DUCA
2512
Perché salendo le scale
2513
del palazzo alcuni sudditi
2514
mi hanno dato queste suppliche:
2515
temendo siano lagnane
2516
ho pensato di potere
2517
riposare leggendole,
2518
invece di tralasciarle
2519
per potermi riposare.
2520
Vai, e lasciami qui solo:
2521
chi governa deve assolvere
2522
agli obblighi del suo ufficio.

BATÍN
2523
Il cielo, che ricompensa
2524
le cure di chi provvede
2525
al bene pubblico, allori
2526
vi appresti per le vittorie,
2527
vi dia fama per i secoli.

Esce

[Scena decima]

DUCA
2528
Legge
Questa dice: "Signore, sono Stazio,
2529
che curando i giardini di palazzo,
2530
e abituato a piantare erbe e fiori,
2531
piantai sei figli; ai due maggiori
2532
supplico concediate...". Basta, intuisco.
2533
(Legge.)
Da oggi sarò più cauto nel premiare.
2534
"Lucinda dice che rimase vedova
2535
(Legge.)
del Capitano Arnaldo" Altra richiesta.
2536
"Albano, che da sei anni risiede..."
2537
(Legge.) "Giulio Camillo
Uno altro chiede.
2538
(Legge.)
imprigionato perché..." Stesso stile.
2539
"Paola di San Germano, onesta giovine..."
2540
Dunque, se è onesta, nella le abbisogna,
2541
se non vuole che io stesso la mariti.
2542
Questa è chiusa, ed un uomo malvestito
2543
me l'ha data, e con tale turbamento
2544
(Legge.)
tanto che avrei voluto trattenerlo.
2545
"Vigilate la vostra casa, duca,
2546
che in vostra assenza il conte e la contessa..."
2547
L'avevo preveduto! Avranno fatto
2548
(Legge.)
arbitrii nel governo! Avrò pazienza.
2549
"...hanno offeso con turpe sfrontetezza
2550
il vostro letto e l'onore..." Sventura
2551
(Legge.)
che la mia ira non può sopportare!
2552
"Se li osservate ne avrete conferma."
2553
Ma che cosa sto leggendo?
2554
Dite veramente questo,
2555
voi, lettere, e voi, parole?
2556
Sapete che sono il padre
2557
di colui che, a quel che leggo,
2558
mi sta togliendo l'onore?
2559
Mentite, questo è impossibile!
2560
Cassandra che offende me?
2561
E non è mio figlio il conte?
2562
Ma la lettera risponde:
2563
lui è un uomo e lei una donna.
2564
O parole laide e atroci!
2565
Ma sì, doveri ben saperlo,
2566
che la debolezza umana
2567
è capace di ogni male.
2568
È cosa che avrà permesso
2569
la giusta ira del cielo.
2570
La stessa maledizione
2571
che Nathan lanciò a David,
2572
la stessa pena mi assegna,
2573
e Federico è Absalon!
2574
Ma più grandi a me riservi,
2575
cielo, la pena e il castigo,
2576
che erano concubine
2577
quelle, e Cassandra è mia coglie.
2578
La depravata condotta
2579
della giovinezza mia
2580
m'ha portato in punizione
2581
questi giorni di tormento,
2582
anche se io non sedussi
2583
Betsabea, né uccisi Uria.
2584
Figlio traditore! Se
2585
è vero... perché non credo
2586
che un uomo nato da un altro
2587
giunga a tale turpitudine.
2588
Ma se davvero m'hai offeso,
2589
ah, volesse, allora il cielo
2590
che dopo d'averti ucciso
2591
ti generassi di nuovo:
2592
tante morti ti darei
2593
quante vite tu avrei dato!
2594
Che slealtà e quale oltraggio!
2595
Lontananza! E proprio vero
2596
che nemmeno di suo figlio
2597
può fidarsi un padre assente!
2598
E come potrò accertare
2599
la verità con prudenza,
2600
senza ricoprirmi d'onta
2601
a riunire i testimoni?
2602
Ma no, nemmeno così
2603
la potrò sapere mai:
2604
e chi infatti vorrà dire
2605
verità così infamante?
2606
Ma a che mi serve informarsi?
2607
Una cosa di tal genere
2608
nessuno oserebbe dirla
2609
di un figlio, se essa non fosse
2610
oltraggiosa verità.
2611
Non è vendetta il castigo;
2612
chi punisce non si vendica,
2613
né son tenuto a un processo,
2614
ché colpa contro l'onore
2615
non è necessario compierla,
2616
basta che solo si mormori.

[Scena undicesima]

Entra Federico

FEDERICO
2617
Sapendo che ancora vegli
2618
vengo a visitarti.

DUCA
Bene.

FEDERICO
2619
E a domandarti una grazia.

DUCA
2620
Prima che me la domandi
2621
il mio amore te l'accorda.

FEDERICO
2622
Signore, quando m'hai detto
2623
di prendere in moglie Aurora,
2624
che ti avrei fatto felice,
2625
sarei stato anch'io contento,
2626
ma maggiore fu la mia
2627
gelosia per Carlo, tanto
2628
che fu causa sufficiente
2629
per non obbedirti allora.
2630
Ma dopo la tua partenza,
2631
ho capito che era stato
2632
il mio amore a generare
2633
i sospetti e le illazioni
2634
che mi avevano confuso.
2635
Fatta allora la pace,
2636
le ho promesso, mio signore,
2637
di riparare sposandola,
2638
se me ne dessi licenza,
2639
alla fine della guerra.
2640
Questa è la grazia che chiedo.

DUCA
2641
Conte, non potresti darmi
2642
maggior piacere. Vai, ora;
2643
ne parlerò con tua madre,
2644
poiché è giusto sia informata,
2645
né è bene che tu ti sposi
2646
a sua insaputa: domandale
2647
il permesso, come a me.

FEDERICO
2648
Se Aurora no è del suo sangue,
2649
perché vuoi mai, mio signore,
2650
metterla a parte del fatto?

DUCA
2651
So che non è del suo sangue,
2652
ma è pur tua madre Cassandra.

FEDERICO
2653
Mia madre Lorenza giace
2654
già da molti anni defunta.

DUCA
2655
Ti incresce chiamarla "madre"?
2656
Mi dicono che in mia assenza
2657
andavante ben d'accordo
2658
-cosa che mi fa felice-.

FEDERICO
2659
Questo lo sa solo Iddio;
2660
e ti giuro mio signore,
2661
-ma non devo lamentarmi.
2662
poiché a ragione tu l'ami-
2663
che se è un angelo per tutti
2664
non lo è stata, no, per me.

DUCA
2665
Mi dispiace che mi ingannino;
2666
con nessuno, mi hanno detto,
2667
Cassandra è stata più affabile.

FEDERICO
2668
A volte sembra benevola,
2669
ma a oltre vuol dimostrarmi
2670
che non si è figli quando
2671
si è nati da altre madri.

DUCA
2672
Dici bene, ed io lo credo;
2673
ma lei potrebbe piacermi
2674
di più amandoti che amandomi;
2675
che con la vostra amicizia
2676
si consolida la pace.
2677
Va' con Dio.

FEDERICO
E lui ti assista.

Esce.

[Scena dodicesima]

DUCA
2678
Non so come ho potuto
2679
guardare, traditore, la tua faccia.
2680
Che spudorato! Che finto!
2681
Con questa storia di voler sposare
2682
Aurora si fa schermo,
2683
perché io non capisca
2684
quanto è possibile il suo tradimento.
2685
Quel che più mi convince
2686
è vederne l'astuzia e la premura
2687
nel calunniare Cassandra
2688
che gli era ostile quando io non c'ero:
2689
così i crimini pensano
2690
d'essere muti quando invece gridano.
2691
Che io la chiami madre si vergogna,
2692
e fa bene; la moglie di suo padre
2693
è infatti la sua amante,
2694
e definirla "madre" è infamante.
2695
Ma come posso credere con tanta
2696
facilità una cosa così atroce?
2697
E se fosse un nemico
2698
del conte a avere ordito questa trama
2699
per una sua vendetta,
2700
sapendo bene che lo avrei punito?
2701
Per averlo creduto
2702
nella vergogna stessa ho il mio castigo.

[Scena tredicesima]

Entrano Cassandra e Aurora.

AURORA
2703
Da voi mi attendo, signora,
2704
la vita in questa occasione.

CASSANDRA
2705
È stata una scelta degna
2706
della tua saggezza, Aurora.

AURORA
2707
Ecco qui il duca.

CASSANDRA
Signore,
2708
ancora alzato?

DUCA
Al mio stato
2709
devo, per la lunga assenza,
2710
questi segni di affetto,
2711
anche se voi stessa e il conte
2712
l'avete retto benissimo:
2713
lo attesta questa lettera
2714
piena di gratitudine.
2715
Tutti mi lodano qui
2716
i meriti di voi due.

CASSANDRA
2717
Questi elogi, signore,
2718
vanno al conte, non a me;
2719
senza adulazione dico
2720
che in ogni alta impresa
2721
mostra eroico valore,
2722
tanto forte quanto accorto:
2723
è stato un vostro ritratto.

DUCA
2724
So che m'ha rappresentato
2725
bene in ogni occasione,
2726
e da vou è stato trattato
2727
come me stesso: e di questo
2728
io vi prometto, signora,
2729
la dovuta ricompensa.

CASSANDRA
2730
Una nuova petizione
2731
porto, signore, di Aurora.
2732
Carlo la domanda in moglie,
2733
lei acconsente, ed io
2734
vi prego di esaudirla.

DUCA
2735
Credo che nella richiesta
2736
lo ha preceduto qualcuno
2737
che gli è superiore in tutto.
2738
Il conte -che è appena uscito-
2739
me l'ha domandata or ora.

CASSANDRA
2740
Il conte ha richiesto Aurora?

DUCA
2741
Sì, Cassandra.

CASSANDRA
Il conte?

DUCA
Sì.

CASSANDRA
2742
Solo da voi posso crederlo.

DUCA
2743
Ed io do il mio consenso.
2744
Domani si sposeranno.

CASSANDRA
2745
Sarà come Aurora vuole.

AURORA
2746
Mi perdoni vostra altezza,
2747
ma io non sposerò il conte.

DUCA
2748
(Che altro cerco? Perché insisto?)
2749
Dunque, Aurora, in eleganza,
2750
in saggezza ed in valore
2751
non è meglio Federico?

AURORA
2752
Non lo so. Ma quando io
2753
lo amavo, e glielo dissi,
2754
lui mi rifiutò, signore;
2755
ora è lui che vuole, ed ora
2756
tocca a me di rifiutarlo.

DUCA
2757
Fallo per me, non per lui.

AURORA
2758
Sposarsi è un fatto di amore,
2759
ed io non l'ho per il conte.

Esce Aurora.

[Scena quattordicesima]

DUCA
2760
Che strana risoluzione!

CASSANDRA
2761
Aurora ha ragione, anche
2762
se risponde troppo d'impeto.

DUCA
2763
No, non l'ha. E suo malgrado
2764
si sposerà.

CASSANDRA
Non ricorrete
2765
all'autorità, signore:
2766
amore è inclinazione:
2767
non lo si può comandare!

Esce il Duca.

[Scena quindicesima]

CASSANDRA
2768
Ohimè, si è già stancato.

[Scena sedicesima]

Entra il Conte.

FEDERICO
2769
Non era qui mio padre?

CASSANDRA
2770
E tu vieni, Federico,
2771
con quell'aria disinvolta
2772
dopo che hai chiesto Aurora
2773
in moglie al duca!

FEDERICO
Piano!
2774
Bada che corri pericolo!

CASSANDRA
2775
Che mi importa del pericolo!
2776
Io sono fuori di me!

FEDERICO
2777
Ma non gridare così!

[Scena diciassettesima]

Entra il Duca, di nascosto, per ascoltare.

DUCA
2778
Sto cercando delle prove.
2779
Voglio appostarmi e sentire:
2780
anche se origliare è male,
2781
ancora più intollerabile
2782
è quel che vengo a cercare.

FEDERICO
2783
Ascolta, signora, e almeno
2784
tieni conto del tuo grado.

CASSANDRA
2785
Quale altro uomo al mondo
2786
avrebbe lasciato mai
2787
una donna come me,
2788
dopo di averla costretta
2789
al suo piacere, con tante
2790
dimostrazioni d'amore

FEDERICO
2791
Non sono sposato ancora!
2792
Io ho soltanto cercato
2793
di rassicurare il duca
2794
per mettere al sicuro
2795
le nostre vite; così
2796
non possiamo continuare!
2797
Perché il duca non è uomo
2798
di sì bassa condizione
2799
da tradirlo sotto gli occhi;
2800
né è giusto che si infami
2801
il suo nome così illustre.
2802
Finì il tempo in cui, ciechi,
2803
l'amore ci dominava.

CASSANDRA
2804
Ah, maledetto, vigliacco!
2805
E adesso le chiami indegne
2806
le lagrime e le preghiere
2807
che voi, uomini, adoprate
2808
fino a farci impazzire,
2809
infangando il nostro onore,
2810
ché dai vostri tradimenti
2811
solo poche, sagge, scampano!
2812
Ma, cane, sono io senz'anima?

DUCA
2813
Sono marmo, se mi domino!
2814
Che attendete, o mie disgrazie!
2815
Senza tortura l'han detto!
2816
Ma no, non senza tortura,
2817
perché sono proprio io
2818
quello che hanno torturato.
2819
Non importano altre prove:
2820
l'hannon confessato chiaro!
2821
Onore, voi siete giudice,
2822
preparate la sentenza
2823
ed il castigo. Ma sia
2824
tale da non infamare
2825
il mio nome, ché se è pubblico
2826
rimane sempre una macchia.
2827
Nessuno deve sapere
2828
che m'hannon tolto l'onore;
2829
seppellire il disonore
2830
equivale ad annullarlo.
2831
La vendetta può sembrare
2832
la difesa dell'onore,
2833
ma, conosciuta l'offesa,
2834
poi ne resta la vergogna.

Esce.

[Scena diciottesima]

CASSANDRA
2835
Le donne, che disgraziate!
2836
Che falsi e perfidi, gli uomini!

FEDERICO
2837
Ti giuro: farò, signora,
2838
tutto quello che vorrai.

CASSANDRA
2839
Ed è vero?

FEDERICO
Siine certa.

CASSANDRA
2840
Niente è all'amore impossibile.
2841
Tua sono stata e tua sono;
2842
non ci mancheranno idee
2843
per vederci tutti i giorni.

FEDERICO
2844
Vai, dunque, signora mia,
2845
e dato che sei prudente
2846
fingi piacere col duca,
2847
come è giusto.

CASSANDRA
Lo farò,
2848
senza offenderti; se è finto,
2849
io lo so, non è piacere.

Escono tutti e due.

[Scena diciannovesima]

Entrano Aurora e Batín.

BATÍN
2850
Ho saputo, bella Aurora,
2851
che il marchese diverrà
2852
-se non lo è già- tuo marito,
2853
e che con lui andrai a Mantova.
2854
Così vengo a supplicarti
2855
di portarmi con te.

AURORA
Batín,
2856
mi sorprendi. Perché mai
2857
vuoi ora lasciare il conte?

BATÍN
2858
Molto servire e poco
2859
guadagnare è un guaio grosso,
2860
e il più saggio ed il più furbo
2861
o ci muore, o n'esce pazzo.
2862
Oggi do, domani no,
2863
forse dopo ti darò:
2864
non so "forse" cos'è;
2865
so che non ho più le "forze".
2866
Oltre a ciò il conte mi sembra
2867
come preso dal demonio.
2868
Non so proprio cosa abbia:
2869
ora è triste ed ora allegro,
2870
ora è savio, ora è stravolto.
2871
E la duchessa, anche lei
2872
è insopportabile e strana;
2873
così, se tutto va male,
2874
cuoi che a me mi vada bene?
2875
Il duca, santo fasullo,
2876
gira parlando da solo,
2877
come un uomo alla ricerca
2878
di qualcosa che ha perduto.
2879
Perduta è tuta la casa.
2880
E io vengo con te a Mantova!

AURORA
2881
Se son tanto fortunata
2882
che il duca mi dia a Carlo,
2883
sì, ti porterò con me.

BATÍN
2884
Ti bacio i piedi, signora,
2885
e corro a dirlo al marchese.

Esce, ed entra il Duca.

[Scena ventesima]

DUCA
2886
Onore, nemico atroce!
2887
Chi fu il primo che dettò
2888
la tua legge al mondo, e disse
2889
che a custodire il tuo bene
2890
fosse la donna e non l'uomo?
2891
Onore, anche il più degno
2892
senza colpa ti può perdere:
2893
chi t'inventò fu un incolto
2894
e barbara legislatore!
2895
Questa legge che ci ha imposto
2896
mostra che egli fu offeso,
2897
e ha trovato così il modo
2898
perché anche altri lo siano!
2899
Aurora!

AURORA
Signore!

DUCA
Vedo
2900
che col marchese ti sposa
2901
la duchessa, ed io acconsento:
2902
preferisco contentare
2903
lei, piuttosto che il conte.

AURORA
2904
Eternamente obbligata
2905
al tuo servizio!...

DUCA
Ora puoi
2906
dire a Carlo che lo scriva
2907
al duca suo zio a Mantova.

AURORA
2908
Vado a dare la felice
2909
notizia al merchese.

Esce Aurora.

[Scena ventunesima]

DUCA
Oh, cielo!
2910
oggi la mia casa veda
2911
il tuo castigo soltanto!
2912
Alza il tuo divino scettro!
2913
Io non voglio vendetta
2914
dell'offesa, che effettuarla
2915
contro di te, e contro un figlio,
2916
sarebbe un'impresa barbara.
2917
Questo ha da essere un castigo
2918
tuo, non altro, e che sia
2919
il mio rigore clemenza
2920
degna di pietà divina.
2921
Sarò padre, non marito;
2922
e santa giustizia sia
2923
non vendetta, ma castigo
2924
a una colpa vergognosa.
2925
Questo esigono le leggi
2926
dell'onore, e non si faccia
2927
clamore intorno al mio affronto
2928
che raddoppi il mio abominio:
2929
chi punisce apertamente
2930
due volte infama il suo onore,
2931
se dopo averlo perduto
2932
ne fa scempio per il mondo.
2933
Ecco, ho lasciato Cassandra
2934
legata mani e piedi
2935
e ricoperta d'un panno,
2936
con un bavaglio alla bocca
2937
per non udirne i lamenti;
2938
mentre le dicevo quello
2939
che volevo fare, lei
2940
ha perso i sensi, è caduta,
2941
e tutto è stato più facile.
2942
La pietà umana, se offesa,
2943
questo lo può sopportare.
2944
Ma dare la morte a un figlio...
2945
con che cuore si può reggere?
2946
Solo al pensarlo, ohimè,
2947
trema il corpo, spira l'anima,
2948
piangono gli occhi, il sangue
2949
mi si gela nelle vene,
2950
il petto più non respira,
2951
il senno mi si ottenebra,
2952
la memoria si vergogna,
2953
e la volontà è turbata.
2954
Come un torrente, che il gelo
2955
rapprende in una nottata,
2956
dal cuore alle labbra ghiaccia
2957
il dolore le parole.
2958
Che vuoi, mio cuore? Non vedi
2959
che Dio comanda ai figli
2960
d'onorare il padre, e il conte
2961
ha infranto il comandamento?
2962
Lascia, o cuore, che castighi
2963
chi sprezza le leggi sacre
2964
a danno del proprio padre,
2965
perché mi pare evidente
2966
che se oggi mi leva l'onore
2967
domani mi toglie la vita.
2968
Cinquanta n'uccise Artaserse
2969
per molto meno, e le spade
2970
di Dario, Torquato e Bruto
2971
senza vendetta applicarono
2972
le leggi della giustizia.
2973
O mio cuore, non opporti
2974
al diritto del castigo,
2975
se è l'onore che presiede
2976
nell'aula della ragione
2977
ed emette la sentenza.
2978
Verità, pubblica accusa,
2979
dettò la requisitoria;
2980
la colpa è certa: occhi e orecchi
2981
ne sono i testi giurati.
2982
Amore e sangue, avvocati,
2983
la difendono, ma è inutile,
2984
perché l'onta e la vergogna
2985
stanno dalla parte avversa.
2986
La stessa legge di Dio
2987
recita i capi d'accusa,
2988
la coscienza è cancelliere;
2989
perché, allora, mi fai vile?
2990
Eccolo, Il cielo m'aiuti!

[Scena ventiduesima]

Entra il Conte.

FEDERICO
2991
A palazzo si è diffusa,
2992
la notizia, mio signore,
2993
che tu al marchese Gonzaga
2994
dai in sposa Aurora, e i due
2995
poi partiranno per Mantova.
2996
Mi dici che devo crederlo?

DUCA
2997
Conte, non so quel che dicono,
2998
né ho dato al marchese assenso,
2999
perché a cose ben più alte
3000
è rivolto il mio pensiero.

FEDERICO
3001
Chi governa non ha tregua.
3002
Dimmi, cosa ti preoccupa?

DUCA
3003
Un nobile di Ferrara
3004
sta tramando una congiura
3005
contro me, insieme con altri.
3006
Ne ha parlato ed una donna,
3007
che m'ha rivelato tutto:
3008
chi si fida delle donne
3009
è uno sciocco; saggio, invece,
3010
chi si limita a lodarle.
3011
Ho chiamato il traditore
3012
con la scusa d'un affare
3013
importante da discutere.
3014
Chiuso qui, in questa stanza,
3015
gli ho parlato, e appena lui
3016
capisce, crolla svenuto.
3017
Così m'è stato più facile
3018
legarlo sopra una sedia
3019
e coprirgli il corpo in modo
3020
che non ne veda il volto
3021
chi venisse ad ucciderlo,
3022
e l'Italia non si turbi.
3023
Sei giunto tu, ed è giusto
3024
che io affidi questo caso
3025
a te, e nessuno lo sappia.
3026
Sguaina, intrepido, la spada,
3027
conte, e dagli la morte;
3028
dalla porta della stanza
3029
voglio ammirare il valore
3030
con cui uccidi il mio nemico.

FEDERICO
3031
Vuoi sottopormi a una prova,
3032
o è proprio vero che osavano
3033
questi due che m'hai detto
3034
cospirare contro te?

DUCA
3035
Quando un padre ordina a un figlio
3036
una cosa, giusta o ingiusta,
3037
non è lecito discurtene.
3038
Vai, codardo, oppure io...

FEDERICO
3039
No, non sguainare la spada,
3040
che non è timore il mio:
3041
non hai detto che è legato?
3042
Ma mi ha preso non so cosa
3043
che mi fa tremara l'anima.

DUCA
3044
E allora resta qui, infame.

FEDERICO
3045
No, vado: tu lo comandi!...
3046
Ma, perdio... però...

DUCA
Ah, cane!

FEDERICO
3047
Vado... Aspetta... E se trovassi
3048
Cesare stesso, darei
3049
per te, oh, Dio! ...mille stoccate!

[Esce Federico.]

[Scena ventitreesima]

DUCA
3050
Da qui lo vedrò. Si accosta,
3051
la trapassa con la spada...
3052
La mia giustizia ha eseguito
3053
chi ha causato la mia infamia.
3054
Capitani! Gente, olà!
3055
A me soldati di guardia!
3056
Ah, cavalieri, famigli!
3057
Presto!

[Scena ventiquattresima]

Entrano il Marchese, Aurora, Batín, Riccardo e tutti gli altri che sono già comparsi.

MARCHESE
Perché ci chiami,
3058
signore, con grida tali?

DUCA
3059
Ah, che cosa orrenda... Il conte
3060
ha ucciso Cassandra, solo
3061
perché era la sua matrigna
3062
e gli ha detto che recava
3063
in seno un figlio legittimo
3064
come mio erede. Uccidetelo!...
3065
Uccidetelo! È un ordine!

MARCHESE
3066
Cassandra?

DUCA
Lei, marchese.

MARCHESE
3067
Non ritornerò a Mantova
3068
senza prima averlo ucciso.

DUCA
3069
Con la spada insanguinata
3070
ecco il vile.

[Scena venticinquesima]

Entra il Conte.

FEDERICO
3071
Andai a scoprire il volto
3072
del traditore che hai detto
3073
e vedo...

DUCA
Non dirlo, taci!
3074
Uccidetelo!

MARCHESE
Che muoia!

FEDERICO
3075
Padre mio! Perché mi uccidono?

[Esce, inseguito dal Marchese.]

[Scena ventiseiesima]

DUCA
3076
Nel tribunale di Dio
3077
te ne diranno la causa.
3078
Tu, Aurora, con questo esempio
3079
parti con Carlo per Mantova,
3080
che ti merita, e a me piace.

AURORA
3081
Sono, signore, sconvolta,
3082
e non so cosa risponderti.

BATÍN
3083
Di' di sì; ha una ragione
3084
quello che tu vedi, Aurora.

AURORA
3085
Signore, da qui a domani,
3086
ti darò la mia risposta.

[Scena ventisettesima]

Torna il Marchese.

MARCHESE
3087
Il conte è morto.

DUCA
In tanta
3088
disgrazia, i miei occhi vogliono
3089
vederlo morto con Cassandra.

Li scoprono.

MARCHESE
3090
Contempla dunque il castigo
3091
senza vendetta.

DUCA
Non lo è
3092
adempiere la giustizia.
3093
Troppo desidero piangere
3094
e non riesco a resistere.
3095
Così ha pagato la colpa
3096
di volermi ereditare.

BATÍN
3097
Qui termina la tragedia
3098
non è vendetta il castigo,
3099
che fu sgomento in Italia
3100
ed ora in Ispagna è esempio.